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Fucci (FI): “Una soluzione equilibrata è possibile”


14 APR - Il tema della responsabilità di medici e sanitari sta assumendo una centralità, nel dibattito parlamentare e nel dibattito tra gli addetti del settore, che ritengo di grande importanza. Ne sono stati esempi significativi due appuntamenti di rilievo che hanno avuto luogo nello scorso fine settimana: il congresso FESMED a Rimini e il congresso FNOMCEO a Modena. In entrambe le occasioni ho partecipato a momenti di dibattito e confronto nei quali ho portato la voce della Commissione Affari Sociali della Camera, impegnata nell'esame di numerose proposte di legge che hanno l'obiettivo di regolare la complessa materia della responsabilità professionale civile.
 
E' importante anzitutto, per inquadrare il tema, riportare un dato sintetico ma eloquente più di tutti: in Italia, secondo le stime contenute nel Rapporto ANIA sull'assicurazione italiana, le denunce pervenute alle imprese assicuratrici sono state, nell'ultimo triennio, in media, 32.000 all'anno. Per risarcire i danneggiati, le imprese hanno pagato o accantonato nel 2010 circa 800 milioni di euro, a fronte di 500 milioni di premi incassati.
 
In merito al proliferare delle cause giudiziarie nei confronti dei medici si possono a mio parere alcune considerazioni imprescindibili:
 
-la quantità del contenzioso tende sempre più ad aumentare e che molto di esso riguarda alcune specialità come la ginecologia e l'ostetricia;
 
-sempre di più alcune componenti del danno stanno registrando un marcato aumento. Mi riferisco in particolare al «danno biologico» e al «danno morale». Si tratta evidentemente di componenti molto aleatorie e di difficile definizione. Anche questo è un aspetto di enorme delicatezza;
in ogni caso, già prima dell'avvio di un procedimento nei confronti del medico, di fatto la carriera di quest'ultimo subisce un danno di immagine pesantissimo che rischia di non essere sanato anche da una sentenza a lui favorevole;
 
-vi è una pressoché totale mancanza, soprattutto negli ospedali pubblici del Mezzogiorno, di strutture amministrative e legali, che spesso lascia il sanitario completamente «da solo» dopo che egli, per esempio, si è trovato nella situazione di dover prendere decisioni delicate e di enorme importanza per i suoi pazienti nel termine di pochi minuti o, nel peggiore dei casi, di pochi secondi
 
-il rischio di subire una causa (civile o penale) spinge di fatto troppi medici ad abusare delle cosiddette «cure difensive» prescrivendo farmaci, esami diagnostici e ricoveri anche quando questi non servono.
 
Per questo il tema centrale che accomuna le varie proposte di legge all'esame della Commissione (ognuna delle quali naturalmente tratta la questione con soluzioni diverse) è relativo alla possibilità di istituzione di forme obbligatorie di assicurazione in campo alle aziende sanitarie e agli ospedali in presenza delle quali chi si ritiene danneggiato da un comportamento negligente debba rivolgersi direttamente all'assicurazione dell'azienda sanitaria, con quest'ultima che avrà poi la possibilità, ove ritenuto necessario, chiedere una rivalsa al medico in caso di negligenza.
 
Il mio auspicio è che i lavori parlamentari possano portare al raggiungimento di risultati concreti e soprattutto utili a garantire il necessario equilibrio tra le esigenze dei professionisti della sanità di esercitare il loro lavoro in condizioni di serenità e le esigenze dei pazienti di ricevere, da parte dei medici e dei sanitari, le migliori cure possibili.
 
 
 
Benedetto Fucci
Deputato di Forza Italia segretario della Commissione Affari Sociali della Camera

14 aprile 2014
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