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Giornata mondiale contro l'Aids. Il vaccino italiano promette bene


Domani, 1 dicembre, sarà celebreta la Giornata mondiale contro l'AIDS e il vaccino Tat, sviluppato dall’Istituto superiore di sanità, offre per la prima volta dopo anni una nuova prospettiva terapeutica. Ma servono ulteriori risorse per non frenare lo sviluppo del vaccino.
 

30 NOV - Dopo molti anni di attesa, il traguardo di imbrigliare una volta per tutte l’epidemia di Hiv/Aids sembra finalmente raggiungibile. E l’abbraccio commosso tra Barbara Ensoli, la ricercatrice che sta lavorando al vaccino anti-Aids dell’Iss, ed Enrico Garaci nel corso dell’incontro “L’impegno pubblico nella lotta all’Aids” tenutosi oggi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri ha dato la cifra dell’importanza del momento e delle difficoltà attraversate per raggiungerlo.
“Su questo vaccino c’era molto scetticismo”, ha raccontato il presidente dell’Istituto superiore di sanità Enrico Garaci. Il vaccino era osteggiato e da più parti arrivavano consigli di non avviare la sperimentazione. “Noi, senza trionfalismi e seguendo il metodo scientifico, siamo andati avanti. E oggi eccoci qui”. Con in mano, probabilmente la più importante innovazione terapeutica dall’avvento degli antiretrovirali, che già da soli hanno cambiato il corso della malattia. Una novità ancora lontana del letto del malato, ma che ha già dato dimostrazione di essere efficace per “un’indicazione terapeutica molto precisa”, ha affermato Garaci.
 
EFFICACIA DIMOSTRATA
I risultati dello studio di fase II pubblicati a inizio novembre su Plos One hanno infatti dimostrato che il vaccino Tat, se impiegato in persone sieropositive in trattamento con terapia antiretrovirale, è in grado di contribuire al “ripristino” del sistema immunitario (leggi l’articolo)
Non è ancora il tempo di saltare a conclusioni: “Stiamo ancora facendo la sperimentazione - ci ha tenuto a precisare Ensoli - e occorrerà ancora del tempo. Intanto stiamo per completare l’arruolamento dei pazienti per questa fase II, dopo aver ottenuto la possibilità di estendere il campione a 160 persone, comprese quelle particolarmente immunocompromesse”. È infatti questa fascia di pazienti quella che meglio ha risposto al trattamento.
La fase II dovrebbe essere completata entro qualche mese e poi, se i risultati attuali fossero confermati, si penserà allo step successivo.
 
PREVENIRE È MEGLIO …
L’impiego terapeutico del vaccino, tuttavia, è soltanto uno degli utilizzi di questo prodotto. La frontiera più avanzata - e veramente rivoluzionaria - è il suo impiego preventivo. Vale a dire un vaccino che, somministrato a una persona sana, fa sì che in futuro non contragga l’infezione.
Anche su questo aspetto si sta lavorando. “Abbiamo completato la fase I e ora l’obiettivo è avviare una sperimentazione di fase II. Ma per far questo occorrono molte risorse”, ha illustrato la ricercatrice. Ma come si sperimenta un farmaco che ha come obiettivo prevenire la comparsa di una malattia che non si è certi che verrà contratta?
“L’idea è quella di sperimentarlo su un numero elevato di persone - diverse centinaia - che vivono in una zona ad alto rischio e dove quindi sono alte le probabilità di essere infettati. Per questo si è pensato all’Africa”.
Il percorso sarà lungo e anche per questa ragione il prosieguo della sperimentazione è molto costoso. “Tuttavia occorrerebbe pensare a questa spesa come a un investimento. Pensiamo a quale potrebbe essere il risparmio, non solo in termini di malattia, ma anche economico se si riuscisse a mettere un freno al contagio”, ha concluso Ensoli.
Il governo da parte sua ha promesso la massima disponibilità: il ministro della salute Ferruccio Fazio ha garantito che la ricerca sul vaccino sarà “finanziata. E senza togliere soldi ad altro”.
E anche il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta non ha fatto mancare il supporto, pur invitando al realismo.
“Sarebbe bello destinare le risorse che meritate”, ha detto Letta. “Ma dobbiamo fare i conti con la realtà”. “Se il contagio ci risparmierà”, ha aggiunto - alludendo al rischio che anche l’Italia venga toccata dalla crisi che sta colpendo l’Irlanda - faremo di tutto per offrirvi “un avvenire migliore e meno stentato di quello che avete avuto finora”.
 
Antonino Michienzi 

30 novembre 2010
© Riproduzione riservata

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