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Neonato deceduto al Pertini. Puericultrici: “Siamo il sostegno di cui hanno bisogno le neomamme, ma la legge non ci riconosce”


L’assistenza al neonato è compito della Puericultrice, ma le Regioni non la riconoscono e per le aziende ospedaliere è una professione da non considerare più nell’organico. Per questo chiedono al Governo l’istituzione di un “tavolo tecnico, affinché la figura della puericultrice sia rivalutata e riconosciuta e ricollocata nel suo ruolo come professione, poiché le sue competenze nell’ambito neonatale sono imprescindibili, essenziali, per la tutela del nascituro.

06 FEB -

“Le Puericultrici, figure professionali essenziale per il nascituro e le mamme, indispensabili per l’equipe medica e ostetrica e che negli anni si sono evolute, aggiornate, migliorate, stando al passo con i tempi, con un’esperienza trentennale che tocca molti settori neonatale, chiedono di essere riconosciuta e valorizzata. Sono stanche di aspettare un riconoscimento negato dalla legge 42/99, e sentire che si parla di tagli alla sanità, e tanti cittadini ci rimettono in salute, anche anime innocenti. Siamo tutti consapevoli delle difficoltà che il mondo negli ultimi anni sta subendo (covid 19), ma è ora di investire più risorse sul futuro di questo Paese, ovvero sull’infanzia e sulla salute”.

È quanto scrivono, in un documento indirizzato al Governo e sul solco della vicenda del neonato deceduto all’Ospedale Sandro Pertini di Roma, le Puericultrici, che chiedono attraverso gli Stati Generali di essere ascoltate. E propongono l’istituzione di un “tavolo tecnico, affinché si possano trovare le più corrette strategie per portare benessere nelle famiglie, e per far sì che tragedie di questo tipo non accadano più perché è inammissibile”.

“Siamo impotenti nei confronti della morte – scrivono – quello è vero, ma non siamo impotenti difronte alla mancata assistenza, alla carenza di personale, poiché il diritto all’assistenza al neonato è compito della Puericultrice e prendere in mano questa fase così delicata (neonato). La sua formazione, esperienza e vocazione, può aiutare l’equipe medica e soprattutto i neo genitori in questa esperienza di vita. Nella Sanità Italiana, vige una politica al risparmio e abuso di professione, la legge 42/99 ha fatto danni, i contratti nazionali hanno peggiorato, disconoscendo questa professione. Non si può continuamente sentire la frase: “carenza di personale” se il personale c’è, è formato, e non gli è data la possibilità di esercitare”.

Le Regioni, denunciano le puericultrici, non riconoscono questa professione, per le aziende ospedaliere è una professione da non considerare più nell’organico, mettendola a svolgere altro lavoro che non è quello per cui si è specializzata, sostituendola con l’operatore socio-sanitario: “ L’Oss ha altre competenze da svolgere, ma non quella dell’assistenza al neonato. È cosa grave, e da denuncia. Le puericultrici sono professioniste che continuano a essere formate in scuole Private e inserite nelle professioni di questo Dicastero come arte ausiliarie senza avere riscontro nel mondo lavorativo. Sono oltre 20 mila puericultrici, formate con costi dai 4/6mila euro, un esercito pronto a svolgere la professione con competenza”.

Le puericultrici attraverso gli Stati Generali si rivolgono quindi alle istituzioni per essere ascoltate: “La puericultrice potrebbe rappresentare ‘l’assistente famigliare-puericultrici’, inserita nel ruolo socio-assistenziale, trasformando così il profilo in una scheda Europea; in questo modo le viene riconosciuto il ruolo primario in età pediatrica, riconoscendone il loro credito formativo in assistente famigliare nel settore socio assistenziale area pediatrica, e attraverso i crediti e competenze e formazione autorizzata da enti pubblici/privata a sviluppare questa figura sul territorio famigliare e in strutture comunitarie. Occorrerebbe riconoscere l’alto livello di attenzione sull’allattamento delle neo mamme. Un aiuto importante anche per gestire la depressione post- partum”.

La presenza della figura della Puericultrice accanto alla partoriente è fondamentale, oltre a quella del papà, e non tutte le donne accettano il “rooming in”, troppo spesso imposta invece che proposta. Gli Stati Generali delle Puericultrici chiedono quindi che la figura della puericultrice sia rivalutata e riconosciuta e ricollocata nel suo ruolo come professione, poiché le sue competenze nell’ambito neonatale sono imprescindibili, essenziali, per la tutela del nascituro.



06 febbraio 2023
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