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Influenza. Siti: "Italiani non si vaccinano e così  l'influenza ci costa 300 milioni l'anno in più"


Questa, infatti, è la spesa che il Ssn potrebbe risparmiare ogni anno se la copertura fosse ottimale. Igienisti e operatori sanitari lanciano un appello alle istituzioni: abbassare l’età vaccinale dai 65 anni ai 60, permettendo così di raggiungere più persone con il vaccino gratuito.

05 OTT - L’allarme era stato lanciato dagli esperti già nella prima settimana europea della vaccinazione qualche mese fa, ma con la stagione influenzale che si avvicina, la preoccupazione si fa ancor più seria: è allarme tra igienisti ed operatori sanitari per il progressivo abbassamento delle coperture vaccinali nella popolazione italiana e la sempre minore sensibilità alla questione. Il motivo? Soprattutto la scarsa efficacia delle campagne informative istituzionali. Questa la denuncia degli igienisti riuniti a Cagliari, all’annuale congresso della Società italiana di igiene (SItI). Che rilanciano: per ottenere una migliore copertura vaccinale, capace di far risparmiare ogni anno alla sanità 300 milioni di euro, la soluzione è raccomandare l’abbassamento a 60 anni dell’età dei destinatari di vaccinazione anti-influenzale gratuita.
 
Sul piano della prevenzione sanitaria si assiste ad una sostanziale contrazione delle coperture vaccinali anche per l’influenza, nonostante le Autorità Sanitarie internazionali (WHO, ECDC) e italiane (Ministero della Salute,) e le società scientifiche, tra cui la SItI, raccomandino di raggiungere livelli di coperture superiori ad almeno il 75% dei soggetti a rischio, con un valore ottimale del 95%. L’influenza è una malattia imprevedibile, che di anno in anno muta caratteristiche, al variare dei ceppi virali circolanti e dei livelli di copertura vaccinale della popolazione, potendone così essere responsabile di epidemie rilevanti. Quest’anno WHO ha identificato due nuovi virus rispetto alla scorsa stagione. Gli esperti attendono pertanto una stagione con numerosi casi di sindrome influenzale.
 
La scarsa sensibilità verso la prevenzione vaccinale – è la denuncia degli igienisti – è dovuta ad un mix di fattori, tra cui per l’appunto la scarsa efficacia delle campagne informative, dirette sia ai soggetti che potrebbero beneficiare della vaccinazione, che ai singoli gruppi a rischio. Migliorare la prevenzione è invece un obiettivo non solo importante per la salute pubblica, ma anche cruciale a livello economico. Potrebbe far risparmiare al Servizio Sanitario Nazionale moltissimi soldi l’anno: secondo uno studio presentato da Roberto Gasparini, docente dell’Università di Genova in un seminario all’interno del Congresso SItI, dedicato proprio alle strategie per aumentare le coperture vaccinali la vaccinazione antinfluenzale, se questa fosse effettuata a tutte le categorie interessate, soprattutto anziani e malati, infatti, la sanità potrebbe risparmiare oltre 300 milioni l’anno.
 
Per aumentare il livello delle coperture, tuttavia, piuttosto che indirizzare l’offerta vaccinale alle singole categorie a rischio, secondo gli igienisti una strategia vincente  potrebbe fondarsi  sull’abbassamento dell’età vaccinale per tutta la popolazione a 60 anni (oggi si vaccina a partire dai 65 anni). L’abbassamento dell’età permetterebbe di intercettare soggetti appartenenti a diverse categorie di rischio altrimenti difficilmente raggiungibili, prevenendone il contagio. Durante il Congresso Giovanni Gabutti, docente all’Università di Ferrara, ha anche presentato i risultati di un sondaggio su IGIENISTI ON-LINE, nel quale più della metà dei partecipanti si dichiarava d’accordo alla possibile riduzione dell’età per l’antinfluenzale, percentuale che raggiungeva il 70% unendo al coro coloro che si dichiaravano parzialmente d’accordo.
 
L’idea – rilanciata con forza al congresso Siti – è di estendere l’esperienza dei network vaccinali, già implementata con successo in alcune situazioni. “A tal fine risulta di cruciale importanza la sinergia tra igienisti, medici di base e, più in generale, l’insieme degli operatori sanitari”, si è sottolineato nel Simposio promosso da Sanofi Pasteur MSD dedicato al ‘Network vaccinale’. Ad esempio, esperienza consolidata è quella di cui ha parlato il presidente SItI Michele Conversano, che in Puglia nella ASL di Taranto da anni ottiene importanti risultati in termini di efficienza delle campagne di vaccinazione, attraverso una stretta collaborazione tra i diversi attori del sistema di prevenzione: medici igienisti, specialisti, medici e pediatri di medicina generale.
 
In questo senso, ad esempio, anche ai medici di medicina generale è affidato un ruolo determinante, e per questo recentemente la SIMG (Società Italiana di Medicina Generale) ha delineato i principali compiti del medico di famiglia riguardo alle vaccinazioni ed ha fornito le specifiche scientifiche che hanno permesso la realizzazione di un software Mille-GPG, che facilita la pratica delle vaccinazioni nell’ambulatorio del medico di medicina generale. “Tuttavia è necessario integrare l’attività con quella dei servizi vaccinali nell’ambito delle cure primarie”, ha commentato Mauro Ruggeri della SIMG. “I prossimi cambiamenti normativi ed organizzativi delle cure territoriali possono rappresentare una opportunità in tal senso. Per migliorare l’organizzazione delle attività vaccinali è indispensabile che tutti gli attori coinvolti siano in grado di: condividere gli obiettivi, uniformare i messaggi da rivolgere alla popolazione , scambiare reciprocamente i dati riguardanti non solo le coperture vaccinali, ma anche quelli clinici, relativi alle patologie croniche e agli esiti delle vaccinazioni, utilizzando adeguati ed efficienti strumenti comunicativi”.
 
Paolo Durando dell’Università degli Studi di Genova ha portato l’esperienza della Liguria e di altre Regioni (Campania, Lazio) ove in seguito all’introduzione del vaccino influenzale intradermico, la collaborazione in network con le Asl operanti sul territorio e con i medici di medicina generale, ha permesso di effettuare una valutazione dell’accettabilità della vaccinazione influenzale per via intradermica .
 
La prevenzione è un’arma cruciale per il miglioramento della salute pubblica e l’efficienza finanziaria del sistema sanitario. La prevenzione vaccinale si conferma infatti un investimento, non un costo, per i sistemi sanitari pubblici, come dimostrano studi di farmaco-economia realizzati a livello globale sui benefici risultanti dall’estensione delle coperture vaccinali. La collaborazione tra igienisti e medici del territorio è appunto importante anche per raggiungere e mantenere elevate coperture vaccinali non solo per l’anti-influenzale, ma anche per le altre vaccinazioni, come quella contro l’HPV che in questo senso ha sempre avuto difficoltà: il 22 ottobre è prevista una giornata dedicata a questo argomento, organizzata dal Ministero della salute e dalla SItI.

05 ottobre 2012
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