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Decreto anti-rave ed uso strumentale della salute pubblica

di Chi si cura di te?

09 NOV -

Gentile Direttore,
è già stato evidenziato da diversi commentatori come l'inserimento dell’articolo 434-bis nel Codice penale previsto dal D.L. 31 ottobre 2022, n. 162, aprirebbe scenari, rispetto alle possibilità di opprimere assembramenti, molto più ampi del cosiddetto "anti-rave" raccontato dai media mainstream. Il testo non parla, infatti, di “rave” ma di “raduni pericolosi per l’ordine pubblico o l’incolumità pubblica o la salute pubblica”.

Condanniamo l’utilizzo strumentale che il governo Meloni fa della "salute pubblica" per giustificare un'operazione di tipo repressivo, volto a criminalizzare arbitrariamente le manifestazioni di dissenso, mentre i reali ed urgenti interventi a favore della sanità pubblica restano assenti tra le priorità dell’esecutivo.

Vogliamo, inoltre, cogliere l’occasione per analizzare i discorsi riguardanti l'uso e l'abuso di sostanze psicotrope che stanno accompagnando il dibattito. "Legalità e lotta alla droga" sono, infatti, le parole d'ordine del governo per giustificare la manovra che si prepara a compiere.

Le politiche di tolleranza zero e repressione sono fallimentari da sempre: non diminuiscono l'abuso di sostanze psicotrope, anzi aumentano gli effetti collaterali medici, psicologici e sociali dovuti allo stigma, le difficoltà nel sapere cosa si sta assumendo davvero e l’abuso stesso. Inoltre, sono un regalo a chi si arricchisce nell'illegalità e pesca, nel disagio psicosociale, schiavi emarginati da spendere come bassa manovalanza della piccola e grande criminalità organizzata.

Da anni la cultura dei free party contrappone a questa narrazione emarginalizzante una cultura della prevenzione, dell'uso consapevole, degli spazi chill per riprendersi, dell'educazione all’intervento in casi di urgenza ed emergenza, anche a fianco di operatori sanitari. Questi ultimi sono sempre più coinvolti sul territorio nazionale - come già avviene in altre parti d'Europa e del mondo - in alcune realtà e in progetti di prevenzione e di riduzione del danno.

Anche per questo motivo contestiamo il richiamo alla “salute pubblica” e la retorica retrograda e conservatrice sull'uso e abuso di sostanze, per promuovere un programma repressivo e che lascia volutamente esclusi tutti coloro che si occupano sul campo di questo tema.

Chi si cura di te?

Associazione di medici in formazione specialistica, camici grigi, medici precari



09 novembre 2022
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