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Boris Johnson e il Coronavirus

di Grazia Labate

Gli inglesi, quelli della Brexit, del facciamo da soli, quelli che avevano promesso di dare al loro NHS le risorse che davano all’Europa, e che invece non hanno mai dato, né con Farage, né con Boris Johnson, tant’è che si è assistito al lento, ma inesorabile declino del loro NHS. E che ora, di fronte al coronavirus, perseguono l’immunità di gregge

16 MAR - Quale cultura, scienza e responsabilità ci guidano in questo difficile momento? Il dott. William Hanage è professore di evoluzione ed epidemiologia delle malattie infettive ad Harvard è un epidemiologo. Ricerca e insegna l'evoluzione e l'epidemiologia delle malattie infettive alla Chan School of Public Health di Harvard. Quando ha saputo del piano britannico di lotta al coronavirus che si concretizza nel raggiungere "l’immunità di gregge", ha pensato che fosse satira. Un esempio titpico dell'umorismo per cui il paese è famoso.
 
La casa è in fiamme e le persone di cui ci siamo fidati per le nostre cure, lavorando allo stremo delle loro forze, stanno cercando di spegnere l’incendio. Ma lui, il coronavirus, questo terribile, invisibile, mutante, se non ci cauteliamo ci aggredisce e può essere in molti casi letale. Molti scienziati, ricercatori stanno tentando la strada della ricerca di un vaccino e ancor prima di una terapia che lenisca sofferenza e non porti alla letalità. Da Israele all’Olanda dall’Italia all’America i team sono al lavoro incessantemente. Ma i tempi non sono brevissimi anche nel migliore dei casi.
 
Gli inglesi, quelli della Brexit, del facciamo da soli, quelli che avevano promesso di dare al loro NHS le risorse che davano all’Europa, e che invece non hanno mai dato, né con Farage, né con Boris Johnson, tant’è che si è assistito al lento, ma inesorabile declino del loro NHS. Quelli dalle cure che scarseggiano per gli anziani malati di cancro, quelli del caso Tafida, la bimba, affetta da una grave lesione cerebrale, che è stata trasferita dalla Gran Bretagna a Genova poiché a Londra le avrebbero interrotto le cure vitali e per la quale è stata chiesta la cittadinanza italiana per motivi umanitari. Solo l'Alta Corte ha fermato i medici inglesi quando ha deciso: "Tafida non deve morire, andrà al Gaslini".
 
Quelli di Boris Jhonson che ora, di fronte al coronavirus, perseguono l’immunità di gregge. Anche se sapevano che stava arrivando il contagio e potevano vedere cosa stava succedendo ai vicini di casa quando sono stati sopraffatti da una ondata a velocità terrificante il governo britannico ha inspiegabilmente scelto di incoraggiare le fiamme, nell'idea sbagliata che in qualche modo saranno in grado di controllarle.
 
La Gran Bretagna va quindi da sola sul coronavirus. Possiamo solo sperare che la scommessa e l’azzardo non facciano troppe vittime.
L'obiettivo dichiarato è squello di ottenere "l'immunità di gregge" per gestire l'epidemia e prevenire una catastrofica "seconda ondata" il prossimo inverno. Una grande parte della popolazione è a basso rischio di sviluppare malattie gravi: parlando in modo approssimativo di persone fino all'età di 40 anni. Quindi il ragionamento dice che, anche se in un mondo perfetto non vorremmo che nessuno corresse il rischio di infezione, generando l'immunità nei giovani proteggiamo la popolazione nel suo insieme. Parliamo di virus che generano immunità nel gregge, ma perché in questo caso è diverso?
 
Perché questo non è un banale virus influenzale, ancorchè mutante, questo è un virus ancora per molti aspetti sconosciuto che si sviluppa velocemente, che sta scatenando una vera pandemia che farà ammalare un numero molto elevato di persone e alcune moriranno.
Anche se il tasso di mortalità è probabilmente piuttosto basso, una piccola parte di un numero molto elevato, la numerosità dei contagi è ancora un numero elevato, e quindi il tasso di mortalità salirà quando il SSN non ce la farà o sarà sopraffatto. Ciò dovrebbe accadere, anche se ipotizziamo generosamente che il governo riesca a limitare completamente il virus alla popolazione a basso rischio, ma al culmine dell'epidemia i numeri che richiedono cure critiche, sarebbero maggiori del numero di posti letto a disposizione e ciò è aggravato dal fatto che le persone che sono gravemente malate tendono a rimanere così a lungo in terapia intensiva, e ciò aumenta il carico di insopportabilità del sistema sanitario.
 
E ovviamente non si può limitarlo a questa fascia d'età. Pensiamo a tutte le persone di età compresa tra 20 e 40 anni che lavorano nelle strutture sanitarie o nelle case per anziani. Non c’è bisogno di molte elucubrazioni in contesti come quelli per capire che potremmo attenderci "risultati gravi". 
 
Nello stato di Washington, quasi tutte le morti riportate finora sono state associate a case di cura. Si suppone che tutti i membri di un gruppo ad alto rischio si ritirino dalla società per sei mesi fino a quando non possono emergere una volta evitata la seconda ondata (finora completamente immaginaria)?
“A proposito di quella seconda ondata: vorrei essere chiaro - dice il dottor Hanage -. Le seconde ondate sono cose reali e le abbiamo viste nelle pandemie influenzali. Questa non è una pandemia di influenza. Non si applicano le regole per l'influenza. Potrebbe esserci una seconda ondata? sinceramente non lo so. Ma le persone vulnerabili non dovrebbero essere esposte a un virus in questo momento, al servizio di un futuro ipotetico.
Mantenere le persone al sicuro significa auto-isolamento se si sviluppano i sintomi, ma anche i consigli ufficiali qui sono fuorvianti.
Mentre è di fondamentale importanza che i malati restino a casa per evitare di infettare gli altri, è sempre più chiaro che la trasmissione può avvenire prima che si manifestino i sintomi”.
“Sappiamo che questo è vero dalla modellistica e dagli studi osservazionali. L'ho visto accadere. Non sappiamo quanto spesso si verifichi o quanto sia importante nell'epidemiologia, ma sicuramente succede”, dice ancora Hanage.
 
“Tuttavia, gli argomenti sul tasso di mortalità del caso, i parametri di trasmissione e la trasmissione presintomatica non corrispondono spesso alla realtà Questo virus è in grado di chiudere i paesi. Non dovremmo voler essere il prossimo paese dopo Wuhan, Iran, Italia o Spagna. In quei luoghi, i sistemi sanitari sono allo stremo. Dovremmo invece guardare all'esempio della Corea del Sud, che, attraverso una combinazione di intensa sorveglianza e distanza sociale, sembra aver acquisito una parvenza di controllo sul virus. Possiamo imparare dalla Corea del Sud, da Singapore, da Hong Kong e da Taiwan, che finora hanno fatto un buon lavoro per mitigare i risultati peggiori nonostante abbiano segnalato casi all'inizio della pandemia e, nel caso della Corea del Sud, che hanno subito una grave esplosione del virus”, scrive ancora lìepidemiologo statunitense.
 
La funzione fondamentale di un governo è quella di proteggere la sua popolazione. Da ciò deriva la sua autorità, la fiducia della gente e la sua legittimità. “Nessuno dovrebbe illudersi che questo sia qualcosa che può essere schivato attraverso la manipolazione di un virus che stiamo solo iniziando a capire. Questo non è un tornado, è un uragano”, conclude Hanage.
Non facciamoci prendere dal panico, ma prepariamoci ad essere più consapevoli, più rispettosi per noi stessi e per gli altri, più uniti e solidali per affrontare questo flagello che non nascondiamocelo, ci fa una grande paura. Ha ragione Hanage non c’è proprio niente su cui scherzare.

Grazia Labate
Ricercatore in economia sanitaria già sottosegretario alla sanità

16 marzo 2020
© Riproduzione riservata

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