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Lanzarin: “Così la Regione guarda avanti e incentiva la vita attiva e il volontariato dei pensionati”


01 AGO - “Questa legge aiuterà a promuovere una nuova cultura della ‘terza età’ e stimolerà una diversa concezione della vecchiaia. Che non è solo una condizione di fragilità e di non autosufficienza, ma sta diventando sempre più una condizione di ‘tempo liberato’, in grado di offrire professionalità, competenze, opportunità di crescita, se valorizzata nella sua dimensione sociale e se promossa e difesa con adeguati stili di vita e servizi su misura. Gli anziani sono sempre più una risorsa, e non solo un problema”.  Così l’assessore al Sociale della Regione Veneto, Manuela Lanzarin, saluta l’approvazione unanime da parte dell’assemblea legislativa di palazzo Ferro-Fini della legge per l’”invecchiamento attivo” .

“Questa legge rappresenta un primo step di un diverso approccio alla dinamica demografica dell’invecchiamento - – sottolinea l’assessore - In una regione come il Veneto, dove l’aspettativa di vita media sfiora ormai i 90 anni e dove, entro il 2030, un quarto della popolazione avrà più di 65 anni e ci saranno 200 anziani ogni 100 giovani valorizzare l’apporto sociale e comunitario della terza e della quarta età consentirà di liberare energie positive per l’intera società”.

L’assessore sottolinea in particolare il lavoro di concertazione che ha consentito di scrivere la nuova legge: “Abbiamo coinvolto 46 realtà organizzative, 59 esperti del mondo sociale e condiviso esperienze innovative su scala europea con il progetto ‘Active ageing going local’, guardando alle migliori esperienze del Nord Europa, per arrivare a scrivere una sorta di testo quadro delle politiche per l’invecchiamento attivo e per innescare meccanismi di ‘welfare generativo’, nei quali sono le persone anziane a dare una mano ai loro coetanei o ai più giovani. Salute e benessere, partecipazione sociale, occupazione e formazione sono i punti focali attorno ai quali organizzare nuove politiche di coinvolgimento attivo e di protagonismo delle persone che, anche se hanno concluso l’attività lavorativa, sono cittadini attivi, detentori di conoscenze, abilità e risorse sociali e culturali”.

La legge sull’invecchiamento attivo supererà l’esperienza del servizio civile per anziani (la relativa legge regionale sarà abrogata) e promuoverà un programma articolato di progetti e iniziative, di durata triennale, costruito coinvolgendo associazioni, Ulss, comuni, cooperative sociali, centri servizi del volontariato, organizzazioni sindacali e del terzo settore, scuole e università, e sostenuto da contributi regionali.

“L’impegno della Regione, che stanzia per il primo anno di applicazione della legge 800 mila euro – sottolinea ancora l’assessore- testimonia la volontà di investire in occasioni formative, progetti di comunità e rimborsi spese agli ‘over 65’ che si impegneranno in attività di utilità sociale, come nonni vigile, guide ambientali e culturali, accompagnatori di disabili o persone in difficoltà, animatori di turismo sociale, promotori di reti di volontariato e di vicinato,  tutte iniziative all’insegna della sostenibilità e dell’inclusione sociale”.  

“Il Veneto ha bisogno di investire nella solidarietà tra generazioni, in una vecchiaia attiva e responsabile e nella salute e nel benessere degli ‘anni d’argento’– conclude l’assessore -  non possiamo permetterci di rinunciare al contributo di partecipazione, esperienze, vitalità e competenze di un milione di veneti che hanno superato la soglia dei sessant’anni”.

01 agosto 2017
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