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Ebola. Pulvirenti (il medico italiano guarito): “Si può vincere ma malattia si ripresenterà”


In Commissione al Senato, il dottore di Emergency si è detto “pronto a ripartire. Ho dato la mia disponibilità e aspetto chiamata”. E poi ha ricordato “la malattia si è diffusa  in quasi un anno e mezzo perché ha raggiunto paesi come la Guinea, Sierra Leone e la Liberia che non si erano mai confrontati con il virus”. Scavone (Gal): "Governo localizzi unità infettive”.

04 MAR - “Si può sconfiggere l'epidemia di ebola, ma non la malattia che si ripresenterà tra un numero imprecisato di mesi o anni”. Così Fabrizio Pulvirenti, il medico italiano  di Emergency guarito da ebola, intervenendo, su invito del senatore Antonio Scavone, vicepresidente del gruppo Grandi Autonomie e Libertà, in Commissione Igiene e Sanità del Senato.
 
Pulvirenti si dice "pronto a ripartire. Ho dato la mia disponibilità, aspetto che mi richiamino, forse a metà maggio, ma non è detto perché l'epidemia potrebbe essere sconfitta".
 
In Africa, ha spiegato ancora Pulvirenti, "la malattia si è diffusa  in quasi un anno e mezzo perché ha raggiunto paesi come la Guinea, Sierra Leone e la Liberia che non si erano mai confrontati con il virus, a differenza di quanto accaduto nella Repubblica democratica del Congo dove le epidemie sono state presto contenute e fronteggiate perché conoscendo già il virus hanno saputo come muoversi. In Sierra Leone, Liberia e Guinea, invece, erano impreparati, non conoscevano la capacità di diffusione del virus che ha raggiunto i centri urbani. Ritengo che l'intervento degli operatori sanitari sia stata una delle chiavi nel controllo dell'epidemia e sicuramente Emergency ha fatto tantissimo. E' stata la prima organizzazione che ha tentato non tanto l'isolamento, ma la  terapia dei pazienti contagiati abbassando la mortalità al 40%".
 
“Ebola - ha detto Scavone - è dietro l'angolo, è un problema che riguarda l'occidente e l'occidente deve agire. Il governo italiano deve assolutamente pensare a una riorganizzazione del Servizio Sanitario nazionale che localizzi le unità infettive laddove servono. Un esempio per tutti: l'ospedale di Agrigento, dove insiste Lampedusa. Il paradosso è che Lampedusa, la porta dell'Italia, sia ancora oggi priva di un reparto di malattie infettive".
 
Per questo, ha aggiunto Scavone, "è fondamentale che il governo italiano non smetta mai di sostenere le Ong, organizzazioni non governative. Sostenere le Ong vuol dire sconfiggere malattie drammatiche come questa ed evitare che arrivino in Italia".

04 marzo 2015
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