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Anaao: "Permangono altre disposizioni vessatorie"


31 AGO - Il Governo si appresta a ritirare dalla manovra in discussione al Senato quella che l'Anaao Assomed definisce "la norma–truffa" sul riscatto degli anni di laurea e di specializzazione. "Si tratta di un evidente successo dell'azione di tutte le organizzazioni sindacali della Dirigenza medica e sanitaria – commenta il segretario nazionale del sindacato, Costantino Troise - che da subito hanno sottolineato i caratteri di 'estemporaneità' e di incostituzionalità del provvedimento, così evidenti da renderne difficile la sostenibilita' giuridica e politica. Bene. La cancellazione della proposta indecente lascia, però, sul terreno un bene prezioso quale la credibilità dello Stato e di quelli che le pensioni non si toccano”.
Per l'Anaao, tuttavia, rimangono per il pubblico impiego, e in particolare per i medici, altri problemi a partire dal prelievo forzoso del 5% per i redditi superiori a 90.000 euro e del 10% per quelli superiori a 150.000 euro. "I liberisti 'a giorni alterni' - afferma Troise - hanno ammainato le loro bandiere dopo che dal provvedimento è stato esentato tutto il settore privato che rappresenta appena un terzo della platea interessata. Nessun cuore gronda più sangue e nessuna lacrima viene ancora versata e chi reputava fino ad ieri “folle” la nuova aliquota fiscale si riferiva evidentemente non al provvedimento in sé ma alla sua estensione al di fuori del recinto delle pecore pubbliche. Anche in questo caso l'incostituzionalità del provvedimento è inconfutabile venendo meno ad elementari principi di equità ed uguaglianza dei cittadini di fronte al fisco".
Per l'Anaao rimangono inoltre sul tappeto "altre norme vessatorie, quasi leggi speciali, per il solo pubblico impiego su tredicesima, tfr, mobilità selvaggia, precarietà degli incarichi senza contare un blocco contrattuale di 5 anni che causerà la perdita del 20% del potere di acquisto delle retribuzioni".
Il sindacato esprime la propria totale contrarietà al cosiddetto "contributo di solidarietà" pagato dai soli dirigenti pubblici ed alle "leggi speciali per i medici dipendenti" e conferma lo stato di agitazione pronta a tutte le iniziative di protesta, "nessuna esclusa, che si rendessero necessarie per modificare una manovra iniqua e sbagliata".

31 agosto 2011
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