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Coronavirus. Nuova stretta dell’Emilia Romagna per fermare la catena di contagi domestici


Dopo le Rsa, la Regione ribadisce e rafforza anche le disposizioni e le procedure da seguire per contenere le infezioni tra le mura di casa. Tempestività della diagnosi, isolamento sicuro anche in strutture alternative e veloce conferma diagnostica della guarigione sono i punti di forza del piano. Donini: "Importante intervenire con ancora maggiore incisività su uno dei fronti più critici, anche in vista della ripartenza”. Il piano dell'assessorato già condiviso con Asl e parti solciali. LA SCHEDA

24 APR - Fermare i contagi tra le mura domestiche, che continuano a rimanere il luogo dove maggiormente si sviluppano i nuovi casi di infezione da Coronavirus. È l’obiettivo dell’Emilia-Romagna, che è intervenuta nuovamente sulle disposizioni e le procedure da seguire per limitare il più possibile le occasioni di contagio negli appartamenti, e di conseguenza anche nei condomini. Lo ha fatto ribadendo e rafforzando le Linee guida già indicate, attraverso un nuovo documento - che avrà un passaggio anche in Giunta regionale - che l’assessorato alle Politiche per la salute ha condiviso con Aziende sanitarie e parti sociali.
 
Tempestività della diagnosi, isolamento stretto in strutture di accoglienza alternative al domicilio se esso non può garantire le condizioni di isolamento sicuro, e tempestiva conferma diagnostica della guarigione. Questi i punti cardine da seguire, sintetizzati in una nota della Regione.
 
Previsti anche interventi specifici, tra cui la verifica in loco dell’adeguatezza dell’appartamento in cui le persone devono effettuare la quarantena; la proposta di strutture alternative e adeguate in cui svolgere il periodo di isolamento fino alla completa guarigione con doppio tampone negativo; il continuo monitoraggio delle persone in quarantena, ovunque siano collocate; la collocazione negli alberghi anche per i pazienti dimessi dall’ospedale che, clinicamente guariti, non possono rientrare al domicilio per svolgere la quarantena in attesa dei due tamponi previsti per la definitiva guarigione; e ancora, la necessità di effettuare tempestivamente i tamponi, sia per verificare la positività, sia la guarigione, a maggior ragione nel momento in cui si apprestano a ripartire le attività.
 
Regole chiare messe nero su bianco, che vanno così a rafforzare il percorso definito dalla Regione dall’inizio dell’epidemia: segnalazione dei casi sospetti, isolamento precauzionale degli stessi, individuazione dei contatti stretti, conferma diagnostica, trattamento domiciliare per le persone asintomatiche o con sintomatologia lieve, monitoraggio delle condizioni di salute dei pazienti e dei contatti stretti. Fino alla guarigione clinica e alla dichiarazione di guarigione con conferma diagnostica dopo il doppio tampone negativo.
 
“Un percorso attivato da tutte le Aziende sanitarie - sottolinea l’assessore alle Politiche per la salute, Raffaele Donini - che ha coinvolto i medici curanti, i Dipartimenti di sanità pubblica e di cure primarie, le Unità speciali di continuità assistenziale, gli specialisti. In questo modo siamo riusciti a ridurre i nuovi contagi e ad aumentare il numero di persone che guariscono ricevendo cure e assistenza nel proprio domicilio. Ma adesso, che ci si appresta ad entrare nella fase di ripartenza, a maggior ragione c’è bisogno - spiega l’assessore - di fare un ulteriore passo avanti, intervenendo sui contagi domestici, uno dei fronti caldi dell’emergenza. Lo facciamo dando un’ulteriore stretta su esecuzioni tempestive dei tamponi, anche per confermare la diagnosi di guarigione e quarantena sicura in strutture di accoglienza adeguate”.

24 aprile 2020
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