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Roma. Aggressivo 1 minore su 3 per distacco precoce dalla madre


Per superare questi problemi è possibile introdurre nelle attività quotidiane dei nidi un momento dedicato alle ‘coccole’. Lo ha dimostrato il progetto ‘Mancano gli abbracci’, che l’Istituto di Ortofonologia (IdO) ha realizzato presso 9 asili nido del IV Municipio di Roma da febbraio a giugno 2012.

25 LUG - Il distacco precoce madre-figlio può provocare nei piccoli reazioni emotive importanti. Tra quelli sottratti troppo presto dal contatto materno, circa 1 bambino su 3 (il 30%) ha mostrato comportamenti determinati da sentimenti che si possono mostrare con modalità aggressive. Per superarli è possibile introdurre nelle attività quotidiane dei nidi un momento dedicato alle coccole. Lo ha dimostrato il progetto di intervento formativo ‘Mancano gli abbracci’, che l’Istituto di Ortofonologia (IdO) ha realizzato in collaborazione con i servizi di pediatria presso 9 asili nido del IV Municipio di Roma da febbraio a giugno 2012, con il coinvolgimento di 90 educatori e 550 bambini. Un’iniziativa tutta a favore della salute dei minori.

“Queste difficoltà vissute dai bambini - ha spiegato il direttore dell’IdO, Federico Bianchi di Castelbianco - devono essere affrontate proprio nei luoghi in cui i piccoli vengono portati già dai primi mesi di vita per esigenze delle famiglie, connesse alla necessità sempre più frequente delle donne di tornare al lavoro poco tempo dopo il parto”. Quindi, per aiutare i bambini a superare rabbia e ansia “dobbiamo ripartire dal corpo e dalla relazione - ha aggiunto lo psicoterapeuta - perché in questo modo i piccoli potranno ritrovare la sicurezza e una relazione più accogliente”. Infatti, con ‘Mancano gli abbracci’ si è svolto un lavoro intenso sulla parte pratica della relazione, il contatto, insegnando agli educatori la tecnica del massaggio pediatrico (lo shantala). Si tratta di una frizione di origine indiana per neonati e bambini molto piccoli che ha “permesso agli educatori di rapportarsi ai bambini in modo diverso. Infatti circa 165 minori (il 30%) hanno interiorizzato un buon rapporto, sviluppando sentimenti di fiducia verso gli adulti”.

Anche i pediatri hanno preso parte al progetto. “L’opportunità di avere ‘sul campo’ una persona competente per molte delle più frequenti patologie infantili che interessano i piccoli nella fascia di età 3 mesi/3 anni – ha precisato Patrizia Operamolla, pediatra del IV Municipio di Roma – ha rappresentato un valido aiuto sia nelle situazioni di dubbio, sia in quelle in cui gli psicologi hanno fornito alle educatrici utili consigli sulla gestione del bambino”.

Ma quali sono state le principali reazioni degli educatori e dei bambini durante il percorso formativo? Tra le educatrici ha “predominato l’interesse e la curiosità, ma non sono mancati momenti di diffidenza e timore per la presenza all’interno del nido di un’estranea che avrebbe potuto rappresentare un elemento di disturbo degli equilibri raggiunti – hanno affermato le psicologhe dell’IdO - perplessità poi rientrate grazie ad un lavoro morbido e accogliente verso le educatrici e rispettoso del carattere di ogni bambino”.

In questi cinque mesi, le educatrici hanno rafforzato il loro livello di consapevolezza rispetto alle problematiche mostrate dai bambini, potendo sia “confermare il tipo di relazione che avevano messo in atto con i piccoli, spesso realizzata in modo inconsapevole, che comprendendo l’importanza di un aggiornamento continuo sulle problematiche dei minori. Infatti, le stesse educatrici - hanno sottolineato le psicologhe - hanno richiesto di approfondire tutte le tematiche emerse”.

Come gli adulti, pure i bambini hanno “risposto con curiosità, interesse e piacere - ha precisato Operamolla - è intuitivo considerare quanto le carezze e il massaggio rappresentino uno strumento utile per aiutare i piccoli ad allentare eventuali tensioni o stati d’ansia”. ‘Mancano gli abbracci’ ha quindi fornito alle educatrici “un valido strumento per gestire situazioni più o meno difficili, che sono spesso causa di pianto e/o aggressività nel bambino - ha concluso Castelbianco - riducendo il generale livello di stress sia negli adulti che nei bambini stessi”.

25 luglio 2013
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