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Scoperto un meccanismo genetico alla base delle malattie psichiatriche


Uno studio italiano mostra che il malfunzionamento di un gene è in grado di causare l’insorgenza di disturbi cognitivi analoghi a quelli presenti nella schizofrenia.

06 SET - Si chiama BDNF (Brain-Derived Neurotrophic Factor) ed è una proteina - una neurotrofina, per l’esattezza - coinvolta nella crescita e nella sopravvivenza dei neuroni e implicata nella modulazione delle funzioni cognitive. Non solo: secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia, variazioni nel gene che esprime questa proteina possono contribuire allo sviluppo di malattie psichiatriche.
Il gruppo di lavoro ha esaminato, per la prima volta, gli effetti dovuti all’aumento della proteina BDNF in topi di sesso femminile, partendo dal presupposto che le patologie psichiatriche che derivano dall’aumento o dalla diminuzione dell’espressione di questa proteina, si manifestano con caratteristiche differenti in relazione al sesso dell’individuo. Un aspetto noto da tempo (basti pensare alla schizofrenia, che si presenta più tardi nella vita delle donne rispetto agli uomini), ma su cui finora la ricerca aveva posto poca attenzione.
Nello studio, pubblicato su Learning & Memory, i ricercatori hanno modificato geneticamente topi da laboratorio in modo da produrre una quantità di BDNF nel cervello superiore al normale. I test eseguiti hanno dimostrato che, nel sesso femminile, l’aumento dei livelli di BDNF causa l’insorgenza di disturbi cognitivi specifici nella sfera della Memoria di lavoro (Working Memory), cioè nei processi di comprensione, di apprendimento e di utilizzo delle informazioni che stanno alla base della memoria a breve termine e che permettono di reagire in modo adeguato agli stimoli esterni.
Questo tipo di funzione cognitiva è particolarmente alterata in soggetti affetti da schizofrenia. Inoltre, in condizioni di stress è stato rilevato un aumento dell’ansia e della suscettibilità a crisi epilettiche e una diminuzione della capacità di prendersi cura dei piccoli.
“La nostra ricerca ha rilevato che tali modificazioni genetiche causano disturbi cognitivi selettivi e altre alterazioni comportamentali nei topi di sesso femminile”, ha spiegato il primo autore dello studio, Francesco Papaleo, del Dipartimento di Neuroscienze e Neurotecnologie dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). “Queste osservazioni - ha aggiunto - sono fondamentali per procedere nello sviluppo di nuove strategie terapeutiche per patologie psichiatriche basate sulla conoscenza di specifiche alterazioni genetiche”. 

06 settembre 2011
© Riproduzione riservata

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