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Portogruaro. Zaia riapre il punto nascite: “Al Governo che voleva chiuderlo abbiamo detto no”


L’attività era stata sospesa nel 2015 per carenza di personale. “Ora la squadra è stata ricomposta, ed è una grande squadra”, ha detto Zaia, che ha però puntato il dito contro il sistema di selezione e formazione in Medicina: “La programmazione nazionale è completamente sbagliata, tra test d’ingresso a medicina e sistemi farraginosi nella gestione dei posti di specialità”.

29 MAG - “Su questo reparto sono state fatte chiacchiere scandalose, raccontando alla gente che sarebbe stato chiuso per sempre. Oggi siamo qui a riaprirlo, come promesso, con un primario, sette ginecologi, dodici ostetriche e quattro pediatri, dotazioni tecnologiche su standard internazionali e la guardia anestesiologica H24, che prima non c’era, che partirà dal 29 giugno. Promessa mantenuta, esattamente il giorno che avevo indicato da tempo. Ora vedremo cos’altro si inventeranno per raccontare alla gente la bufala che la Regione non vuole investire sull’ospedale di Portogruaro”. Con queste parole, il Presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha riaperto stamattina il punto nascite dell’ospedale di Portogruaro, la cui attività era stata sospesa nel 2015 per il sopravvenire di “una grave carenza di personale che, per motivi di sicurezza delle partorienti e dei bambini, non ne permetteva l’attività”.

“Da allora, mentre troppe bocche parlavano a vanvera – ha aggiunto il Governatore – sono stati fatti sei concorsi, diciassette scorrimenti di graduatoria e novanta raccomandate a singoli specialisti per ingaggiarli. Alla fine, la squadra è stata ricomposta, ed è una grande squadra, con la quale puntiamo a ritornare in fretta ai 700 parti del 2011, a recuperare la mobilità verso il Friuli e a riaprire l’attrazione dalla vicina regione. Senza contare tutti i servizi che verranno forniti anche grazie al lavoro in rete con l’ospedale di San Donà e con gli Hub più grandi”.

Il Presidente della Regione ha espresso poi una critica al sistema di selezione e formazione universitaria nazionale in Medicina: “A Portogruaro, ma non solo qui – ha detto – siamo stati costretti ad una vera e propria caccia alle professionalità necessarie, e ciò accade soprattutto per la programmazione nazionale completamente sbagliata che, tra test d’ingresso a medicina e sistemi farraginosi nella gestione dei posti di specialità, tutto fa meno che rispondere alle reali necessità di professionalità giovani e volonterose dell’intero sistema sanitario”.

Zaia ha quindi proseguito evidenziando come, a suo parere, “la sanità veneta ha fatto una scelta coraggiosa mettendoci la faccia: al diktat di un Governo Nazionale che impone di chiudere tutti i punti nascita con meno di 500 parti l’anno, abbiamo detto che in Veneto non chiuderà nessuno e abbiamo risposto con un classificazione oggettiva che garantisce l’operatività in piena sicurezza di tutti. Stiamo parlando di parti il cui decorso sia mediamente normale, cioè il 99% dei circa 44.000 l’anno. Per quelli a rischio e caratterizzati da complicanze nella gravidanza ci si rivolgerebbe comunque alle grandi strutture superspecializzate che nel Veneto certo non mancano”. La scelta della Regione di lasciare aperti anche punti nascita con meno di 500 abitanti ha tuttavia ricevuto anche numerose critiche da parte dei professionisti.
 

29 maggio 2017
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