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D’Ambrosio Lettieri (DI): "Governo svende a nuovi monopoli e oligopoli la rete delle farmacie italiane a scapito dei cittadini"


02 MAG - "Il Governo svenderebbe la rete delle farmacie italiane in nome del profitto e a favore di nuovi monopoli e oligopoli a scapito dei cittadini se il ddl concorrenza passasse così com’è e ricorrendo all’ennesimo voto di fiducia che mortificherebbe il Parlamento, ma soprattutto renderebbe impossibili i relativi adeguati correttivi. Ciò non potrà che rivelarsi un boomerang sia sotto il profilo economico, per i danni che produrrà in comparti produttivi strategici e sensibili, sia sotto il profilo sociale, per i gravi disagi che provocherà tra i cittadini, in particolare per le fasce più vulnerabili”. Lo ha dichiarato il senatore di Direzione Italia, Luigi d'Ambrosio Lettieri, intervenendo oggi in aula sul ddl concorrenza.

“Il voto di fiducia sul ddl concorrenza non è solo una pessima notizia, ma anche l'ammissione dell'incapacità di fatto del governo di gestire l'iter legislativo di un provvedimento di indubbia rilevanza per l'ampiezza dei settori interessati e per la complessità delle innovazioni che vengono proposte”, ha detto il senatore, “Le perplessità sono state evidenziate anche da colleghi della maggioranza, come il senatore Marino, nella sua qualità di relatore insieme al senatore Tomaselli, dei quali comunque apprezzo l'impegno e la qualità del lavoro svolto fino ad ora con il presidente della 10^ Commissione, Mucchetti”.
“Il Paese”, ha aggiunto, “non si salverà certo aprendo tout court ai capitali nel nome della globalizzazione e consegnando settori strategici, oltretutto nell’ambito di un sistema economico e sociale complessivamente affaticato da deficit strutturali e molto frammentato, alla logica del profitto e in mano ad oligopoli. Le piccole e medie imprese, vera spina dorsale della economia italiana, ne uscirebbero collassate, col mercato alterato da un sistema drogato che non agevolano il cittadino, ma lo ingannano”.

 “In certi settori sensibili, poi”, ha continuato, “come il welfare e la sanità, si deve intervenire certamente, ma attenzione ad amplificare ad arte la reale consistenza dei benefici che si possono ricavare, sottacendone le criticità e le conseguenze involutive. La Farmacia è uno di questi. Mentre da un lato le si riconosce non solo il ruolo di 'casa del farmaco', ma anche di presidio socio-sanitario assistenziale prezioso e insostituibile nell’ambito del sistema sanitario nazionale, dall’altro si vorrebbe consegnare praticamente su un piatto di argento la rete capillare sul territorio delle farmacie - con tutto ciò che significa in termini di servizi al cittadino e di opacità - al controllo dei capitali”.

“Le cosiddette regole di efficienza del mercato impongono di localizzarsi soltanto laddove esistano possibilità di profitto. Cosa in potenziale contrasto con l’art. 32 della Costituzione e, dunque, i diritti delle persone e l’interesse della collettività in tema di tutela della salute”, ha sottolineato, “Ecco perché il completamento del processo di liberalizzazione deve tenere conto di questo e adottare i necessari correttivi. Questo non è stato fatto. Tant’è che gli emendamenti presentati per correggere la deriva mercatista soprattutto negli ambiti della sanità e del welfare, in particolare in merito al numero di farmacie che le società di capitali potranno acquisire, sono stati tutti respinti”.

“Temo che il ricorso a un altro voto di fiducia”, ha concluso d’Ambrosio Lettieri, “sia la foglia di fico per nascondere le innumerevoli tensioni della maggioranza e per avallare il placet del Governo a una deriva mercatista, che rischia di scardinare numerosi comparti economici e produttivi del Paese, consegnandoli al totale controllo dei potentati economici internazionali e a pure logiche di profitto. Il mercatismo vocato alla deregulation totale - è bene che il governo e maggioranza vi riflettano seriamente - è in grado di compromettere quelle garanzie di qualità dei servizi a tutela dei cittadini che, per esempio, in particolare nel settore sanitario e per la farmacia, presidio di riferimento territoriale, riconosciuto e parte integrante del sistema sanitario nazionale anche per il suo valore sociale, non può essere accettabile".

02 maggio 2017
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