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Cervello. L’attivazione dei segnali nella regione dell’olfatto potrebbe ridurre la depressione


Condotto da ricercatori della NYU Grossman School of Medicine e dell'Università di Szeged, in Ungheria, un nuovo studio ha scoperto che il ripristino di determinati segnali in una regione del cervello che elabora gli odori potrebbe contrastare la depressione.

10 MAG - Ripristinare determinati segnali in una regione del cervello che elabora gli odori contrasta la depressione. È quanto evidenziato da uno studio condotto da ricercatori della NYU Grossman School of Medicine e dell’Università di Szeged, in Ungheria, e pubblicato da Neuron.

Precedenti studi hanno evidenziato che la comunicazione efficace tra le aree del cervello richiede una sincronizzazione delle attività in periodi ripetitivi, ovvero delle oscillazioni tra fasi di silenzio e attività. Uno di questi ritmi, chiamato ‘gamma’, si ripete circa 30 volte o più in un secondo e codifica informazioni complesse, quindi potenzialmente anche le emozioni.

Sebbene la causa sia sconosciuta, sembra che la depressione si rifletta nei cambiamenti dell’oscillazione gamma in aree che gestiscono l’olfatto, incluso il bulbo olfattivo; cambiamenti che costituirebbero un marker elettrofisiologico della patologia.

Lo studio
Per testare l’ipotesi, il team ha interrotto la funzionalità del bulbo con tecniche di signaling genetico e cellulare osservando, nel modello animale, che ciò portava a un comportamento correlato simile alla depressione. Viceversa, usando un dispositivo che potenzia i segnali gamma del cervello al ritmo naturale, si inverte questo comportamento.

“I nostri esperimenti hanno rivelato un legame tra la riduzione dell’attività gamma e comportamenti depressivi, con cambiamenti a livello del sistema limbico olfattivo simili a quelli osservati nei pazienti depressi”, spiega Antal Berenyi, autore principale dello studio. “Questo lavoro dimostra il possibile uso dell’approccio del potenziamento gamma per contrastare la depressione, nei casi in cui i farmaci risultino inefficaci”.

Fonte: Neuron 2023

10 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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