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Certificati Inail. Smi: “Non si applica l’Iva nella fatturazione”


Il sindacato ha risposto così alle notizie trapelate nei giorni scorsi circa controlli effettuati nel merito dalla Guardia di Finanza. Per il dirigente nazionale, Ernesto La Vecchia, affermare il contrario vuol dire “creare  una pericolosa situazione di incertezza”.

12 NOV - È di qualche giorno fa la notizia, apparsa su alcuni mezzi di informazione, la contestazione della Guardia di Finanza ad alcuni medici per la mancata applicazione dell'Iva nella fatturazione dei certificati Inail. La Commissione Fisco di un sindacato dei medici di famiglia, a seguito di queste vicende ha deciso di dare alcune indicazioni che hanno creato non poca preoccupazione: fatturare, al momento, con l’iva, in attesa di un pronunciamento ufficiale da parte dell’Agenzia delle Entrate.

Il Sindacato dei Medici Italiani (Smi) considera che la strada intrapresa sia sbagliata. “Sentiti i nostri consulenti – ha spiegato il dirigente nazionale Smi Ernesto La Vecchia – possiamo ribadire che la risoluzione dell’Agenzia delle Entrate ha chiarito definitivamente il trattamento fiscale delle visite mediche eseguite per conto dell’Inail, dopo aver riscontrato che alcune sedi locali di questo istituto al momento del pagamento dei compensi ai medici professionisti richiedevano l’emissione della ricevuta sanitaria con l’applicazione dell’Iva, adducendo che l’attività rientrava in quella esclusiva di medicina legale”.

“Bene, possiamo affermare – ha proseguito La Vecchia - che tale interpretazione è restrittiva e non può essere applicata in quanto l’attività svolta dai medici rientra nelle prestazioni sanitarie volte alla cura o alla diagnosi preventiva nonché le prestazioni effettuate per fini profilattici compresi quelli eseguiti nei confronti di persone che non soffrono di alcuna malattia, pertanto rientranti nella casistica tutelata dallo Stato che prevede che le prestazioni siano esenti Iva”.

“Il fatto, quindi, che nel corso di controlli della Guardia di Finanza si siano riscontrati problemi di questo tipo – ha concluso il dirigente – impone una risposta ferma e unitaria della categoria, non indicazioni sbagliate che creano confusione e allarme. In un periodo di grave crisi economica e di ricerca di facili capri espiatori è bene sottolineare che l’evasione fiscale e le irregolarità si devono cercare con forza e decisione da altre parti, non negli studi medici”.

12 novembre 2012
© Riproduzione riservata

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