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Mandelli (Fi) e D'Ambrosio Lettieri (CoR): "No a legalizzazione tout court. Ma uso terapeutico è battaglia di civiltà"


25 LUG - "Non esiste giustificazione alla legalizzazione della Cannabis, esiste solo una fortissima pulsione idologica della sinistra che rischia di travolgere il buon senso. Perché è evidente che non si può permettere che i nostri giovani siano avviati sulla strada di una dipendenza nociva, destinata a compromettere la loro salute negli anni a venire. Le controindicazioni nell'utilizzo della cannabis sono molteplici. Basti pensare a quelle indicate dall'Aifa, che ha messo in guardia sull'insorgere di disturbi mentali nei giovani che assumono questa sostanza stupefacente nell'età dello sviluppo. Una classe politica davvero responsabile non dovrebbe permettere tutto questo. Discorso diverso è quello legato alla dimensione terapeutica della cannabis rispetto alla quale una possibile estensione e semplificazione rientrerebbe nell'ottica della tutela del diritto alla salute. Restiamo in ogni caso convinti che in questo momento le priorità del Paese siano altre e più urgenti." Così sulla sua pagina Facebook il vicepresidente della commissione Bilancio del Senato, Andrea Mandelli (FI), interviene sul disegno di legge per la legalizzazione della cannabis che ha iniziato oggi il suo iter in Aula alla Camera.
 
Sulla stessa lunghezza d'onda anche il componente della commissione Sanità di Palazzo Madama Luigi d'Ambrosio Lettieri (CoR) che in proposito ha dichiarato: "Una cosa è l’uso della cannabis a scopo terapeutico, sotto il diretto controllo del medico. Ne sono stato io stesso un fautore convinto e la legge sulle cure palliative, la 38 del 2010, che prevede la creazione di reti per la terapia contro il dolore e la semplificazione dell’iter per l’uso a tutela del diritto ai livelli essenziali di assistenza, ne è una prova. Favorire l’accesso ai farmaci più appropriati per il trattamento del dolore e dei sintomi di alcune patologie gravi, sia semplificando le procedure di dispensazione e di approvvigionamento delle sostanze stupefacenti per uso terapeutico, sia partecipando alla battaglia culturale e di civiltà perché anche in Italia si affermasse un orientamento moderno in questo importante capitolo della tutela della salute, è stato ed è un impegno che confermo".

"Tutt’altra cosa è legalizzare l’uso tout court della cannabis, un atteggiamento irresponsabile, come se non si conoscessero gli effetti – diretti e indiretti – di una tale decisione. Sia sotto il profilo della salute, considerato che la stessa Aifa ha evidenziato i molteplici effetti negativi della sua assunzione, soprattutto da parte dei più giovani. Sia sotto il profilo sociale e culturale, considerato il messaggio totalmente sbagliato che si darebbe ai giovani che spesso cominciano proprio dall’uso di questo stupefacente per essere poi introdotti in una spirale di dipendenza, disperazione e morte.
Più che dire ai cittadini che possono coltivare la èiantina di cannabis sul balcone di casa, il Governo e la sua maggioranza dovrebbero garantire a tutti i cittadini la possibilità di potersi curare e parità di accesso ai servizi sanitari in maniera omogenea in tutto il Paese”, ha concluso.

25 luglio 2016
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