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Umanizzazione cure in ospedale. Domani la ricerca di Agenas e Cittadinanzattiva


I risultati dell'indagine verranno analizzati nel corso del convegno 'La valutazione della qualità delle strutture ospedaliere secondo la prospettiva del cittadino’. L'analisi, effettuata da un gruppo misto di operatori sanitari e cittadini, ha coinvolto 287 realtà pubbliche e private accreditate. 

06 NOV - ‘La valutazione della qualità delle strutture ospedaliere secondo la prospettiva del cittadino’ è il titolo del convegno organizzato dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) con la collaborazione dell’Agenzia di Valutazione Civica di Cittadinanzattiva, che si svolgerà il 7 novembre, al Centro Congressi Frentani a Roma dalle ore 10.00 alle 17.00.

Nel corso del convegno verranno presentati i risultati della ricerca realizzata su tutto il territorio nazionale e che rappresenta la prima rilevazione sul grado di umanizzazione delle strutture di ricovero pubbliche e private accreditate. All’indagine ‘La valutazione della qualità delle strutture ospedaliere secondo la prospettiva del cittadino’, che ha coinvolto ben 287 strutture sanitarie su tutto il territorio nazionale, hanno partecipato tutte le Regioni e le Province Autonome.

Le strutture sono state valutate da un gruppo misto, composto da operatori sanitari e da cittadini, che ha preso in esame quattro fattori: “Processi assistenziali e organizzativi orientati al rispetto e alla specificità della persona”; “Accessibilità fisica, vivibilità e comfort dei luoghi di cura”; “Accesso alle informazioni, semplificazione e trasparenza”; “Cura della relazione con il paziente/cittadino”, elementi chiave per rendere i luoghi di cura ed i programmi diagnostico - terapeutici sempre più orientati alla “persona” nella sua interezza fisica, sociale e psicologica.

“La persona prima di tutto “è stato il mio slogan da oltre trent’anni ed ancora oggi insisto nel ribadire che deve essere il presupposto di tutti coloro che operano nella sanità e che quindi sono a contatto con la vulnerabilità delle persone - ha dichiarato il Direttore generale di Agenas, Francesco Bevere - Per la prima volta è stato inserito all’interno del Patto per la salute 2014-1016 - fortemente voluto dal Ministro Lorenzin - il tema dell’umanizzazione delle cure. Il Patto impegna ancora di più le Regioni ad attuare tutti gli interventi necessari che riguardano gli aspetti strutturali, organizzativi e relazionali dell’assistenza".

Lo sviluppo dei processi di umanizzazione "deve rappresentare la missione comune, in particolar modo, per tutti coloro che ai diversi livelli programmano, pianificano, organizzano e gestiscono l’assistenza, soprattutto nei confronti delle persone che si trovano in determinate condizioni di fragilità, come i malati oncologici, i bambini e gli anziani. Il Patto prevede di predisporre un programma annuale di umanizzazione delle cure che comprenda la definizione di almeno una attività progettuale in tema di formazione del personale ed una attività progettuale in tema di cambiamento organizzativo, indirizzato prioritariamente alle seguenti aree assistenziali: Area critica, Pediatria, Comunicazione, Oncologia, Assistenza domiciliare".

Affinché questo tema non resti sulla carta, sottolinea Bevere, “è previsto il monitoraggio del grado di soddisfazione dei cittadini attraverso l'utilizzo di strumenti di valutazione della qualità percepita, in grado di rilevare eventuali scostamenti della percezione della qualità erogata rispetto a quella progettata e consentire, quindi, l'avvio di azioni di miglioramento. L’Agenas svolgerà anche attività di monitoraggio dell’attuazione delle misure del Patto per la salute e, quindi, anche di quelle previste in tema di umanizzazione”.

Il progetto, prosegue Bevere, risponde pienamente ad uno dei principali mandati dell’Agenas, quello di sviluppare modelli di empowerment dei cittadini e dei professionisti della sanità. “Confermo la volontà dell’Agenzia di considerare le persone e le associazioni che tutelano i diritti dei cittadini quali interlocutori privilegiati del cambiamento. Favorire la partecipazione dei cittadini alle scelte relative ai percorsi di cura permette di conoscere altri bisogni delle persone assistite, e, di conseguenza, di costruire un sistema in cui l’attenzione ai bisogni più intimi delle persone possa conciliarsi perfettamente con la necessità di assicurare un elevato livello di qualità delle cure e – conclude - di appropriatezza terapeutica”.
 

06 novembre 2014
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