Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 17 MAGGIO 2024
Governo e Parlamento
segui quotidianosanita.it

De Biasi (PD): "Parafarmacie anomalia italiana. Va corretta. Ma serve parlarne al di fuori del ddl concorrenza"


02 MAG - "Sono cambiate molte cose dalle prime liberalizzazioni e un bilancio ormai si impone per alcuni settori di cui vorrei brevemente parlare. Un pregio di questa legge è quella di avere riscritto gli articoli 138 e 139 del codice delle assicurazioni sul risarcimento non patrimoniale. È un aspetto importante che riguarda la sanità perché questo provvedimento si collega finalmente all'altra legge, che abbiamo approvato di recente, sulla responsabilità professionale delle professioni sanitarie e per la sicurezza delle cure.Tutto può essere fatto meglio, però non vi è dubbio che le tabelle di riferimento sono oggi una realtà con questa legge sulla concorrenza". Così la presidente della commissione Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi (Pd), è intervenuta durante la discussione in Aula sul ddl conconrrenza. 
 
"Mentre prima erano frutto del lavoro della magistratura - penso alle famose tabelle di Milano - oggi possono, grazie alla legge sulla concorrenza, diventare all'atto pratico un punto di riferimento normativo certo che di fatto non solo tutela gli esercenti delle professioni sanitarie, ma soprattutto i cittadini perché hanno una certezza. Questo è il primo punto. Sono tabelle che definiscono in punti il valore di un danno non solo patrimoniale ma anche morale. Sono, quindi, particolarmente importanti e significative. Ritengo che questo, tra i tanti limiti che si possono trovare, sia un fatto molto importante che consentirà un lavoro pratico di applicazione della legge sulla responsabilità professionale con riferimento alla sicurezza delle cure, che ritengo uno dei provvedimenti più importanti da questi la legislatura", ha proseguito.
 
"Il secondo punto - andrò molto velocemente - riguarda il pianeta delle farmacie, delle liberalizzazioni e della concorrenza. Su questo credo che una riflessione ulteriore nella prossima legge di concorrenza dovremmo farla perché non vi è dubbio che vi siano dei cambiamenti sostanziali e di grande importanza per cui ringrazio i relatori e la Commissione perché hanno recepito condizioni che erano state poste dalla Commissione sanità. Noi ne siamo ovviamente lieti. In particolare, penso alla necessità che vi sia nei nuovi assetti proprietari la figura del farmacista. Questo mi sembra evidente, ma non era così in precedenza. È una riflessione utile. In secondo luogo, l'altro punto non indifferente è che nei nuovi assetti proprietari in ciascuna Regione lo stesso soggetto possa detenere al massimo la proprietà del 20 per cento delle farmacie. È un punto importante, anche se non del tutto soddisfacente. Questo non credo sia un problema solo della legge di concorrenza, ma del concetto di liberalizzazione perché - introduco in questo modo anche il terzo tema - stiamo parlando di servizi del Servizio sanitario nazionale", ha aggiunto la senatrice dem.

"Nel patto per la salute è detto in modo chiaro che le farmacie sono parte del Servizio sanitario nazionale ed erogano farmaci che non sono considerati una merce come le altre. Allora ci sono due problemi: il primo riguarda il rapporto tra grande e piccola distribuzione. Certamente mi si dirà che i supermercati hanno soppiantato i piccoli esercizi. Ma in questo caso noi stiamo parlando di un servizio completamente differente. Penso, ad esempio, alle farmacie rurali ed alla difficoltà obiettiva che incontra un cittadino. Se si prosegue sulla strada della grande proprietà nel campo delle farmacie, mi chiedo che cosa accadrà delle farmacie che si trovano nei paesi più piccoli che sono spesso uno dei pochi punti di riferimento per gli abitanti. Questo è un problema reale che tocca la vita dei cittadini, non soltanto il reddito del farmacista, come è stato evocato in alcuni interventi. Non è così. Non è solo un problema di reddito. Certamente c'è anche quello: se la farmacia vende meno indubbiamente ci sarà anche un problema di chiusura delle farmacie".
 
"A mio parere, però, su questo andrebbe condotto un lavoro un po' più ordinato di quanto non sia stato fatto fino ad oggi e, lo ripeto, non nella legge sulla concorrenza. Per esempio, i concorsi per le nuove farmacie sono bloccati dalle Regioni. Nel milleproroghe, peraltro, abbiamo previsto una ulteriore proroga. È necessario che liberalizzazione non significhi esclusivamente confronto con il mercato. La liberalizzazione deve tenere conto anche delle necessità dei cittadini, considerando anche che stiamo parlando del Servizio sanitario nazionale e quindi di quella che viene chiamata la farmacia dei servizi. I supermercati che vendono in modo mirabile dalla cosmesi, alle scarpe a quant'altro, sono utili ma molto relativamente. Noi abbiamo bisogno - ha sottolineato De Biasi - di ridefinire in chiave moderna la funzione della farmacia come punto di riferimento e di servizio per il cittadino. Molto spesso, ripeto, visto che l'Italia è lunga ed è composta di piccoli comuni, è, di fatto, l'unico punto di riferimento di carattere sanitario. Questo riguarda, ovviamente, non soltanto le persone anziane ma tutti. Penso quindi che, nonostante il cambiamento previsto dalla Commissione che apprezzo moltissimo, un piccolo ulteriore lavoro vada fatto".

"Il terzo e ultimo punto riguarda i farmaci di fascia C che non sono presenti ma sono stati evocati nel corso di tutto il dibattito. Sappiamo, infatti, che sono uno dei grandi elementi di discussione, oggetto anche di qualche mail che avremmo volentieri fatto a meno di ricevere, lo dico molto sinceramente, perché ritengo che siano frutto di un lobbismo che forse potrebbe anche darsi una regolata. È passato molto tempo da quando sono state fatte le prime liberalizzazioni, come dicevo all'inizio, e si è creato un problema molto grande. Le parafarmacie sono una anomalia italiana. In Europa non esiste un esempio di parafarmacia. Facciamoci qualche domanda. Personalmente ritengo che si debba arrivare ad un ridefinizione della parafarmacia, non credo che sia stata un'idea brillante quella di chiedere la presenza di un farmacista nella parafarmacia perché questo ha ovviamente comportato un farmacista di serie A e un farmacista di serie B, cosa inaccettabile dal punto di vista della deontologia e della collocazione professionale, oltre che dell'etica professionale e, vorrei dire, sociale, in questo campo. Accanto a questo, però, credo che sia ugualmente inaccettabile l'idea che i corner dei grandi supermercati abbiano parafarmacie che possono vendere farmaci di fascia C".

02 maggio 2017
© Riproduzione riservata
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy