Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Lunedì 29 APRILE 2024
Studi e Analisi
segui quotidianosanita.it

TikTok e i mangiatori di patatine…

di Anna Paola Lacatena

Se non posso prendermi altro, mi prendo il piacere del cibo, quello che l’élite guarda con malevolo ma desiderante ribrezzo. Le classi meno facoltose mangiano, quelle con più possibilità limitano grassi e zuccheri. Le tavole dei primi sono ricche, quelle dei secondi fanno tristezza. Ecco una delle poche recenti rivoluzioni culturali del mondo Occidentale. A fronte di importanti disuguaglianze sociali, il cibo come rivalsa social(e)...

09 GEN - Ė sera. La luce è fioca, i volti stanchi, le mani segnate dal lavoro, gli sguardi rassegnati e privi di speranza. Con l’opera I mangiatori di patate (1885), Vincent Van Gogh evoca il duro lavoro quotidiano con il quale i contadini si procurano il cibo. La scena familiare è ora riattualizzata in chiave moderna, ossimorica e parossistica dall’opulenza degli attuali - e social - nuovi mangiatori di patatine (fritte e con tanta maionese). Nell’azzardo di questa analogia sembrano scontrarsi l’essere umano cacciato dall’Eden che si ciba con frugalità dei frutti del suo impegno e la volgarità di chi il suo Eden lo costruisce con un altro tipo di raccolto - i followers.

I mangiatori di patatine offrono allo sguardo del social-spettatore il proprio pasto. Eccede il condimento, traboccano le porzioni, si compongono giganteschi bocconi.
Il cibo, materia dalle grandi capacità evocative, dunque, non poteva sottrarsi al fascino dello storytelling. Nonostante l’anno di nascita recente (2018) è TikTok il social media più apprezzato.
Pochi minuti (o addirittura secondi) per raggiungere un numero considerevole di persone. Il tutto al solo costo della propria esposizione. Ciò che conta è la reaction e questa val bene la mancanza di qualità, di misura, di buone maniera.

Nato in Corea del Sud nel 2010, il fenomeno del Mukbang consiste in persone che mangiano live grandi quantità di cibo, interagendo con il pubblico e beneficiando in alcuni casi di un compenso in denaro, ricavabile da visualizzazioni e sponsorizzazioni, oltre che da sistemi di pagamento come lo star balloon.
La maggior parte dei Broadcast Junkies o BJ - di origine orientale, non coniugata e residente in piccole abitazioni - pubblicano o visualizzano video Mukbang con l’obiettivo di ridurre il senso di solitudine (Hu, 2015). La parola coreana “famiglia”, infatti, significa “coloro che mangiano insieme” (Blum, 2014).

Sono diverse le tipologie dei live eaters ma nella maggior parte dei casi sono donne. Ė evidente lo stereotipo figura femminile, casa e preparazione dei pasti (Hong 2016). Gli uomini, soprattutto se soli, hanno così la sensazione di desinare in compagnia, anche se ciò avviene solo virtualmente (Herald, 2015). Non è da escludere tra le possibili interpretazioni anche il consueto e, a questo punto, transcontinentale abbinamento accudimento-madre. Vicinanza, semplicità comunicativa, stimolazione sensoriale, dunque, sono solo alcuni degli elementi che rendono il fenomeno così seguito.
Anche nel nostro Paese, soprattutto negli ultimi cinque anni, il Mukbang va facendosi strada, sia pur con patterns più nostrani.
Ciò che assume centralità in moltissime stories, resta l’eccesso.
La nostra fame, il nostro bisogno di contatto, l’eterno ritorno di Eros e Thanatos sintetizzati in un selfie movie.
Dall’altra parte dello schermo alcuni spettatori, poi, fruiscono di un altro tipo di piacere: il voyeurismo gastronomico. Mangiare per interposta persona. Provare piacere e appagamento attraverso la vista.

Un recente studio ha individuato una correlazione tra la visione problematica di questi video e i Disturbi Alimentari in termini di creazione di credenze distorte rispetto all’alimentazione e al tenersi in forma, all’aumento della percezione di accettabilità sociale dell’alimentazione incontrollata (binge-eating), alla dispercezione corporea, all’acquisizione di stili di vita poco salutari e alla riduzione del piacere dell’alimentazione sana (Kircaburun, 2021).

Eccedenza, rumori di masticazione, di deglutizione, sorrisi, mugolii, affermazioni di soddisfazione. L’onomatopea del godimento (apparente?) attira l’attenzione dei video-spettatori così come per altri binari magari la stessa si orienta verso la visione di contributi sul mangiare sano e sulla forma fisica. L’Auntonomous sensory meridian response (ASMR- Risposta autonoma del meridiano sensoriale), è il rilassamento mentale, evidentemente piacevole e desiderabile, prodotto proprio dai suoni della cucina e della consumazione dei pasti, attivando il sistema della gratificazione e mettendo in circolo le endorfine del piacere, ossia dopamina e seretonina.

Il cibo preparato, servito e mangiato in maniera esagerata sembra essere, poi, la risposta alla morigeratezza del piatto di chi fa attenzione al peso, alla qualità e alla genuinità degli alimenti. Il cibo sano, però, ha decisamente meno appeal (e non solo social). Ė serioso, ripetitivo, quasi mai veramente cool. Il tutto è da riportare probabilmente al gusto e all’abbinamento abbondanza/festa, al rilascio di dopamina di alcuni grassi saturi, senza secondizzare fattori evoluzionistici che potrebbero spiegare la ricerca e il gradimento di cibi energetici e piacevoli al palato.

La trasgressione solletica ma non sempre si sceglie di assecondarla, allora spesso ci si limita ad osservarla nell’altro Ė il piacere per procura. Io mi astengo ma tu mangia, ingozzati di tutto ciò che presto a te provocherà problemi di colesterolo, di trigliceridi, di diabete.

Ė feticismo del desiderio, delegato al protagonista dei video che assurge a supplente funzionale, il vicario di un mangiare oltre misura dal quale lo spettatore decide di astenersi non rinunciando al quasi, all’interposizione (Bruno, 2016). In questo la stimolazione audio-visiva è dirimente anche rispetto al rischio di sviluppare un uso problematico o una dipendenza da Mukbang (Kardefelt-Winther, 2014; Choe, 2019).

Joyal et al. (2015) sostengono che proprio in ragione di quel filo che lega il cibo alla seduzione, alcuni individui finiscono per fare coincidere gratificazioni sessuali e alimentari in una nuova formula: il feederismo - una parafilia che trae il suo nome dal verbo inglese “to feed”, nutrire, imboccare, sfamare.

Secondo i dati FAO del 2018, in tutto il mondo sono quasi due miliardi gli adulti sovrappeso e circa 650 milioni gli obesi. L’incidenza di questa nuova forma di malnutrizione e di tutti i rischi per la salute che ne conseguono è maggiore tra le fasce povere della popolazione.
L’obesità nei Paesi occidentali non è meno epidemica con un forte potere selettivo sociale: «colpisce i soggetti più deboli, meno garantiti, meno alfabetizzati e con minor potere d’acquisto. Così se una volta i poveri erano infelici e magri, oggi sono infelici e grassi. Un tempo malnutriti per difetto, oggi malnutriti per eccesso. Allora perché mangiavano troppo poco, oggi perché mangiano troppo male. Il che fa degli obesi i nuovi paria del villaggio globale. Vittime predestinate dell’industria del junk food, di cui sono peraltro i principali finanziatori. Ma al tempo stesso maltrattati, stigmatizzati e discriminati. Oggetto di una triplice condanna, etica, dietetica ed estetica.» (M. Niola, Poveri e obesi, i nuovi paria del villaggio globale, Il Venerdì di Repubblica, 23 marzo 2018).

Se non posso prendermi altro, però, mi prendo il piacere del cibo, quello che l’élite guarda con malevolo ma desiderante ribrezzo. Le classi meno facoltose mangiano, quelle con più possibilità limitano grassi e zuccheri. Le tavole dei primi sono ricche, quelle dei secondi fanno tristezza. Ecco una delle poche recenti rivoluzioni culturali del mondo Occidentale. A fronte di importanti disuguaglianze sociali, il cibo come rivalsa social(e).
Prigionieri di modelli fisici e mentali, non c’è differenza, però, tra chi guarda e chi è guardato. Da una parte la gratificazione dell'esibizione di sé nell’assunzione del cibo, dall’altra la consapevolezza di non essere chi si sta osservando.

Il cibo come le droghe, il sesso, perché il piacere, in tutti le sue possibili declinazioni, è benessere (almeno iniziale). Per restare tale, però, deve sottrarsi all’inesauribilità, all’immediata rinnovabilità, alla facile reperibilità. Il piacere come eccesso, infatti, senza la complessità del governo e della misura non può più essere tale.
Basterà il virtuale senza un soddisfacimento del bisogno di relazione reale ad appagare la nostra fame di legami?

Anna Paola Lacatena
Sociologa e coordinatrice del Gruppo “Questioni di genere e legalità” della Società Italiana delle Tossicodipendenze (SITD)

Bibliografia
Blum, J. (2014, January 31). South Korean woman makes a fortune by livestreaming herself eating. Retrieved May 2, 2018, dal sito http://www.scmp.com/news/asia/article/1417558/south-korean-woman-makes-fortune-livestreaming-herself-eating
Bruno, A. (2016). Food as object and subject in Korean media. Korean Cultural Studies, 31, 131–165.
Choe, H. (2019). Eating together multimodally: Collaborative eating in mukbang, a Korean livestream of eating. Language in Society, 48(2), 171-208.
Hu, E. (2015, March 24). Koreans Have An Insatiable Appetite For Watching Strangers Binge Eat. Retrieved May, 2018, dal sito https://www.npr.org/sections/thesalt/2015/03/24/392430233/koreans-have-an-insatiable-appetite-for-watching-strangers-binge-eat
Hong (2016, March 22). Single-person households surge in South Korea. Retrieved May 20, 2018, dal sito https://www.straitstimes.com/asia/east-asia/single-person-households-surge-in-south-korea
Kardefelt-Winther, D. (2014). A conceptual and methodological critique of internet addiction research: Towards a model of compensatory internet use. Computers in human behavior, 31, 351-354.
Kircaburun, K., Yurdagül, C., Kuss, D. et al. Problematic Mukbang Watching and Its Relationship to Disordered Eating and Internet Addiction: A Pilot Study Among Emerging Adult Mukbang Watchers. Int J Ment Health Addiction 19, 2160–2169 (2021).

09 gennaio 2023
© Riproduzione riservata


Altri articoli in Studi e Analisi

ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy