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La replica di Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl: “Per innovare serve lavoro comune delle professioni. No spaccature e steccati”


02 MAR - Replica di Cgil, Cisl e Uil al no della dirigenza medica e sanitaria all’area unica con i tecnici professionali amministrativi del Ssn.
 
“È ormai da quasi un decennio – scrivono Fp-Cgil Cisl-Fp Uil-Fpl in una nota - che siamo mobilitati per rappresentare ai Governi che si sono succeduti le grandi fragilità del servizio sanitario pubblico. Un servizio che è in graduale dismissione per colpa di politiche sbagliate, prime fra tutte la costante diminuzione di risorse i blocchi del turn-over e della contrattazione. Da Prodi a Renzi passando per Berlusconi, abbiamo organizzato decine di iniziative nazionali e locali che hanno portato in piazza centinaia di migliaia di lavoratori appartenenti alle diverse anime del pubblico impiego, in particolare tra i professionisti e gli operatori della sanità. I risultati delle ultime elezioni delle RSU, eccellente in termini di partecipazione al voto e di consenso per i sindacati confederali, sono la migliore testimonianza del coinvolgimento che siamo riusciti a creare. Un coinvolgimento trasversale, al di là di steccati e barriere sia ideologiche che professionali”.

“È su questa esperienza di condivisione ampia di proposte e obiettivi – rilevano - che si fonda la nostra visione globale del percorso, non solo organizzativo ma anche contrattuale, che deve portare a una riorganizzazione innovativa del settore sanitario e al rilancio dei suoi servizi. E siamo i primi ad essere sorpresi che qualcuno pensi ora di metterlo in discussione. La definizione dei nuovi comparti e aree dirigenziali deve rappresentare l’unità del sistema professionale ed organizzativo del servizio sanitario nazionale, riconoscendo strumenti contrattuali in grado di valorizzare le specificità di tutte le professioni sanitarie, tecniche, amministrative e professionali nei diversi ambiti lavorativi ospedale, territorio, servizi di emergenza, di continuità assistenziale, distretti, strutture protette ecc.. in una convergenza che permetta di riconoscere le diverse competenze professionali che concorrono alla risposta di salute per il cittadino. Anche per questo il rinnovo del Contratto Nazionale di lavoro non è più rinviabile”.

“Non si tratta di una forzatura – rimarcano Cgil, Cisl e Uil -  Un progetto serio di modernizzazione del servizio sanitario nazionale richiede innovazione organizzativa, ma non solo: vanno utilizzati tutti gli strumenti, anche quelli contrattuali, per declinare nelle diverse realtà modelli organizzativi più avanzati e per valorizzare le competenze dei professionisti e degli operatori nei nuovi percorsi di cura e assistenza”.
 
“Sarà un cammino di evoluzione complesso, impegnativo e pieno di difficoltà – conclude il comunicato - , ma proprio per questo siamo convinti che le centinaia di migliaia di lavoratori del servizio sanitario nazionale debbano marciare uniti, senza spaccature ideologiche né steccati tra una professione e l’altra”.

02 marzo 2016
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