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Le controproposte di Gimbe alle richieste delle Regioni per la modifica delle misure anti Covid


27 GEN - Analisi e controproposte dela Fondazione Gimbe delle richieste avanzate in questi giorni dalle Regioni per la modifica delle misure di prevenzione e cpontrasto della pandemia.
 
• Superamento del sistema a colori delle zone di rischio: proposta pienamente condivisibile per tre ragioni. Innanzitutto, non sussistono attualmente differenze tra zona bianca e zona gialla e per la zona arancione le (poche) regole restrittive si applicano esclusivamente alle persone non vaccinate; in secondo luogo, le Regioni possono aumentare il numero di posti letto COVID-19 per evitare zone dai “colori più intensi” ma determinando conseguenze rilevanti in termini di mancata assistenza a pazienti con altre patologie; infine, è opportuno che siano le Regioni a istituire zone rosse, anche locali, in relazione alla circolazione del virus, al sovraccarico ospedaliero e ai ritardi delle cure in pazienti non COVID.
 
• Revisione delle misure inerenti alla sorveglianza sanitaria, suddividendo fra i casi positivi asintomatici e quelli con sintomatologia correlata: proposta non accettabile perché l’ipotesi di differenziare le regole di sorveglianza sanitaria tra casi sintomatici e asintomatici non è basata su evidenze scientifiche, mentre l’elemento discriminante oggi dovrebbe essere rappresentato esclusivamente dallo status vaccinale. Infatti, tra persone non vaccinate circa il 50% dei contagi avviene da parte di soggetti asintomatici, pre-sintomatici o pauci-sintomatici, mentre il vaccino (ciclo completo entro 120 giorni o dose booster) riduce sia il rischio di infezione (del 53,2-66,7%), sia la probabilità di contagiare altre persone perché la persona vaccinata è contagiosa per un periodo di tempo inferiore rispetto al non vaccinato.
 
• Sospensione del contact tracing nell’attuale contesto epidemiologico di elevata incidenza per la variante omicron, al fine di concentrare energie e risorse per un più efficace contrasto al virus: proposta condivisibile perché con l’attuale numero di positivi il contact tracing non è sostenibile né fattibile, né contribuisce in maniera efficace a rallentare la crescita dei casi.
 
• Proposta di aggiornamento delle misure di isolamento dei lavoratori dei servizi essenziali con la proposta di riduzione dei giorni di isolamento (pari a 3 giorni dall’inizio dei sintomi e ulteriori 3 giorni obbligo mascherina FFP2, favorendo l’auto-sorveglianza): proposta non accettabile, perché non esistono evidenze scientifiche per supportare il termine dell’isolamento per i positivi - indipendentemente dal loro status vaccinale - dopo 3 giorni dalla comparsa dei sintomi, senza accertarne la negatività con tampone antigenico o molecolare.
 
• Revisione e superamento dell’attuale sistema di sorveglianza nelle scuole, procedendo alla sospensione della didattica in presenza solo per i soggetti sintomatici; sospensione del contact tracing e mantenimento dell’auto-sorveglianza: proposta non accettabile, in quanto l’elemento discriminante ai fini della quarantena in caso di tampone negativo dovrebbe essere rappresentato dallo status vaccinale e non dalla presenza/assenza di sintomi COVID-19. Inoltre, in caso di positività al tampone, lo studente deve essere isolato, indipendentemente dallo status vaccinale.
 
• Revisione della classificazione dei ricoveri COVID, tenuto conto che al momento tutti i pazienti ricoverati, anche per altre patologie, se positivi, vengono conteggiati come ricoverati per le conseguenze da COVID: proposta non accettabile e rischiosa per varie motivazioni:
- Cliniche: la COVID-19 è una malattia multisistemica che colpisce numerosi organi e apparati e definire lo status di “asintomaticità” è molto complesso, specialmente nei pazienti anziani con patologie multiple; inoltre, la positività al SARS-CoV-2 può peggiorare la prognosi di pazienti ricoverati per altre motivazioni, anche in relazione all’evoluzione della patologia/condizione che ha motivato il ricovero e alle procedure diagnostico-terapeutiche attuate.
 
- Organizzative: la gestione di tutti i pazienti SARS-CoV-2 positivi, indipendentemente dalla presenza di sintomi correlati alla COVID-19, richiede procedure e spazi dedicati, oltre alla sanificazione degli ambienti. Di conseguenza, risulta molto difficile riorganizzare in tempi brevi la gestione degli “asintomatici” senza risorse aggiuntive, in particolare locali e personale.
 
- Medico-legali e amministrative: la responsabilità di assegnare il paziente ricoverato ad una delle due categorie, con tutte le difficoltà e le discrezionalità del caso, è affidata al personale medico e alle aziende sanitarie.
 
- Risvolti pratici: eliminando il sistema dei colori, di fatto, si tratterebbe solo di una rendicontazione separata, potenzialmente utile a fini epidemiologici e alla futura riorganizzazione dei servizi ospedalieri. Ma la riclassificazione dei pazienti ospedalizzati, in ogni caso, non può derogare dagli standard internazionali definiti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e dall’European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).

27 gennaio 2022
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