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Riforma 118. Nessuna sembra pensare alle esigenze dei cittadini

di Fedele Clemente

28 SET - Gentile Direttore,
il Convegno sull’emergenza tenutosi a Riva del Garda dal 20 al 22 settembre 2021 ha suscitato un certo clamore per alcune espressioni plateali usate per demonizzare il DDL 1715 a prima firma della Senatrice Maria Domenica Castellone, riguardante interventi di stabilizzazione e miglioramento SET-118. Pare di capire che il filo conduttore di diversi interventi sia stato la demolizione, a prescindere, di questo DDL, che si può tradurre in concreto, viste le tesi avanzate, nella volontà di abbattere il Servizio di Emergenza Sanitaria Territoriale 118 (SET-118) in Italia.
 
Le colpe della promotrice del DDL, Senatrice Castellone, a cui va tutta la nostra stima e rispetto, sarebbero quelle di volere una maggiore stabilizzazione del SET-118 così come lo conosciamo oggi, con potenziamento tecnologico e strutturale e valorizzazione della componente professionale impiegata, a vantaggio del sistema e, di riflesso, a vantaggio del cittadino.
 
Singolare, al riguardo, è la posizione del dr. Mario Costa che oggi lamenta la presunta autoreferenzialità dell’attuale nostro presidente e sottace in merito al fatto che proprio sul confronto dei contenuti inerenti la visione del Sistema 118 è stato dato mandato da parte degli iscritti al Dott. Balzanelli di proseguire sulla stessa linea “fondativa” della Società tracciata sin dal lontano 1997.
 
Tornando alle proposte dei vari disegni di legge, pur non avendo idea, in tanto sul piano dei contenuti scientifici inerenti la Medicina di Emergenza Territoriale 118, chi siano gli “stakeholders che davvero contano”, si deve prendere atto del fatto che vi sono alcuni che non gradiscono che l’attività di emergenza sanitaria territoriale sia svolta in modo dedicato da specifici e qualificati professionisti, tanto da proporre lo smembramento del SET-118 ed il trasferimento delle relative attività e risorse in parte al NUE112 ed in parte alla medicina ospedaliera, nonostante ciò appare illogico ed è in palese contrasto con le norme vigenti, riportando il territorio nella condizione ante - DPR 27 marzo 1992, che ha istituito il “118”.
 
In testa a tutti, la Lombardia che, dopo aver istituito una super-mega struttura per il 118, cioè addirittura una specifica Azienda 118 (l’AREU), ora appoggia la tesi che l’emergenza territoriale debba essere assegnata all’ospedale e sostiene che il “NUE112”, istituito con personale laico per consentire ai cittadini Comunitari di avere un'unica modalità di accesso ai servizi di emergenza quando si spostano nei Paesi membri, debba assumere anche la gestione diretta di tutte le chiamate per tutte le emergenze, compresa quella sanitaria. Questo ruolo, già di per sé insolito per un centralino laico, pare si voglia elevarlo ulteriormente di grado attraverso l’istituzione di un’Agenzia nazionale del NUE112, quale centro di controllo globale sui centralini dei NUE112 delle varie regioni, collocato presso il Ministero dell’Interno. Per quanto ne sappia, credo che sia il primo caso nel mondo in cui un centralino laico assurge ad un tale livello.
 
Questo processo, che toglie una importante priorità alle Centrali del 118 e spreca le risorse professionali e tecnologiche evolute che possiede (oltre a causare evidenti ritardi nel soccorso a causa del doppio passaggio di telefonate!) può essere giustificato in vari modi, di cui uno può essere quello di voler assorbire le chiamate del SET-118, che rappresentano ben oltre il 60% delle chiamate di soccorso, per creare un alto volume di attività nei centralini del NUE112 e con esso giustificare gli ingenti investimenti economici già sostenuti ed ancora da sostenere.
 
Inoltre, adottando il modello proposto, si consente a chi lo gestisce a livello Centrale di entrare in qualche modo delle varie regioni. La stessa Europa, nel disporre l’istituzione del NUE112, ha evidentemente considerato questi riflessi negativi e, accortamente, non dice affatto che debba essere impiantato in sostituzione dei centralini addetti alle emergenze già esistenti, ma parallelo a questi ultimi.
 
Nelle proposte è previsto, fra le altre, che l’emergenza territoriale, una volta che non sia più strutturata come attività a sé stante svolta dal SET-118, venga “integrata” nell’emergenza ospedaliera. Ma chi conosce la materia sa bene che questo è impossibile in quanto le attività di emergenza sanitaria territoriale, come è logico che sia, sono collocate dalla normativa vigente nel contesto della medicina territoriale, che a sua volta ha una sua specifica organizzazione e precipui finanziamenti, distinti da quelli per la sanità ospedaliera. Questa pretesa, al di là di tutto il resto, è contraria alla politica sanitaria degli ultimi decenni, protesa a spostare sempre di più il baricentro della cura della salute verso la medicina del territorio.
 
In tutto questo, emerge come i cittadini, lontani da queste diatribe, non vengono tenuti nella giusta considerazione, ma si accorgeranno comunque presto degli effetti sulla loro pelle, positivi o negativi che siano, in base alle scelte che si faranno a livello Centrale sulla riforma legislativa nazionale del Sistema 118.
 
Ci si dovrebbe preoccupare un po’ di più delle loro sorti affinché non vivano gli stessi problemi che hanno vissuto nella recente emergenza epidemica da COVID-19, in cui le criticità, che si sono presentate in modo maggiore in alcune regioni con peculiari modelli di sanità, hanno avuto conseguenze tutt’altro che trascurabili.
 
Fedele Clemente
Presidente Onorario SIS118
Già Direttore DEA II Livello ASREM di Campobasso
Già Direttore SET-118 del Molise
Già Direttore ad Interim M.C.A.U. osp. “A. Cardarelli” di Campobasso


28 settembre 2021
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