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Riforma Oss: conoscere la storia per agire al meglio

di Marcello Bozzi

21 APR -

Gentile Direttore,
mi sembra che il dibattito sull’OSS sia ripreso … con linee di pensiero diverse. E’ importante conoscere la storia per meglio comprendere. Nel 1980 vengono chiuse le Scuole per Infermiere Generico a seguire vengono attivati Corsi per Ausiliario Socio San. e Ausiliario Socio San. Spec. Nel 1990 viene istituita la figura dell’Operatore Tecnico addetto all’Assistenza (OTA). Nel 2000 viene istituita la figura dell’Operatore Socio Sanitario - "Accordo tra il Ministero della Sanità, il Ministero per la solidarietà sociale, le Regioni e le PP.AA. di Trento e Bolzano" – 22 febbraio 2001 (in sostituzione di OTA e OSA).

Nel 2003 - Accordo stato regioni del 16 gen - viene deliberato il percorso di formazione complementare per OSS+S (ma mai contrattualizzato). Oggi le Regioni Lombardia e Veneto ripropongono, con contenuti difformi, il medesimo percorso di formazione complementare, con possibili gravi problemi nell’ambito della mobilità degli operatori tra regioni diverse.

Vale la pena di ricordare che la formazione dell’Infermiere Generico di 40 anni fa era sicuramente inferiore al percorso formativo dell’OSS oggi … con la differenza che l’Infermiere Generico di quel lontano passato aveva una operatività maggiore rispetto all’OSS di oggi (43 anni fa).


Negli altri Paesi Europei le professioni di assistenza sono articolate su più livelli. E’ il momento di ripensare anche nel nostro Paese – a distanza di 23 e 43 anni – l’articolazione delle figure professionali che si occupano di assistenza diretta alla persona.

Tali cambiamenti e/o adeguamenti sono conseguenti (e funzionali) ai nuovi bisogni di salute della popolazione (cambiamenti demografici, epidemiologici e socio-economici), alle nuove esigenze di funzionamento delle strutture ed alle evoluzioni normative e formative che hanno interessato la formazione infermieristica negli ultimi 20 anni. Pertanto non si tratta di una riorganizzazione da collegare alla mancanza di Infermieri ma, molto più semplicemente, di una riorganizzazione necessaria per consentire all’Infermiere di esercitare al meglio la funzione concettuale e programmatoria assistenziale (core disciplinare) e, parallelamente, di valorizzare l’operatività degli operatori di supporto (OSS) e di garantire una migliore risposta ai bisogni della popolazione.

Di conseguenza è necessario ripensare i modelli organizzativi ed i sistemi di cura, assistenza, riabilitazione e rivedere staffing e skill-mix, sulla base delle complessità clinico-assistenziali-riabilitative presenti e dei livelli di autonomia / dipendenza degli utenti / ospiti.

A distanza di 23 anni dall’ultima determinazione del percorso formativo e del profilo professionale dell’OSS è impensabile il mantenimento della situazione esistente!

Un ipotetico percorso, da realizzare nel più breve tempo possibile, tenuto conto delle gravi criticità del sistema (a prescindere dal mantenimento / cambiamento delle denominazioni in essere) potrebbe essere il seguente:

- Rivedere il profilo professionale e il percorso formativo dell’OSS (almeno 1.600 ore, in linea con le determinazioni europee), tenuto conto dei cambiamenti avvenuti nel sistema sanitario e nel sistema delle professioni sanitarie

- Definire i requisiti curricolari di accesso (credo che il possesso del Diploma di Scuola Media Superiore sia il requisito corretto, tenuto conto delle attività che caratterizzano / caratterizzeranno il profilo dell’OSS e conseguenti azioni sugli utenti e le necessità di relazioni ed integrazioni inter-professionali

- Prevedere una “riqualificazione” per coloro che sono già operativi come OSS e come OSS FC, da completarsi in un periodo ragionevolmente breve, a prescindere dal possesso o meno del Diploma di Scuola Media Superiore (all’interno della stessa struttura non possono operare figure con differenti livelli di conoscenze e competenze. Per l’organizzazione sarebbe devastante!)

- Definire nuove organizzazioni, in particolare Infermieri / Ostetriche / Fisioterapisti, e chiari indirizzi alle Aziende per la rivisitazione di staffing e skill-mix, per un corretto e razionale utilizzo delle risorse (anche con possibili differenziazioni di contesto)

- Sviluppare le azioni formative necessarie per l’adeguamento delle nuove organizzazioni e per la continuità ed uniformità delle cure e dell’assistenza, a tutela e garanzia degli utenti, dei professionisti (e delle Aziende)

Inoltre:

a. Interrompere i percorsi formativi in essere di OSA / ADB / etc. etc. (o riconoscere gli stessi come crediti per il nuovo percorso formativo dell’Operatore Socio Sanitario)

b. Da valutare la possibilità di riconoscere i crediti formativi acquisiti nel nuovo percorso formativo dell’OSS per il proseguo degli studi nei Corsi di Laurea delle Professioni Sanitarie (da definire se con le medesime regole di accesso o con percorsi riservati (percentualizzati) per ogni A.A.

c. È necessario definire / ri-definire le regole generali di funzionamento (chi risponde a chi), le integrazioni, le collaborazioni, le interazioni, i ruoli e le responsabilità dei professionisti, tenuto conto delle evoluzioni normative e formative che hanno interessato le professioni sanitarie

d. È necessario chiarire in maniera inequivocabile l’operatività e la responsabilità di alcune figure professionali, oggetto di legiferazione regionale (es. Responsabile dell’Assistenza, Coordinatore OSS, etc), senza andare a stravolgere le normative regionali … ma nel rispetto delle leggi dello Stato (anche ad evitare ripercussioni a livello giuridico). Va chiarito che:

· Non possono assumersi responsabilità che afferiscono – da legge – ad altri professionisti laureati;

· Non possono “coordinare” figure sovra-ordinate rispetto al loro inquadramento professionale (su cui la legge dello Stato è chiara) e non ci può essere la parcellizzazione dei livelli di governance (ad evitare sovrapposizione di ruoli e conflittualità, peraltro in ambiti e contesti dove sono richieste specificità di conoscenze e competenze);

· Sono professionisti che mantengono le funzioni proprie, con una responsabilità sulla correttezza e completezza dei processi che caratterizzano le azioni inserite in un dato setting assistenziale (la cui responsabilità progettuale afferisce ad altri professionisti (Infermieri / Ostetriche / Fisioterapisti / etc.).

e. E’ auspicabile l’inserimento degli OSS nel sistema ECM

E’ importante ed opportuno prendere in considerazione anche i percorsi formativi in essere nelle scuole medie superiori (liceo Socio Pedagogico?) che hanno al loro interno un percorso formativo (volontaristico) per OSS, di durata biennale, normato dai ministeri interessati (studenti del 4° e 5° anno che, alla fine del quinquennio, acquisiscono due titoli - Maturità e Qualifica OSS).

E’ il momento delle decisioni (forti – coraggiose – rapide).

Marcello Bozzi
Segretario ANDPROSAN – Associata COSMED



21 aprile 2023
© Riproduzione riservata

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