Spending review. Pfizer Italia scrive lettera a Monti: “È insostenibile”
Pfizer Italia ha inviato a firma del presidente e Ad, Massimo Visentin, una lettera al Presidente del Consiglio Mario Monti, ai Ministri, ai Presidenti delle Commissioni Parlamentari coinvolte, all’AIFA e Regioni, sull’impatto della spending review sul comparto farmaceutico. “Non chiediamo incentivi ma manovre eque”.
25 LUG - L’azienda farmaceutica evidenzia come “il momento economico è sicuramente preoccupante e necessita di azioni rapide ed incisive” ma chiede alle Istituzioni “scelte strategiche che puntino al contenimento della spesa pubblica improduttiva e alla crescita economica, senza penalizzare uno dei pochi settori industriali trainanti dello sviluppo economico rimasti in Italia”.
Ecco la lettera:
“Il momento economico in Europa e nel nostro Paese è sicuramente preoccupante e necessita di azioni rapide ed incisive”, è scritto nella lettera. “Il Governo attuale sta cercando di risolvere questa grave crisi e va sicuramente sostenuto per il bene del nostro Paese. Consapevole della parte che un’industria come quella che rappresento possa e debba fare in un momento di crisi, vorrei comunicarLe la grande preoccupazione che emerge dalle possibili azioni che la nostra Corporate dovrà assumere a seguito delle decisioni del Governo in materia di spending review”.
L’attuale “spending review”, in aggiunta alle manovre degli anni passati, “è insostenibile per la nostra azienda e avrà necessariamente conseguenze molto pesanti in tema di occupazione e delocalizzazione degli investimenti negli anni a venire”, prosegue l’AD.
Pfizer, prima impresa farmaceutica a livello mondiale e italiano, investe in ricerca e sviluppo il 13,9% del proprio fatturato globale ponendosi al secondo posto tra le imprese in termini di investimenti in R&D con 9,4 miliardi. Nel 2011 Pfizer ha rappresentato per l’economia italiana, senza aiuti di Stato, un valore di 3,3 miliardi di euro pari a circa lo 0,2% del PIL. In Italia siamo presenti dal 1955 e nel 2011 Pfizer occupava 3.320 dipendenti pari a 16.000 posti di lavoro considerando gli indiretti e l’indotto, secondo il moltiplicatore dell’occupazione, che per il nostro settore è molto alto (x4,9) data l’alta qualificazione dei dipendenti e delle tecnologie di produzione.
“Non chiediamo particolari incentivi, come altri comparti industriali, ma manovre eque e una politica farmaceutica che riconosca il valore della ricerca e dell’innovazione”, precisa Visentin nelle sue conclusioni. “Chiediamo scelte strategiche che puntino al contenimento della spesa pubblica improduttiva e alla crescita economica, senza penalizzare uno dei pochi settori industriali trainanti dello sviluppo economico rimasti in Italia come studi accademici autorevoli dimostrano e di valutare bene gli impatti che possono derivare dalla spending review in termini di entrate fiscali, occupazione e bilancia dei pagamenti”.
25 luglio 2012
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