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“Per il 47% degli italiani sanità pubblica è peggiorata ma resta punto di riferimento”. La ricerca dell’Osservatorio di UniSalute


La metà degli italiani percepisce un peggioramento nella qualità del servizio della sanità pubblica ma si apprezzano l’accessibilità dei costi e la competenza del personale. Il privato piace per i tempi rapidi. Fabris: "Ma sanità pubblica e privata non devono essere viste in contrapposizione"

25 MAG - La sanità pubblica soffre sempre più i tagli alla spesa, e in un certo senso si vede. Almeno a giudicare dalla percezione dei cittadini. Secondo la nuova ricerca dell’Osservatorio Sanità di UniSalute, la compagnia del Gruppo Unipol specializzata in assistenza sanitaria, la qualità del servizio offerto dalle strutture pubbliche negli ultimi due anni è peggiorata: è questa la sensazione del 47% degli intervistati mentre solo il 10% crede sia migliorata.
 
Guardando invece alle strutture private, il giudizio è meno severo: solo il 13%, infatti, crede che il servizio di queste strutture sia peggiorato. Molto più diffusa (71%) la percezione secondo cui nulla sia cambiato nella qualità del servizio offerto.
 
Ma su cosa basano il proprio giudizio gli italiani quando valutano la qualità di una prestazione offerta da una struttura medica? Anzitutto la competenza delle figure che vi lavorano (44%), percentuale che sale al 52% per gli over 55. Un italiano su cinque però (20%) considera in primis il rapporto tra prestazioni e costi. Il 18% guarda ai tempi di attesa (soprattutto le donne, 22%) mentre il 12% alla modernità delle strutture (in particolare gli uomini, 17%).
 
Nonostante una flessione nella percezione della qualità del servizio offerto, la sanità pubblica mantiene alcune importanti caratteristiche: gli  italiani infatti ricorrono alle prestazioni dell’offerta pubblica sia perché i costi sono minori (62%) sia perché ritengono che il personale che vi lavora – medici e infermieri -  sia più preparato (30%).
 
La sanità privata, di contro, conferma nella tempistica il proprio punto di forza. La stragrande maggioranza degli intervistati (82%) crede, infatti, che l’offerta privata sia preferibile proprio perché in grado di garantire tempi più rapidi per ottenere una prestazione. Bassa invece la percezione circa una superiorità nella competenza del personale privato rispetto a quello pubblico (11%).
 
Gli italiani riconoscono dunque caratteristiche positive e peculiari sia all’offerta pubblica che privata; non stupisce quindi scoprire – alla fine – come non si registri una preferenza netta tra le strutture. Se il 28% degli intervistati, infatti, crede che a offrire il servizio di maggiore qualità siano i grandi ospedali pubblici, percentuali simili sono raggiunte anche dalle strutture private (29%) e dalle strutture specializzate (31%).
 
“Sanità pubblica e privata non devono essere viste in contrapposizione – ha affermato Fiammetta Fabris, Direttore Generale UniSalute - . L’offerta di prestazioni garantite dal Servizio Sanitario Nazionale resta il perno fondamentale del nostro sistema sanitario, a cui si affianca quella privata che, anche alla luce dei mutamenti sociali ed economici che il Paese sta vivendo in questi anni, deve essere sempre più vista come supporto ed integrazione e il cui accesso dovrebbe essere supportato e facilitato per permettere a tutti cittadini di poter usufruire della più ampia offerta di prestazioni mediche a costi contenuti”.

25 maggio 2015
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