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Vaccini. La denuncia dal Forum Risk: “La scarsa copertura rappresenta il fallimento del sistema”


Dal Forum Risk management l’appello agli esperti che “dovrebbero avere maggiore autorevolezza e capacità di comunicazione”. Tra le novità affrontate in una sessione ad hoc il nuovo piano nazionale vaccinale l’anagrafe dei vaccini e la possibilità di prendere provvedimenti deontologici contro i camici bianchi che sconsigliano l’immunizzazione.

30 NOV - “La riduzione della copertura vaccinale è un nostro fallimento: sarà così finché non riusciremo ad avere autorevolezza e capacità di comunicazione tali per far capire ai cittadini il rischio di malattia”. Parola di Ranieri Guerra, Direttore Generale Prevenzione Sanitaria del Ministero della Salute introducendo il panel dal titolo “Piano nazione prevenzione vaccinale: il valore dei vaccini per la sanità pubblica” all’11° Forum Risk Management in Sanità in corso a Firenze fino al 2 dicembre.

Piano nazionale vaccini - Il nuovo piano nazionale per la prevenzione nazionale, in dirittura d’arrivo, punta a eliminare le diseguaglianze nell’offerta vaccinale che ancora oggi esistono nelle diverse Regioni: “In Italia sono ben nove quelle nelle quali non è previsto il vaccino dei nuovi nati contro la varicella”, ricorda Paolo Bonanni, professore ordinario di Igiene all’università degli studi di Firenze.

Tra i provvedimenti di accompagnamento del nuovo piano, l’istituzione dell’anagrafe vaccinale e la possibilità di intervenire nei confronti dei medici che infrangono il codice deontologico sconsigliando i vaccini. Il documento prevede inoltre l’introduzione dell’immunizzazione contro il papilloma virus per i maschi, definito da molti una conquista di civiltà: “È impensabile vaccinare le donne e non chi con le donne ha dei rapporti”, evidenzia Guerra. Si stima che il nuovo vaccino farà risparmiare alle casse dello Stato circa 71 milioni di euro all’anno.

“Ogni anno i vaccini salvano 2,5 milioni di vite umane – ricorda Nicoletta Luppi, presidente del Gruppo Vaccini Farmindustria – Rappresentano la forma di investimento più intelligente, il cosiddetto smart spending. Investendo anche un solo euro per esempio nella vaccinazione dell’adulto, ne tornano indietro almeno quattro in entrate fiscali, oltre a considerare tutti quei risparmi dal punto di vista non soltanto dei farmaci che se non ci ammaliamo non andremo a utilizzare, ma anche di tutti gli altri costi diretti relativi alle visite evitate e alle ospedalizzazioni mancate. Sono infine da includere nel risparmio tutti i costi indiretti come per esempio l’assenteismo dal posto di lavoro per malattia”.

Meningite in Toscana - In Toscana la vaccinazione contro il meningococco C raccomandata per i bambini di un anno ha una copertura buona, una delle più alte in Italia (oltre il 87%).

Nonostante ciò, a inizio 2015 sono comparsi casi di meningite da meningococco C, alcuni dei quali letali. In meno di due anni ci sono stati circa 60 casi nella Regione. “L’incidenza particolarmente alta rispetto a resto d’Italia è inusuale, qualcosa di anomalo c’è”, riflette Giovanni Rezza dell’Istituto superiore di sanità - Il contagio è dovuto all’espansione clonale di un unico ceppo di meningococco C”. Secondo l’esperto, il problema sarebbe non essere ancora riusciti a identificare bene gli “amplificatori” della pandemia. “Per questo ceppo lo stato di ‘portatore’ dura molto poco, ha una dinamica molto rapida”, sottolinea l’esperto. I vaccinati nella Regione sono stati oltre 700 mila e al momento il focolaio si è diffuso per continuità: “Lo abbiamo osservato all’inizio tra Empoli, Firenze e Prato, poi si è spostato verso il mare, a Pisa e adesso a Livorno. Il sud-est della Regione non sembra esserne stato toccato per ora. Al momento l’espansione è stata molto limitata. Speriamo continui così, anche perché per i virus le frontiere non esistono”.

La vaccinazione nell’anziano – “Delle 8 mila morti per influenza, il 90% riguardano anziani – osserva Roberto Bernabei, presidente di Italia Longeva - Le vaccinazioni disponibili con questo piano vaccinale, influenza, polmonite pneumococcica e fuoco di sant’Antonio sono vaccinazioni che proteggono da malattie che possono essere letali per gli anziani”. Purtroppo la copertura è ancora bassa: oggi nel nostro Paese si vaccina contro l’influenza meno del 50% degli ultrasessantacinquenni. “L’obiettivo è quello di raggiungere il 40% della popolazione anziana per la polmonite pneumococcica e il 20% per il fuoco di sant’Antonio. Per quest’ultimo al momento siamo al di sotto del 15%”, conclude Bernabei.

30 novembre 2016
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