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Malattie infiammatorie croniche intestinali. Amici Onlus: “I pazienti non sono ancora bene informati sulla corretta alimentazione”


Circa il 50% dei pazienti con Mici non ha ricevuto consigli sul regime alimentare da seguire, la maggior parte è malnutrito perché il regime che segue è scorretto. L’obiettivo ora è una Conferenza di consenso sulle buone prassi per la presa in carico dei bisogni socio-assistenziali e psicologici e una indagine di screening, promossa dalla comunità di pazienti, che coinvolgerà i centri che si occupano di Mici

17 DIC - Quanto il cibo influenzi il nostro stato di salute, la scienza lo iniziato ad investigare da tempo, anche se solo adesso si inizia a capire che una alimentazione sbagliata fa ammalare o peggiora le condizioni di salute. Ma il cibo può influenzare anche i nostri stati emotivi, concentrazione e capacità di “essere nel mondo”?
 
Per dare risposte a queste domande Amici Onlus ha messo in atto una serie di azioni mirate a portare in luce l’importanza della nutrizione e della stretta relazione tra mente e cibo. Un percorso iniziato nel 2018 con una indagine su 1053 pazienti con Mici dalla quale era emersa una mancanza di informazioni su un regime alimentare corretto, nonché una gestione inopportuna di eventuali deficit alimentari e/o intolleranze varie, fattori determinanti per lo sviluppo e la cura delle stesse malattie infiammatorie croniche intestinali (Ibd).
 
Ora l’obiettivo dell’Associazione è quello dell’empowerment: informare i pazienti dell’importanza di una appropriata ed equilibrata dieta quotidiana per contribuire migliorare le loro condizioni di salute fisica e psicologica, aiutarli ed educarli nella scelta del cibo da assumere e da evitare anche in relazione alle diverse fasi della malattia.
 
Un tema questo in testa all’agenda di Amici Onlus che punta a una Conferenza di consenso sulle buone prassi per la presa in carico dei bisogni socio-assistenziali e psicologici e una indagine di screening, promossa dalla comunità di pazienti, che coinvolgerà i centri che si occupano di Mici, con lo scopo di effettuare una valutazione qualitativa e quantitativa, delle condizioni e del fabbisogno nutrizionale dei pazienti.
 
“Tra le questioni più frequenti condivise dai pazienti in associazione – spiega Enrica Previtali, Presidente di Amici Onlus – c’è quella relativa alla alimentazione. Cosa posso mangiare dopo il mio intervento chirurgico? Potrò mangiare le stesse cose, ora che mi è stata diagnosticata una malattia infiammatoria cronica intestinale? Per capire lo stato della sensibilità, informazione e prassi su questo, abbiamo voluto avviare questa indagine i cui risultati sono davvero allarmanti. Come è possibile che i pazienti con Mici non ricevano, in metà dei casi, risposte su un argomento, l’alimentazione, che è direttamente collegato all’organo colpito dalla patologia?”.
 
E ancora, prosegue Previtali: “I pazienti con Mici raramente hanno ricevuto informazioni relative al protocollo alimentare e quando le hanno ricevute, la loro qualità di vita e tenuta psicologica è sensibilmente migliorata. Questo a dimostrazione di quanto sia possibile intraprendere una parte del processo di cura con la sola corretta alimentazione. Ci siamo accorti che molti pazienti seguono diete per passaparola, da internet, lette sui giornali. Invece, una corretta alimentazione è fondamentale per queste persone: in taluni casi una evidente malnutrizione comporta una risposta non efficace post operatoria oppure della terapia biologica. Questa situazione ci ha convinto fosse necessario fare qualcosa di importante, strutturato, articolato. Ecco da dove nasce l’idea di puntare su un tema così importante: scandagliare non solo il tema ‘alimentazione e impatto sulle funzionalità fisiche’, ma anche quello delle dimensioni psicologiche ed emotive della persona”.
 
Insomma, mente e cibo sono strettamente interconnessi e si influenzano a vicenda. Per comprendere meglio questi aspetti Amici Onlus ha recentemente organizzato tre incontri a Bari, Roma e Bologna (il prossimo appuntamento è previsto a Cagliari il prossimo 18 Gennaio presso l’Ospedale Microcitemico).
 
“Dedicare attenzione e gestire con competenza l’aspetto nutrizionale e quello psicologico nel paziente affetto da malattia di Crohn o colite ulcerosa – spiega Alessandro Armuzzi, responsabile del Centro delle malattie infiammatorie croniche intestinali della Fondazione Policlinico A. Gemelli Irccs di Roma – fa parte del concetto moderno di gestione multidisciplinare dell’individuo affetto da patologia cronica. Una dieta personalizzata, costituita da macro e microelementi di cui il singolo paziente necessita, in relazione al tipo di malattia infiammatoria cronica intestinale, costituisce un importante complemento da affiancare alle terapie antiinfiammatorie/immunomodulanti in atto”.

17 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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