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Lo psicologo di base e le 7 proposte di legge

di Saverio Proia

È augurabile che ora la Commissione acceleri l’iter di approvazione del testo unificato in considerazione del fatto che il provvedimento è già calendarizzato in Aula per il prossimo mese anche se si approssima anche la sessione di bilancio ma tutto si può superare se c’è la volontà positiva e favorevole.

09 OTT -

“Il sette, per le sue virtù celate, mantiene nell’essere tutte le cose; esso è dispensatore di vita, di movimento ed è determinante nell’influenzare gli esseri celesti” così affermava nell’antichità il medico Ippocrate.

Il numero sette nelle religioni e nelle culture ha un enorme valore positivo e simbolico e sette sono le proposte di legge sullo psicologo di base depositate in Parlamento e ora all’esame della Commissione Affari Sociali della Camera, relatore l’on. Luciano Ciocchetti, con l’obiettivo di giungere ad un testo unificato: 4 proposte di maggioranza: Fratelli d’Italia, Noi Moderati, Forza Italia e Lega Nord, 3 di minoranza di cui una di Cinque Stelle e 2 del PD: ottimo raccolto questa in stagione parlamentare , nella precedente era presente, unica voce nel deserto la proposta della Senatrice Paola Boldrini che non riuscì nell’intento per la fine anticipata della legislatura.

Quindi il numero sette potrebbe essere di auspicio per una rapida e a larga maggioranza o unanime approvazione dai due rami del Parlamento in questa legislatura, un forte movimento di opinione favorevole si è creato, la legislazione regionale anticipatrice del provvedimento nazionale nel frattempo avanza celermente e anche per questo è l’urgente la necessità di una legge nazionale che omogeneizzi e implementi le realtà regionali realizzate o in fieri e dia coraggio alle minoritarie Regioni o che stanno all’inizio del processo legislativo o non l’abbiano iniziato.

È augurabile che ora la Commissione acceleri l’iter di approvazione del testo unificato in considerazione del fatto che il provvedimento è già calendarizzato in Aula per il prossimo mese anche se si approssima anche la sessione di bilancio ma tutto si può superare se c’è la volontà positiva e favorevole.

Infatti sono ormai alcuni anni che si è riscoperta l’enorme valore ed apporto che ha la psicologia nell’attuare la concezione di salute dell’OMS anche nel nostro Paese (la salute non è assenza di malattia ma benessere biopsicosociale) come era nella fase di costruzione della riforma sanitaria nelle cui leggi anticipatrici (405, 194, 180 ecc.) la componente psicologica era presente e i primi psicologi vennero assunti prima dagli enti locali e poi transitati al SSN e inquadrati nel ruolo sanitario…ma poi venne il lungo medioevo buio dei blocchi di assunzioni e di tagli alla sanità e i psicologi non vennero più assunti e quelli in servizio cominciarono a pensionarsi con enorme riduzione dei servizi resi: mi ricordo che negli anni 80 erano più di 9000 gli psicologi in servizio nelle USL oggi nelle Aziende sanitarie poco meno di 5000…meno degli assistenti sociali!!!

La rinascita o meglio la riscoperta del valore terapeutico della psicologia iniziò nell’anno 2016 con l’istituzione da parte dell’allora sottosegretario Vito De Filippo di uno specifico Tavolo della Psicologia, da me coordinato, che ebbe il merito di contribuire con il documento prodotto all’implementazione delle prestazioni psicologiche nei nuovi LEA e del loro riconoscimento nel nomenclatore e poi l’introduzione dello psicologo nel team del medico di famiglia nella conversione del decreto Calabria con un emendamento pluripartisan che portò all’integrazione dello psicologo nello stesso dlgs 502/92., laddove parla di ACN della medicina generale.

Sarà poi la tragedia dell’epidemia COVID 19 il momento nel quale cittadini, operatori della salute e istituzioni preso consapevolezza che la salute e quindi anche lo stato di malattia non è solo un fattore biofisico ma la componente della salute mentale e del benessere psicologico sono altrettanto centrali e determinanti anche ad evitare o limitare gli effetti delle stesse malattie biofisiche e da lì riprendono le assunzioni di psicologi anche se prima come precari e poi non solo l’avvio delle stabilizzazioni ma anche la ripresa dei concorsi per l’assunzione di dirigenti psicologi a tempo indeterminato e l’emanazione di norme, sempre pluripartisan, quali la Funzione aziendale di psicologia, il bonus psicologo, la riedizione di uno specifico tavolo della psicologia, la previsione dello psicologo nel DM77 (anche se le proposte delle Regioni erano più precise nel numero e nella funzione) la previsione del ruolo dello psicologo nelle scuole e nelle università e quant’altro sino a far sì che la rivendicazione del “benessere psicologico” diventa un obiettivo di lotta degli stessi studenti nelle loro occupazioni e nei loro cortei.

Da decenni ho svolto e svolgo attività di consulenza, progettazione normativa ed organizzativa nonché ricerche, studi ed attività di docenza sulle questioni dell’evoluzione e trasformazione dell’organizzazione sanitaria e sociosanitaria in particolare sulle questioni relative alle professioni ed al personale dipendente e convenzionato ricoprendo negli anni vari ruoli: sindacato, dirigente SSN, dirigente Ministero Salute, consulente Agenas e Aran, di ordini e società scientifiche… ma una evoluzione così di una richiesta corale e trasversale dall’utenza alle istituzioni della necessità di un intervento di una determinata professione sanitaria e sociosanitaria nella tutela e promozione della salute non l’ho riscontrata in nessun’altra professione.

Dal medioevo della psicologia nel SSN, infatti, stiamo transitando con una consapevolezza corale raramente riscontrabile nel Paese dei guelfi e dei ghibellini, nel Rinascimento della psicologia non solo nel SSN bensì in tutte le articolazioni della vita civile e associativa; mi auguro che questa volta si possa realmente innovare nella capacità del nostro Stato e delle nostre Regioni e Province autonome nel garantire e promuovere la tutela della salute in una condizione di benessere realmente biopsicosociale e l’approvazione della legge sullo psicologo di base può essere il tassello tanto discontinuo quanto strategicamente innovatore per cambiare l’attuale realtà delle cure primarie in Italia.

Infatti la novità è data dal fatto che le funzioni dello Psicologo di base, di cure primarie, di comunità o di assistenza primaria (ha vari definizioni ma le competenze sono le stesse) hanno la finalità di sostenere ed integrare in particolare, ma non esclusivamente essendo una professione sanitaria intellettuale con un suo specifico ed autonomo campo di intervento, l'azione dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta nell'intercettare e rispondere ai bisogni assistenziali di base dei cittadini.

È una attività:

finalizzata ad intercettare precocemente e diminuire il peso dei disturbi psicologici, così come i bisogni di tipo psicologico della popolazione, funzioni di riduzione del rischio di disagio psichico, prevenzione e promozione della salute. organizzare e gestire l'assistenza psicologica decentrata rispetto ad alcuni tipi di cura;

di prossimità alle realtà di vita delle persone, alle famiglie e alla comunità, che fornisce un primo livello di assistenza psicologica, di qualità, accessibile, efficace, cost-effective, assicurando una rapida presa in carico del paziente;

da coordinare nell’ambito della Funzione aziendale di psicologia della ASL, comunque denominata a livello locale, ed attuata in modo da assicurare la migliore ottimizzazione delle risorse professionali e la più rispondente sinergia operativa con le attività della medicina di cure primarie, le funzioni delle Case di Comunità e distrettuali nonché con il complesso dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali.

E’ ormai assodato che la presenza dello psicologo costituisca un investimento per la qualità delle cure primarie al fine di rispondere adeguatamente ai bisogni di salute; l’esame dei dati epidemiologici palesa un crescente disagio psicologico con pesanti ricadute nella qualità della vita; la situazione socio-economica fa lievitare condizioni soggettive di maggiore sofferenza, disagio, depressione e ansia che danno vita a sintomi psicosomatici e pertanto la non presa in carico oppure una risposta inadeguata. a queste condizioni di disagio hanno ripercussioni negativi per l’intero sistema sociosanitario e per il benessere e qualità della vita individuale e collettiva.

Per queste motivazioni lo psicologo di cure primarie è parte integrante della dotazione professionale dei Distretti Sanitari della ASL da prevedere all’interno delle sue articolazioni organizzative quali le Case di Comunità e le UCCP nonché a livello macro inserito e coordinato dalla prevista Funzione aziendale di psicologia; nello stesso DM 77/22 è prevista la presenza dello psicologo di cure primarie nel Consultorio e quindi nelle Case di Comunità.

Saverio Proia



09 ottobre 2023
© Riproduzione riservata


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