Ictus. Il 3 giugno a Torino confronto tra professionisti e buone pratiche
L'evento, promosso da Federsanità Anci, ha l’obiettivo di contribuire ad omogeneizzare sul territorio nazionale modalità di intervento e servizi. Sarà anche l'occasione per parlare delle nuove frontiere terapeutiche, come la neuroradiologia endovascolare.
31 MAG - Un confronto tra professionisti e buone pratiche per garantire percorsi di cura e assistenza appropriati per i pazienti e le loro famiglie, in funzione della complessità dei bisogni e delle possibilità terapeutiche. Sarà questo il filo conduttore del convegno ‘La rete per l’ictus come paradigma della continuità dell’assistenza’, che si terrà il prossimo 3 giugno presso l’Azienda Ospedaliera Città della Salute e della Scienza di Torino. L'evento è promosso da
Federsanità Anci.
Nel corso del convegno, che ha l’obiettivo di contribuire ad omogeneizzare sul territorio nazionale modalità di intervento e servizi, attraverso il confronto tra buone pratiche e professionisti provenienti non solo dal Piemonte, ma anche da Lazio, Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna, si parlerà anche delle nuove frontiere terapeutiche per l'ictus, quali la neuroradiologia endovascolare, e si illustrerà l’attività di ALICe onlus.
Nell’occasione, alla presenza dell’autrice, la triestina
Daria Cozzi, sarà anche presentato per la prima volta il romanzo “Quattro Giorni, Tre Notti - una storia vera”, edito da Pendragon, di Bologna. Attraverso la vendita del libro ci si pone l’obiettivo di raccogliere risorse da destinare all’attività di ALICe, allo sviluppo della rete e alla formazione del personale.
Il convegno e il “progetto sociale” nascono dalla consapevolezza che i disagi e le fatiche che i pazienti colpiti da ictus e le loro famiglie devono affrontare sono enormi e che, per questo motivo, si rende necessaria una presa di coscienza sulla necessità di creare una rete di comunicazione e collaborazione efficiente ed efficace tra le varie strutture coinvolte, in modo da garantire una tempestiva presa in carico, interventi riabilitativi adeguati, continuità delle cure. E parallelamente sostenere e aiutare psicologicamente le famiglie dei malati, anch'esse colpite molto pesantemente.
Ogni anno in Italia circa 196.000 persone sono colpite da ictus. Se una su cinque muore nel primo mese successivo all’evento, circa il 30% sopravvive con esiti estremamente invalidanti che in parte potrebbero essere evitati.
31 maggio 2013
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