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Nursing Up non firma accordo sul riconoscimento economico: “Anche gli operatori dei reparti no Covid rischiano la vita”


L'accordo prevede 1000 euro per  gli operatori dei reparti Covid ad alto rischio e 600 per quelli dei reparti Covid ad rischio medio. “Non si possono dimenticare i colleghi che dal momento che in reparti o ospedali ‘No Covid’, sono stati esposti al Covid e senza DPI”, chiarisce la responsabile regionale del sindacato Laura Santoro. Che critica anche l'accordo sugli operatori esposti: “Parliamo di 1000/600 euro, per due mesi di attività professionali, a rischio della vita. Quindi di eroi mandati in guerra con un indennizzo di 16/10 euro al giorno. Spreconi!

27 APR - Il Nursing Up Lazio non ha firmato l’accordo sul riconoscimento economico di 1000 euro per gli operatori impegnati nei reparti Covid ad alto rischio e di 600 per per gli operatori impegnati nei reparti Covid ad rischio medio. E non lo ha fatto in considerazione di tutti gli operatori dei reparti no covid solo apparentemente non esposti al rischio. Parliamo invece, evidenzia la responsabile regionale del sindacato Laura Santoro, di “personale che è stato ugualmente esposto, anche indirettamente, a causa della nota penuria di DPI”. Anzi, la sindacalista evidenzia come sia stata proprio la salute di questi professionisti ad essere esposta ai maggiori rischi. Perché se “i dati, tra l’altro ci dicono di un basso tasso di contagi, per fortuna, nei reparti o ospedali Covid”, il tasso “è alto nei reparti e ospedali così detti no covid”.
 
“Ovviamente - evidenzia Santoro - Nursing Up non intende mettere sullo stesso piano, il personale sanitario in servizio presso i reparti Covid, rispetto ai non esposti. Indossare una tuta, una maschera in viso, una maschera di protezione per gli occhi con le relative piaghe da decubito, deve essere riconosciuto assolutamente. Però non si può non considerare o sottovalutare i dati che ci pervengono dai reparti “no Covid”. Non vogliamo un sistema premiante a pioggia, ma non si possono non considerare gli esposti, loro malgrado, per carenza di DPI”.
 
Per Santono “probabilmente non è chiaro, a tutti, l'apporto dato da infermieri ed altri operatori sanitari, anche indirettamente, ai colleghi in prima linea ed a quelli che hanno operato soprattutto nei reparti di medicina, pneumologia e geriatria dove sono stati ricoverati pazienti negativi al primo tampone o clinicamente e che si sono positivizzati successivamente al II o III tampone. Questi colleghi non avendo a disposizione DPI specifici sono risultati essere esposti con un rischio maggiore di contagio da Covid-19”.
 
E “non si considera - prosegue la sindacalista - che taluni pazienti, Covid positivi, si manifestano solo dopo un ricovero, per altre necessità di salute, in unità coronarica, traumatologia, oncologia ed ematologia, oculistica, geriatria, pneumologia e medicina, dialisi, ecc. dove il personale, dal momento che non coinvolto in strutture Covid, non è stato fornito di DPI adeguati. ...anzi, in molti casi è stato invitato, non indossare alcun tipo di mascherina, con minacce più o meno velate, anche accennando alla commissione disciplinare. Ho nel mio data base lettere di richiamo per aver indossato mascherine, senza autorizzazione. Qualcuno dovrà rispondere di ciò”.

27 aprile 2020
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