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Riforma sanità toscana. Le dichiarazioni di Panti appaiono “pilotate”

di Piero Caramello

23 OTT - Gentile Direttore,
ho letto la lettera inviata dal Dr Panti, del quale ho sempre ammirato la lungimiranza con la quale ha accolta le novità in materia di organizzazione sanitaria (penso al see&treat) come occasioni di crescita e non come ostacolo corporativo, ma in questo caso, mi sia consentito di dirlo: sbaglia. Non lo dico perchè ho fatto la mia scelta di parte, decidendo di appoggiare questa campagna referendaria, lo dico perchè nelle sue parole per la prima volta colgo la necessità di mantenere posizioni di interesse che oggi faccio davvero fatica a comprendere e condividere.

In poche righe, con un'analisi frettolosa, si cerca di far passare il lavoro di migliaia di cittadini (non esponenti politici, non medici, non infermieri) come piccole api operaie al soldo di qualche corporazione non ben identificata, posso definire inaccettabili queste sue considerazioni e rimandarle rispettosamente al mittente?

In questi mesi di campagna referendaria non ci siamo limitati ad ululare contro Rossi e Saccardi e nemmeno abbiamo fatto nostre tematiche di scontro politico tuot court, come spesso accade quando si decide di intraprendere queste iniziative, il primo e fondamentale obiettivo che ci si pone non è chiedere “una firma” ma motivare attraverso l’informazione perché si sta chiedendo “quella firma”. Non si coglie, o non si vuole cogliere, che impegno del Comitato non è stato quello di essere portatori di una bandiera ma bensì di cultura, quella stessa cultura tanto vituperata al punto tale che si è smesso di parlare di Sanità Pubblica in termini di risorsa e si è deciso di parlarne solo in termini di costi.

Il Dr Panti non coglie, si limita a giudicare rimanendo ai margini della discussione, senza rendersi conto che quanto sta avvenendo in Toscana è un’occasione anche per la professioni sanitarie, professioni sanitarie che sono nella loro torre d’avorio in attesa e da professionista mi dolgo di tanta pavidità. Forse, lo dico con molto rispetto, se avesse avuto la volontà di smettere i panni del Presidente ed avesse indossato quelli del Cittadino, sono sicuro che la sua partecipazione a questi incontri gli avrebbe dato modo di conoscere al suo interno questo Movimento e probabilmente anche le sue tesi critiche sarebbero state apprezzate, perché mai si è chiuso la porta delle varie Assemblee in giro per la Toscana, semmai è avvenuto il contrario.

La gravità delle sue affermazioni risiede, a umile giudizio del sottoscritto nel bollare con esempi banali, gli obiettivi del Comitato: nessuno vuole il "robot anche a Peretola" ma tutti vogliamo poter accedere alle cure indipendentemente che viviamo a Firenze piuttosto che a Bibbiena, forse lei non ha compreso la portata dello svuotamento dei territori e comincio a pensare che vivere a Firenze o Pisa o Siena fa di ogni cittadino un privilegiato. E’ consapevole che questa ardita operazione altro non fa che aumentare le disuguaglianze sociali attuali e potenziali. Forse lei non si rende conto che la cultura "il pubblico non funziona, vado dal privato" è proprio quell'alveo sul quale sia Rossi che Saccardi stanno provando a forzare. Forse lei non si rende conto che era possibile fare tutti i controlli di esisti senza necessariamente fondere ASL e svuotare territori. Davvero crede di poter dare una risposta in termini di esiti se la Sanità Pubblica si sta trasformando in un enorme Pronto Soccorso mentre tutta la specialistica diagnostica, la specialistica medica e la chirurgia di elezione viene inviata senza più alcun tentativo di occultamento sulla via dei privati? Quali esiti di cura vuole verificare se saremo costretti a rivolgerci alle cliniche private che, anche solo per un banale conflitto economico, avranno tutta l'interesse a dimostrare la bontà delle loro cure. In altri termini, gli esiti della Sanità Pubblica saranno necessariamente peggiori se al loro cospetto arriveranno tutti quei malati che la Sanità Privata non accoglie perché figli di patologie non economicamente vantaggiose: pensi al malato cronico , all'anziano fragile, al malato di terapia intensiva.

Insomma Dr Panti, la sua uscita a pochi giorni dalla chiusura della raccolta firme appare francamente pilotata e in tempo utile. Lei non ha compreso, questa accozzaglia è fatta di donne e uomini che hanno un unico interesse, difendere la Sanità Pubblica. Lei come Presidente dell'Ordine dovrebbe conoscere bene questo "interesse".

Piero Caramello
Infermiere
Comitato Valdarno Fiorentino per la Difesa della Sanità Pubblica 


23 ottobre 2015
© Riproduzione riservata

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