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Neutrofili: difese dell’organismo o "alleati" dei tumori?


In caso di tumore queste cellule del sistema immunitario si trasformano in uno strumento per il cancro: i metaboliti del colesterolo prodotti dalle cellule tumorali sono infatti in grado di attrarle e far loro svolgere una potente attività pro-tumorale. Ma esistono molecole capaci di bloccare questo meccanismo.

01 AGO - Di solito i neutrofili – globuli bianchi che nascono nel midollo osseo – sono deputati alla difesa dell’organismo. Ma così come molti altri meccanismi immunitari, possono essere sfruttati dai tumori a loro vantaggio, rendendoli proattivi nel favorire la crescita e la diffusione incontrollata della neoplasia stessa. Come? Lo spiegano i ricercatori del San Raffaele in uno studio pubblicato su The Journal of Experimental Medicine: la colpa è dei metaboliti del colesterolo, prodotti dalle cellule tumorali, che sono in grado di attrarre queste cellule svolgono una potente attività pro-tumorale, fungendo da “benzina” per le cellule tumorali e permettendo al tumore di crescere indisturbato. Lo studio ha identificato anche una classe di molecole in grado di contrastare questo meccanismo, bloccando l’ingresso dei neutrofili nel tumore e arrivando a rallentare e arrestare la crescita del tumore. 
  
Afferma il dottor Vincenzo Russo,coordinatore della ricerca: “Per il momento abbiamo testato con successo la terapia farmacologica a livello murino per alcuni tipi di tumore come i linfomi, i tumori polmonari e i mesoteliomi. Questo lavoro, frutto di uno studio precedente svolto dagli stessi ricercatori (Nature Medicine - Tumor-mediated LXR? activation inhibits CCR7 expression on DC and dampens antitumor responses), rappresenta un passo in avanti sia nella conoscenza dei meccanismi biologici che favoriscono la crescita tumorale, sia nell’identificazione di nuovi target terapeutici che consentiranno di mettere a punto, nei prossimi anni, nuove terapie antitumorali”.
Allo stesso tempo, nel corso dello studio – come già accennato – è stata identificata una classe di molecole in grado di legarsi ai recettori dei metaboliti del colesterolo e di bloccare l’entrata dei neutrofili nel microambiente tumorale, consentendo così il rallentamento della crescita tumorale e in alcuni casi un prolungamento della sopravvivenza nei modelli murini. I farmaci legandosi ai recettori dei metaboliti funzionano così da “tappo” e impediscono alla “benzina”, ovvero ai neutrofili di entrare nel tumore, che arresta così la propria crescita.
 
Lo studio è stato realizzato da una équipe di medici e ricercatori guidati da Vincenzo Russo, responsabile dell’Unità di Terapia genica dei tumori dell’IRCCS Ospedale San Raffaele con il contributo dei ricercatori dell’Università di Milano, di Pisa, di Brescia, del Karolinska Institute di Stoccolma, di Harvard e Molmed.
 

01 agosto 2013
© Riproduzione riservata

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