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A margine delle leggi regionali per regolare il suicidio medicalmente assistito

di Mariella Immacolato e Gaia Marsico 

27 OTT - Gentile Direttore,
negli ultimi tempi i temi del fine-vita sono al centro della riflessione pubblica. Le varie richieste di accesso alla nuova pratica della morte volontaria, consentita dalla Corte costituzionale (sentenza n. 242/19) nella forma del suicidio medicalmente assistito, suscitano particolare attenzione in diverse parti d’Italia e, soprattutto, nelle zone in cui, appunto, viene avanzata la richiesta di aiuto a morire. Non va dimenticato, infatti, che avendo la Corte costituzionale previsto una valutazione della richiesta da parte di una apposita Commissione costituita da personale sanitario del SSN e il coinvolgimento del Comitato Etico Territoriale, la scelta di accedere al suicidio assistito è “socializzata”.

Ciò comporta che le varie Regioni debbano attrezzarsi per dare risposte efficaci e tempestive alle esigenze che vengono ad affiorare, e al riguardo ci sono proposte di legge regionali che regolino le procedure. Sul punto si registra una disparità di attenzione e di capacità di rispondere garantendo tempi certi; alcune Regioni, come per esempio il Friuli VG e Veneto Toscana, sono state in grado di dare risposte, mentre altre sembra che siano meno reattive.

In questo quadro si segnala che la Toscana ha già da tempo elaborato procedure specifiche per dare efficace e pronta risposta alle richieste di suicidio medicalmente assistito che emergono da pazienti in gravissime difficoltà. Infatti, subito all’indomani della sentenza 242/19 la Commissione Regionale di Bioetica (allora attiva) elaborava un Parere (n. 2/2020: “Liceità condizionata del suicidio medicalmente assistito e sistema sanitario regionale”) in cui, tra l’altro, si indicavano i Comitati per l’etica clinica, già attivi sul territorio, come gli istituti competenti ad esprimere il parere previsto dalla citata sentenza.

Tra le tre ASL di competenza (Nord-ovest; Sud-est, e Centro) la Nord Ovest si è attivata per prima e ha una procedura (delibera n. 780/2021) ed una commissione ad hoc dal 2021 (M.Immacolato, “Suicidio assisitio. L’esperienza della Asl Toscana Nord Ovest che ha “già” applicato la sentenza della Corte Costituzionale”, Quotidiano Sanità, 10.02.2022, Marsico G, Bonuccelli D. La prima richiesta di “suicidio medicalmente assistito” in Toscana: il ruolo del comitato per l’etica clinica, il percorso intrapreso dalla Usl Toscana nord ovest, in Responsabilità medica, numero 1, anno 2022) e per questo si è data pronta risposta a un caso emerso; le altre due az.USL hanno un iter organizzativo in via di conclusione e saranno operative a breve.

Ciò è potuto avvenire perché la Toscana, sin dagli anni ’90, ha costituito e sostenuto la rete di Comitati Etici locali impegnati nell’ambito dell’etica clinica; questi hanno promosso la diffusione di una nuova cultura in merito alla salute, favorito la centralità e autonomia del/lla paziente, attraverso un capillare lavoro teso a diffondere la pratica del consenso informato, e diffuso iniziative di formazione del personale sanitario.

Di fatto, nei mesi scorsi, nel pieno rispetto della privacy degli interessati, in Toscana si è proceduto a dare risposta alla richiesta di morte volontaria in ottemperanza a quanto prevede la sentenza n. 242 /2019 della Corte costituzionale. E’ stato questo il secondo caso di suicidio medicalmente assistito, dopo quello di Federico Carboni nelle Marche (Sinigallia), ma il primo in Italia, avvenuto senza ricorso a Tribunali e senza clamore mediatico, nel rispetto della volontà del paziente e della sua rete familiare.

Apprendiamo infine che i vescovi del Triveneto (nel documento 18 ottobre 2023, diffuso il 24 ottobre) hanno espresso perplessità di fronte all’impegno di alcuni Consigli Regionali di elaborare normative che precisino le procedure per il suicidio assistito, paventando il rischio che ciò crei una “babele normativa”. In effetti sarebbe auspicabile una buona legge nazionale che riconosca il diritto alla morte volontaria delle persone in situazioni infernali, ma che non pare essere tra le priorità dell’attuale orientamento maggioritario. Dal momento che il Servizio sanitario è regionale, sono benvenute le attuali iniziative in corso. Si rileva al riguardo che nelle Regioni in cui è attivo, o c’è stato, un organismo di coordinamento in materia di bioetica ed etica sanitaria (Commissione regionale, o altri simili) si è registrata maggiore prontezza nel dare risposte efficaci alle esigenze sociali. Si auspica che le iniziative intraprese siano accompagnate da una importante campagna informativa che faccia chiarezza sui delicatissimi temi in questione, su ciò che può garantire una buona rete di cure palliative, sulle possibilità che si trova di fronte una persona in condizioni tanto gravi da chiedere di morire.

Anche per far crescere il dibattito in corso è ripresa l’attività della Sezione pisana della Consulta di Bioetica Onlus che si è allargata all’area livornese: grazie al coordinamento di Paolo Malacarne si è pensato di includere nel programma iniziale dibattiti e riflessioni su temi rilevanti della bioetica, comprese naturalmente le questioni etiche di fine-vita.

Mariella Immacolato
Medico legale, Comitato per l’etica clinica Az. Toscana NordOvest, Consulta di Bioetica sez. Pisa-Livorno

Gaia Marsico
Esperta in bioetica, Coordinatrice Comitato per l’etica clinica Az. Toscana NordOvest, Consulta di Bioetica sez. Pisa-Livorno

27 ottobre 2023
© Riproduzione riservata

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