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Alcol. Le nuove linee guida dell’American Heart Association


Arriva su Circulation "il testo delle nuove linee guida dedicate alla presa in carico, al trattamento e alla gestione terapeutica dei pazienti affetti da malattia coronarica cronica“ spiega Michele Contel, Segretario generale dell’Osservatorio Giovani e Alcol

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È da pochi giorni disponibile sulla rivista Circulation il testo delle nuove linee guida dell’American Heart Association (AHA) e dell’American College of Cardiologists (ACC) dedicate alla presa in carico, al trattamento e alla gestione terapeutica dei pazienti affetti da malattia coronarica cronica (CCD -Chronic Coronary Disease).

Le linee guida escono periodicamente in funzione dei progressi delle conoscenze, della sorveglianza epidemiologica e delle buone pratiche registrate nella clinica.

Le malattie cardiovascolari rappresentano la principale causa di morte nei paesi avanzati.

Le 2023 Guidelines for the management of patients with Chronic Coronary Disease: A Report of the American Heart Association/American College of Cardiology presentano un’ampia gamma di indicazioni per questi pazienti sulla base di una documentata revisione dei dati di letteratura affidata ad un panel di esperti. Oltre agli aspetti diagnostici e terapeutici, le linee guida sottolineano l’importanza degli stili di vita. In quest’ambito sono scontate le conferme di alcuni fatti ben conosciuti: astensione dal fumo, dieta ispirata all’apporto nutrizionale della dieta mediterranea, attività fisica regolare in rapporto ad età e condizioni di salute.

Tra le raccomandazioni, l’AHA non esclude, per chi già beve abitualmente, la compatibilità di un consumo giornaliero moderato di alcol stimato intorno a poco meno di due unità alcoliche per gli uomini e poco sotto una unità per le donne. Pur non ritenendo opportuno per chi non beve, di iniziare, solo per motivi di salute, un consumo a basse dosi, le Linee guida riconoscono l’effetto benefico per la salute cardiaca del consumo limitato e regolare, ribadendo al contempo il rischio aumentato per i consumatori che eccedono le dosi raccomandate o bevono in modo eccessivo in singole occasioni (“binge drinkers”).

“La chiara indicazione del documento dell’AHA e del ACC” dichiara Michele Contel Segretario generale OPGA, “recepisce una consolidata sequenza di studi che evidenziano effetti protettivi per il cuore tra chi beve poco e regolarmente, effetti che si perdono tra gli astemi e i forti bevitori”.


“Inoltre” sottolinea Contel “i criteri di raccomandazione sono stati elaborati tenendo conto degli esiti già molto restrittivi del Global Burden of Disease pubblicato da The Lancet nel 2018. Revisioni più recenti dello stesso gruppo di studio (2022) riconoscono un vantaggio ben evidente per le basse dosi.

“L’esistenza di un beneficio anche per soggetti con malattia coronarica, già documentato da importanti studi italiani, andrebbe ricordata anche in chiave di salute pubblica, oggi allineata unilateralmente al mantra del consumo zero”.



31 luglio 2023
© Riproduzione riservata

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