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Coronavirus. Massima attenzione alla trasmissione intrafamiliare nella fase due


Ma anche una riorganizzazione dell’area territoriale. Queste le prime indicazioni del Gruppo di lavoro guidato da Ferruccio Fazio secondo il quale sarà necessario affrontare in maniera drastica il problema della trasmissione nell’ambito familiare, con apposite strutture in cui ricoverare i positivi fino alla negativizzazione. Arrivano altri 25 infermieri militari desitinati alle Rsa

28 APR - Identificazione il più precoce possibile dei nuovi casi di Covid 19, in modo da spegnere i nuovi focolai attraverso l’isolamento dei casi e dei loro contatti e su uno stretto monitoraggio epidemiologico. È possibile quindi che per la fase due sia necessario affrontare in maniera drastica il problema della trasmissione intrafamiliare, con apposite strutture in cui ricoverare i positivi fino alla negativizzazione.

Sono queste le prime azioni che dovranno essere intraprese in Pimonte come indicato dal Gruppo di lavoro guidato da Ferruccio Fazio che ha comunicato all’assessore regionale alla Sanità del Piemonte, Luigi Genesio Icardi, le prime valutazioni sulla situazione epidemiologica in Piemonte, frutto di diverse circostanze che richiedono interventi in vista della fase 2.

“La curva epidemica è infatti in ritardo in Piemonte rispetto ad altre Regioni del Nord – sottolinea una nota della Regione – il che spiega in parte la mancanza di sincronia con queste ultime. Le province piemontesi mostrano una tendenza alla discesa della curva dei casi dalla data dei sintomi, e fluttuazioni dei tamponi positivi dovute a variazioni nel processo di somministrazione ed esecuzione dei test. I casi e i decessi attualmente osservati nelle RSA esprimono la situazione epidemica di più di due settimane fa. Continua un andamento in Torino e provincia che induce alla massima attenzione nel monitorare l’impatto delle prossime riaperture”.
 
È evidente quindi il peso esercitato dall’epidemia nelle RSA, particolarmente numerose nel territorio piemontese. Da qui le prime indicazioni del Gruppo di lavoro Fazio che elaborerà proposte e raccomandazioni da sottoporre all’Assessorato alla Sanità per la fase 2.
 
Operativi altri 25 infermieri militari. Venticinque nuovi marescialli infermieri in ferma annuale del Corpo sanitario dell’Esercito e dell’Aeronautica Militare destinati alle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa) del Piemonte, sono stati accolti ieri nell’aula magna del Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito, a Torino, dal generale di Divisione Salvatore Cuoci, comandante dell’Istituto di formazione, dal commissario straordinario per l’emergenza Covid-19 Vincenzo Coccolo e dall’assessore Icardi, alla presenza del comandante della Brigata alpina Taurinense generale Davide Scalabrin, e del colonnello Fabio Zanichelli in rappresentanza dell’Aeronautica Militare.
 
Nel dettaglio, gli infermieri militari da domani saranno a disposizione delle Asl piemontesi di Alessandria, Asti, Cuneo 1, Alba (Cn2), Novara, Torino, Collegno-Pinerolo (To3), Ciriè-Chivasso-Ivrea (To4), Chieri-Carmagnola-Moncalieri (To5), Vercelli e Verbania, a supporto esclusivo delle case di riposo più in difficoltà sul territorio. “Siamo riconoscenti allo Stato maggiore della Difesa per il generoso e puntuale apporto offerto al Piemonte in questa drammatica emergenza del coronavirus – ha osservato l’assessore Icardi -, sappiamo che si tratta di un aiuto sul quale possiamo sempre contare, tempestivo, quanto altamente affidabile”.
 
Dall’ospedale di Verduno all’Area sanitaria temporanea delle Ogr a Torino, dai servizi logistici e di movimentazione sul territorio alle operazioni di sanificazione nelle case di riposo, fino alla rete di 120 posti letto nelle caserme per l’isolamento domiciliare fiduciario, l’assessore Icardi e il commissario Coccolo hanno ricordato i principali fronti di impegno dei militari in Piemonte. Un intervento straordinario che sta coinvolgendo stabilmente oltre 700 uomini, tra Esercito, Aeronautica, Marina Militare e Arma dei Carabinieri, senza contare le mobilitazioni per le necessità occasionali.

Nello specifico, in Piemonte il contributo dell’Esercito nell’ambito delle tre linee operative (sicurezza, supporto sanitario e concorsi operativi) coordinato dal Comando Truppe Alpine, è garantito dai Comandi presenti su tutto il territorio regionale. In particolare, il Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito e il Comando militare Esercito Piemonte hanno messo a disposizione della Regione rispettivamente i padiglioni della caserma “Riberi” e l’intera Base logistico addestrativa di Bardonecchia, per un totale di 120 posti letto, per alloggiare persone che non hanno possibilità di isolamento domiciliare, mentre gli alloggi del ex circolo ufficiali di corso Vinzaglio vengono utilizzati per ospitare i medici e gli infermieri civili che lavorano nei reparti Covid, arrivati anche da fuori Regione, e che ne hanno fatto richiesta.
 
La Brigata alpina Taurinense ha poi integrato, su richiesta della Prefettura di Novara, con 53 Dragoni del 1° Reggimento Nizza Cavalleria di Bellinzago Novarese, il dispositivo già in atto di “Strade Sicure” per l’attività di controllo sul territorio assicurato dai due Raggruppamenti presenti, su base rispettivamente del Reggimento Artiglieria a Cavallo di Vercelli e del 5° Reggimento Lancieri di Novara di Codroipo (UD).
 
In termini di concorsi operativi, la Brigata ha garantito il trasporto di materiali (DPI, tute protettive) e attrezzature sanitarie dagli aeroporti di Torino-Caselle e Milano-Malpensa ai magazzini regionali della Protezione civile di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, oltre che la movimentazione interregionale e la distribuzione di materiale sanitario a favore della Protezione civile piemontese, compresa l’area sanitaria presso le Officine Grandi Riparazioni di Torino.
Infine, a seguito della richiesta avanzata dall’Unità di Crisi della Regione Piemonte, a partire dalla giornata del 25 aprile, la Brigata “Taurinense” al comando del generale di Brigata Davide Scalabrin, ha iniziato le operazioni di sanificazione nelle case di riposo maggiormente colpite dall’emergenza e che, entro il 10 maggio, prevede l’intervento su oltre 30 Rsa e circa 2.700 posti letto in tutto il Piemonte.
 

L’attività del personale medico e infermieristico militare di tutte e quattro le Forze Armate in supporto alla Regione, coordinata dal tenente colonnello Antonio Liguori (direttore del Poliambulatorio del Comando Militare Esercito Piemonte), è già in atto da settimane in molte province, a partire dal nuovissimo ospedale di Verduno e dal circostante territorio di Alba-Bra, dove già un nucleo di medici militari è impegnato nel sostegno ed nell’organizzazione delle Residenze sanitarie assistenziali, in forte sofferenza in questo periodo.
Inoltre, medici e infermieri con le stellette sono impiegati anche in altri nosocomi regionali come l’ospedale di Cuneo, presso cui opera un neurochirurgo, gli ospedali di Rivoli, Pinerolo, Vercelli, Alessandria, Saluzzo e l’Ospedale Oftalmico di Torino.
L’attuale dispositivo sanitario militare finora costituito da 19 medici e 29 infermieri, si è quindi potenziato ulteriormente da oggi, a seguito della richiesta di supporto da parte dell’Unità di Crisi della Regione Piemonte, con l’arrivo dei nuovi 25 marescialli infermieri da impiegare nelle Rsa del territorio regionale.
 

28 aprile 2020
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