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Veneto. Inaugurazione anno giudiziario Corte dei Conti. Tutti i temi caldi della sanità


Il presidente della sezione veneta, Buscema, lancia l'allarme per la corruzione che si manifesta non soltanto "con le modalità riconducibili a fattispecie penali". E, coniderando l'attuale congiuntura economica, ricorda che "le insopprimibili esigenze di tutela della salute vanno coniugate con processi di razionalizzazione".

21 FEB - Grossa preoccupazione per la corruzione, che si annida in tutti i settori dell’amministrazione pubblica. “Un quadro desolante, certamente. Soprattutto un quadro allarmante”. E’ il timore espresso da Angelo Buscema, presidente della sezione giurisdizionale della Corte dei Conti del Veneto, in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Corruzione e concussione si manifestano “non solo con le modalità direttamente riconducibili alle corrispondenti fattispecie penali, quali le tangenti, ma trovano la loro sponda nel moltiplicarsi del peculato, del clientelarismo, dell’utilizzo personale della ricchezza pubblica”.

Per porre un argine a questo preoccupante trend, Buscema suggerisce di individuare in tutti i procedimenti “i livelli di competenza e di responsabilità, di garantire l’adozione di provvedimenti tempestivi, imparziali e trasparenti, di ridurre, fino ad eliminarle del tutto, le sacche di impunità, vera o presunta, di contrastare, con equa determinazione, i privilegi delle caste e di ripristinare il senso di fiducia dei cittadini nelle proprie istituzioni”.

Entrando nello specifico dei temi legati alla sanità, Buscema sottolinea che le “insopprimibili esigenze di tutela della salute vanno coniugate con processi di razionalizzazione e di recuperi interni di efficienza che non sono compatibili con fenomeni di sprechi connessi ad aggiramenti fraudolenti delle disposizioni in materia”. E la tutela della salute, sancito dall’art 32 della Costituzione, è allo stato attuale strettamente legata alle “esigenze di contenimento della dinamica dei costi delle prestazioni sanitarie nell’ambito della programmazione sanitaria di competenza regionale, anche in relazione agli andamenti della complessiva spesa sanitaria ed all’equilibrio economico-finanziario delle aziende ed Enti sanitari”.

Per quanto concerne il tema dell’invalidità dipendente o non da fatti di servizio, Buscema cita un caso esemplare in cui il giudice unico, dopo aver chiarito che la diagnosi della patologia accertata, pur se resa in previsione di un dato beneficio di legge, conserva la propria autonomia anche ad altri effetti, “ha rigettato la domanda di privilegio poiché, in specie, l’attività lavorativa né si poneva come l’antecedente causale spiegante forza preminente nel determinismo dell’evento, né, pur in presenza di un servizio quantitativamente non significativo, da un punto di vista qualitativo ha agito in modo da influire in maniera sensibile sul fatto conseguente”.
 

21 febbraio 2014
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