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La cura attraverso la narrazione. Quando è il medico a diventare scrittore. Il premio Ucare


I vincitori del concorso lanciato dalla Fondazione Giancarlo Quarta Onlus sono la geriatra Serena Sarra, la specializzanda Chiara Fiorentino e l’anestesista-rianimatore Salvatore Vasta. A selezionare i migliori racconti, tra gli oltre 100 pervenuti, una giuria presieduta da Corrado Augias.

02 DIC - Stimolare i medici a scrivere per riflettere sulla propria professione e recuperare l'aspetto umanistico della professione medica. Questi i due principi che guidano il Premio Ucare per la narrazione rivolto ai medici e creato dalla Fondazione Giancarlo Quarta Onlus. Ed ecco i tre vincitori dell’edizione 2012 del Premio dedicato, quest’anno, al tema della “Cura”.

Ad aggiudicarsi il primo premio, il racconto Tsunami della giovane geriatra Serena Sarra. Il secondo premio è stato conquistato da Lettoundici, della specializzanda romana Chiara Fiorentino, infine, il terzo premio è andato a L’ECG delle vocali, scritto dal palermitano Salvatore Vasta, specialista in anestesia e rianimazione (leggi qui la sintesi ed alcuni stralci dei tre racconti vincitori).

A scegliere i vincitori una giuria presieduta dal giornalista e scrittore Corrado Augias. I riconoscimenti sono stati consegnati il 28 novembre nel corso di una cerimonia condotta da Lucia Giudetti Quarta e Alan Pampallona, rispettivamente presidente e managing director di FGQ Onlus.

“L'iniziativa - ha dichiarato Augias - è importante per almeno due aspetti. Il primo è specifico: ha stimolato oltre 100 medici a scrivere un racconto. Scrivere significa riflettere sulla propria professione, in questo caso sulla condizione di medico. In un'epoca in cui anche la medicina tende a specializzarsi questo è già un bene in sé. Specializzarsi significa certo acquistare maggiore competenza ed efficacia ma per contro vuol dire anche una visione spesso parcellizzata del proprio operare. Qui – ha proseguito Augias - si innesta il secondo aspetto pregevole di quest'iniziativa: scrivere significa appunto recuperare l'aspetto umanistico della professione medica, considerare non l'organo ma l'essere umano tutto intero. Ci sono poi i risultati raggiunti. I tre racconti premiati dalla giuria che ho avuto il privilegio di presiedere sono degni di pubblicazione e spero che questo avvenga. Parecchi altri racconti erano di un livello quasi equivalente. La scelta non è stata facile anche se dopo aver molto riflettuto la ritengo giusta”.


La serata è stata animata dagli interventi di alcuni giurati del Premio, che via via si sono susseguiti sul palco insieme ai medici premiati, sottolineando le peculiarità di ciascun racconto. Lo scrittore Rodolfo Colarizi ha commentato il terzo classificato, “L’ECG delle vocali”, che ha come protagonista un bambino all’apparenza difficile, le cui “ferite” affettive vengono guarite da quella che ai suoi occhi appare solo come una semplice e dolce maestra.

Il secondo classificato, “Lettoundici”, che affronta su due binari paralleli il senso di impotenza e di rassegnazione di fronte alla malattia di una giovane paziente e della sua altrettanto giovane dottoressa, è stato invece elogiato dal giornalista Vladimiro Polchi.

È toccato infine alla sceneggiatrice Nerina Fiumanò l’importante compito di esprimere le sue riflessioni e il suo apprezzamento per il vincitore “Tsunami”. Il racconto delinea con immagini intense e commoventi i sentimenti e le sensazioni di un uomo anziano al quale l’avanzare dell’età sta portando via l’intero bagaglio dei ricordi.

La serata ha visto inoltre la partecipazione dell’attrice Marina Senesi, a cui è stata affidata la lettura di alcuni estratti dei tre racconti vincitori. Infine, la giornalista Franca Porciani ha presentato una panoramica su alcuni racconti pervenuti che, seppur non premiati, sono stati particolarmente apprezzati, mentre il medico-scrittore Marco Venturino ha affrontato il tema del medico scrittore, sottolineando l’importanza di esprimere le proprie esperienze personali e professionali.
 

02 dicembre 2012
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