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Cardiologia e Pnrr al centro dell’incontro delle Società scientifiche del settore


Il Prof. Gian Franco Gensini, moderatore dell’incontro ed intervenuto anche in qualità di Coordinatore dell’Advisory Board dell’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del Sistema Nazionale Linee Guida, ha introdotto i lavori evidenziando come “innovazione, ricerca e sostenibilità siano tre anelli di una stessa catena, che inevitabilmente si indebolisce nel momento in cui uno solo dei tre anelli si indebolisce o viene a mancare”.

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“La complessa fase attuativa del Pnrr dovrà vedere nelle Società Scientifiche un interlocutore imprescindibile per l’identificazione di obiettivi, priorità e percorsi appropriati. Un contributo di indirizzo che, in sinergia con gli attori istituzionali, potrà facilitare la transizione da un momento dominato dall’entusiasmo per le potenzialità offerte dal Pnrr ad uno più maturo, concentrato sull’attuabilità degli interventi finalizzati alla modernizzazione e razionalizzazione delle diverse componenti deputate a fornire una risposta efficace alla domanda di salute avanzata dalla popolazione dell’intero Paese”.

Queste le riflessioni che arrivano dai Presidenti delle Società Clinico-Scientifiche Cardiologiche che si sono confrontati in una tavola rotonda organizzata nell’ambito del XX Congresso Nazionale della Società Italiana Cardiologia Ospedalità Accreditata (Sicoa), organizzato nei giorni scorsi  Napoli. Sul tappeto le criticità riguardanti il capitolo salute del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

L’obiettivo salute del Pnrr, sottolinea una nota, è quello di rafforzare la prevenzione e l’assistenza tramite l’integrazione tra servizi sanitari e sociali e la digitalizzazione del Ssn, ma anche di potenziare il Fascicolo Sanitario Elettronico e la Telemedicina, nonché promuovere la formazione del personale sanitario e la ricerca scientifica. Gli effetti della pandemia hanno reso evidente che rispondere ad un bisogno di salute non può limitarsi alla semplice erogazione di una prestazione sanitaria, ma richiede un ripensamento radicale del concetto di sanità: una vera e propria riorganizzazione degli ambiti di azione, delle funzioni, delle attività e dei compiti del Ssn


Il Prof. Gian Franco Gensini, moderatore dell’incontro ed intervenuto anche in qualità di Coordinatore dell’Advisory Board dell’Istituto Superiore di Sanità nell’ambito del Sistema Nazionale Linee Guida, ha introdotto i lavori evidenziando come “innovazione, ricerca e sostenibilità siano tre anelli di una stessa catena, che inevitabilmente si indebolisce nel momento in cui uno solo dei tre anelli si indebolisce o viene a mancare”.

Come sottolineato da Francesco Caiazza, Presidente Sicoa, “purtroppo, la pandemia ha enfatizzato la debolezza strutturale dell’intero sistema assistenziale, a partire dalle sue componenti territoriali, mentre le attività di ricerca e formative delle strutture accademiche non hanno mantenuto livelli adeguati di performance durante lo stress test pandemico”.

In epoca di algoritmi di intelligenza artificiale applicati ai big data, considerati il petrolio del XXI secolo, fondamentale il ruolo delle reti precostituite di raccolta dati sul modello ad esempio della UK Biobank, come piattaforma su cui convogliare risorse umane e tecnologiche, sviluppando database complessi in grado non solo di alimentare i grandi trials, ma anche di fornire reports costantemente aggiornati sulle attività clinico-assistenziali utili nel guidare l’attività degli Enti di gestione.

I criteri impiegati per l’allocazione di risorse destinate alla ricerca in campo sanitario devono essere completamente rivisti rispetto all’attuale modello dei Progetti di Rilevante Interesse Nazionale (Prin) che, come sottolineato dal Prof. Ciro Indolfi attuale Presidente della Società Italiana di Cardiologia (Sic), “hanno in larga parte fallito nel tentativo di introdurre in Italia un approccio al finanziamento della ricerca medica improntato sull’esempio dei National Istitute of Health (NIH) americani che si caratterizzano, al contrario, per l’elevatissima capacità di produrre innovazione e brevetti”.

Dai Presidenti è stato espresso un sentimento di forte preoccupazione sulla reale possibilità di sfruttare al meglio le risorse economiche straordinarie garantite dal Pnrr al comparto sanitario. Infatti, è stato sottolineato in molti degli interventi come il contesto italiano sia purtroppo ancora fortemente caratterizzato da un’eccessiva complessità burocratica nelle attività di erogazione dei fondi e di reclutamento del personale, dai troppi (e frequentemente cangianti) vincoli normativi e da un’atavica difficoltà e riluttanza alla condivisione dei dati. A questo proposito, la regionalizzazione del nostro Ssn ha fin qui portato non soltanto alle note disparità tra le diverse regioni nei livelli di assistenza garantiti alla popolazione, ma anche allo sviluppo di piattaforme digitali per la raccolta dei dati sanitari diversificate (e non in grado di comunicare tra loro) o in alcuni casi ancora inesistenti.

Il Professor Furio Colivicchi, Presidente della Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri (Anmco), nel suo intervento ha ricordato “l’Anmco ha sviluppato e pubblicato nel Giornale Italiano di Cardiologia e nell’European Heart Journal una serie di documenti scientifici, che chiariscono le rilevanti criticità che affliggono le strutture ospedaliere ed ambulatoriali del Ssn in questo momento storico. In questi stessi documenti vengono proposte soluzioni organizzative volte ad ottimizzare l’impatto delle risorse che in Pnrr renderà disponibili. In particolare, la formazione del personale, l’aggiornamento delle tecnologie e la definizione di percorsi di presa in carico sostenibile e digitale sono, a nostro giudizio, una priorità assoluta. L’Anmco, che raccoglie i cardiologi del Ssn, ha una capillare presenza nelle strutture ospedaliere e ambulatoriali nazionali e si pone come interlocutore positivo e propositivo nell’implementazione dei piani di sviluppo del Pnrr”.

“Nel nostro Paese abbiamo oggi un enorme problema rappresentato da un limitato grado di digitalizzazione delle diverse entità operanti nell’ambito del Snn – ha affermato il Prof. Giovanni Esposito, Presidente della Società Italiana Cardiologia Interventistica (GISE) –  nonché dalla mancanza di standardizzazione nella definizione e codifica delle diverse prestazioni. Questa carenza, tra l’altro, impedisce un’efficace valutazione dei livelli di appropriatezza delle prestazioni erogate ed ostacola la pianificazione di interventi correttivi informati dai dati, nella direzione di una maggiore sostenibilità del sistema. In questo ambito - aggiunge - le Società Scientifiche Cardiologiche possono contribuire in maniera sostanziale anche promuovendo la diffusione di sistemi di standardizzazione nella raccolta dati relativi alle procedure ed alle indagini eseguire in ambito cardiologico, favorendone la condivisione e promuovendo iniziative incentrate sui principi dell’assistenza sanitaria basata sul valore (value-based health care)”.


Caiazza ha anche espresso perplessità riguardo all’efficacia dei provvedimenti attuativi contenuti nei nuovi decreti ministeriali per il potenziamento dell’offerta ospedaliera (DM 70) e lo sviluppo dell’assistenza territoriale (DM 71), in particolare evidenziando “la scarsa considerazione riservata alle risorse umane delle Strutture Sanitarie pubbliche e private, da intendere non come possibile capitolo di costo, ma come fattore produttivo”.



06 luglio 2022
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