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Veneto. Nursind contro Coletto: “Prima ci dicono che i bilanci sono ok. E poi vogliono chiudere gli ambulatori. Assurdo”


Il segretario regionale del sindacato degli infermieri, Andrea Gregori, attacca l'assessore alla Sanità. "Gli ambulatori e le corsie sono le ultime cose su cui intervenire. Vanno prima ridimensionati gli uffici amministrativi e centralizzate le funzioni, ad esempio quelle dei laboratori analisi, con nessun impatto sul cittadino".

17 GEN - L'assessore regionale alla Sanità del Veneto, Luca Coletto, dichiara che mancano all'appello 240 milioni di euro. Eppure i direttori generali di più Ulss del Veneto continuano a porre l'accento sull'ottimo stato di salute dei bilanci locali. E nel caos più totale continua ad imperversare, senza che vengano proposte soluzioni, la moltiplicazione dei costi. E’ forte la denuncia del segretario regionale del Nursind, Andrea Gregori: “Pensare di chiudere gli ambulatori, come ha dichiarato Coletto è assurdo. Farebbe meglio ad ipotizzare di serrare la stanza dell'Assessorato regionale e consegnare le chiavi al suo successore”.

Alla razionalizzazione dei costi nessuno pensa, sottolinea il nursind, mentre si continuano a cercare soluzioni in cui a pagare sono soltanto i cittadini. “Gli ambulatori e le corsie sono le ultime cose su cui intervenire - sottolinea il segretario Gregori - vanno prima ridimensionati gli uffici amministrativi e centralizzate le funzioni, ad esempio quelle dei laboratori analisi, con nessun impatto sul cittadino. Sarebbe opportuno unificare le funzioni degli uffici addetti al controllo di gestione, agli appalti, all'attività legale, agli acquisti e, in particolare, vanno drasticamente tagliate le consulenze esterne di cui le Ulss si avvalgono per rispondere a compiti propri degli uffici presenti in ciascuna Azienda sanitaria. Appare inconcepibile, ad esempio, che le Ulss ricorrano a legali esterni quando vengono chiamate in causa, pur disponendo di professionisti a libro paga”.

Per Gregori il caso dei recenti concorsi pubblici di Cittadella e Vicenza è un’ulteriore conferma di spreco: due aziende Ulss limitrofe per le quali la Regione Veneto ha ritenuto opportuno duplicare i costi concorsuali, ben potendo immaginare che i 3500 partecipanti al bando avrebbero preso parte ad entrambi i concorsi. “Si potevano dimezzare i costi effettuando un unico concorso - chiosa il segretario regionale del Nursind - ma la Sanità regionale ha optato per due distinte procedure, replicando costi amministrativi e di locazione dei locali a Padova e Vicenza. A fronte di una così semplice soluzione, la Regione Veneto ha preferito ancora una volta gravare sul bilancio generale, quindi sui cittadini, che ancora una volta si vedono tirati in ballo e sono chiamati a subire ulteriori tagli ai servizi”.

Il Nursind del Veneto lancia quindi proposte e richieste: “Serve una regia regionale della Sanità cosciente ed attenta all'accorpamento delle Ulss, alla riduzione dell'inutile moltiplicazione dei costi e, soprattutto, proiettata a garantire servizi ai cittadini e non a ridurli per mantenere una macchina burocratica elefantiaca e privilegi non più sostenibili”.

17 gennaio 2015
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