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Congiu (Smi): “Accordo positivo ma migliorabile e soprattutto fuori tempo massimo”

di Elisabetta Caredda

06 MAR - In merito al nuovo accordo integrativo regionale sottoscritto avantieri sera dall’assessorato alla Sanità ed i sindacati, interviene su Quotidiano Sanità il Segretario Regionale del Sindacato Medici Italiani (SMI), Luciano Congiu, che approfondisce alcune problematiche rimaste in pendenza sull’aspetto del provvedimento di cui è stata raggiunta l’intesa. 

“Con l’assessorato alla Sanità e gli altri sindacati – spiega il medico e sindacalista - abbiamo trovano una via di uscita volta ad indirizzare le indennità spettanti ai medici di base che non le percepiscono dal fondo dei cosiddetti ‘fattori produttivi’ disciplinati nell’AIR 2010, sui quali eravamo fermi per la condivisione del documento. Potranno essere assegnate sotto una diversa forma, ossia ‘a progetto’. Il fondo dei ‘fattori produttivi’ infatti, per il SISAC, che è stato sentito dall’assessorato, non poteva essere alimentato perché rientrante di quegli istituti che fanno parte di una vecchia tipologia di contratto; l’incremento di nuovi finanziamenti poteva semmai essere inserito soltanto nel nuovo accordo integrativo regionale una volta approvato, andando a considerare la nuova organizzazione territoriale con le aggregazioni funzionali territoriali (AFT), che sono previste sia dal nuovo ACN che dal DM77”.

“Siamo così arrivati alla condivisione del nuovo accordo integrativo regionale con le dovute modifiche/integrazione soltanto ieri all’incontro tenutosi in assessorato. Trascorso un anno di trattative da quando abbiamo cominciato a mettere in piedi il nuovo accordo ‘proforma’, ma del quale oggi temo non si possa dire sia definitivo. Siamo infatti ora fuori i tempi massimi potremo dire, perché siamo in fase di cambiamento di governo, ci saranno nuove nomine in assessorato, dunque l’attuazione del nuovo AIR, deliberarlo così come è o rivederlo ulteriormente, dipenderà molto dalle decisione che saranno prese in capo a colui o colei che succederà all’assessore Doria”.

“L’accordo presenta delle migliorie ma ha anche dei lati negativi. Lascia inalterate tutte una serie di indennità che andavano incrementate a distanza di 14 anni dall’AIR 2010. Come, per esempio, per le prestazione dei medici delle visite a domicilio prevede un compenso di 22 euro lordi a visita, vorrei vedere se un elettricista od idraulico si muovono per quel tanto a servizio che forniscono al cittadino. Noi lo facciamo, ma non ci sentiamo riconosciuti professionalmente”.

“Sono rimaste immutate le indennità relative alle prestazioni aggiuntive che dovrebbero alleggerire il pronto soccorso. Per esempio, per le suture sono previsti 10 euro lordi, che non vanno a coprire nemmeno il costo del kit di sutura. Tant’è che c’è chi le fa per spirito umanitario, senza farsi nemmeno pagare, perché ci si sente presi in giro. E’ un voler sminuire il nostro lavoro. 

“E’ un problema strutturale che parte anche dal contratto nazionale, ha dei paletti la nostra categoria, sono rimaste le tariffe di un tempo. La Regione per migliorare lo stato di cose dovrebbe fare delle scelte coraggiose, che ad oggi non state fatte scaricando la causa delle questioni alla disciplina del contratto nazionale”. 

“E’ necessaria una riorganizzazione del nostro lavoro che renda umanamente accettabile una attività che oggi giorno allo stato attuale delle cose porterà sempre più colleghi ad andare in pensione anticipata. Oltre al problema delle indennità, è impossibile per noi trovare un sostituto, è diventato difficile se non quasi impossibile anche solo avere un riposo per malattia o psico-fisico, per la carenza di medici in questa disciplina. A livello nazionale la nostra formazione dovrebbe essere riconosciuta attraverso un percorso di specializzazione equiparata alle altre specialità, e la Regione deve potersi fare portavoce in Conferenza Stato Regioni di questo. Essere considerati ancora oggi ‘medici di serie B’ e poi lamentarsi che i giovani sono più attratti ad altri settore della medicina anche per una migliore condizione del vivere, porta a non risolvere i problemi della carenza di medici della nostra categoria indispensabili per una Sanità territoriale che deve garantire assistenza al cittadino. Non serve scaricare i problemi al nazionale, le nostre Istituzioni devono persistentemente alzare la voce su questo punto, se vogliono poter reclutare personale e risolvere le disfunsioni delle sedi carenti”.

“Sugli aspetti positivi che il nuovo Air prevede c’è da riconoscere in generale un certo incremento di fondi. Un incremento che può rappresentare un punto di partenza, ma non sufficiente in quanto rappresenta un ‘valore’ che poteva coprire i costi che andavano compensati 10 anni fa, oggi con i rincari che ci sono stati su tutto, chiaramente si necessita di fondi maggiori”. 

“Un altro aspetto positivo, una conquista che abbiamo ottenuto con gli scioperi che ohimè abbiamo dovuto fare nel mese di ottobre, è l’istituzione di un tavolo permanente per la semplificazione e deburocratizzazione del nostro lavoro, che è quello che chiedono i medici di famiglia. I problemi non riguardano infatti unicamente l’aspetto contrattuale ed economico, ma anche quello della riduzione del carico di lavoro eccessivo. Nel corso degli anni si sono aggiunte a nostro carico sempre più mansioni, come per esempio anche per andare a tappare i buchi di una Asl che si trova con organico ridotto. Inoltre la popolazione ha raggiunto un importante numero di persone anziane, ci si trova a seguire e curare polipatologie che un tempo non si sarebbero accumulate, con una complessità molto elevata; 1500 pazienti di oggi sono un impegno quindi enormemente più gravoso di 1500 pazienti di 30 anni fa”. 

“Auspico dunque che si possa partire da questo nuovo accordo, che possa anche col nuovo assessore andare a buon fine tenendo conto degli aspetti positivi del provvedimento che vanno a migliorare un po' quello dell’anno 2010, ma non bisogna rimanere fermi a questo e mettersi subito a lavorare per redigere una integrazione al suddetto documento, che possa permettere di investire in modo più adeguato anche sulla nostra categoria e colmare le lacune che questo presenta – conclude Congiu.

Elisabetta Caredda

06 marzo 2024
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