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Raccolta emoderivati. FederSpecializzandi: “Alle porte il recesso contratti lavorativi dei medici dei Centri: il volontariato è una scelta personale” 


Il passaggio previsto per legge da una “collaborazione volontaria e occasionale con contratto libero professionale” per i medici specializzandi a “collaborazione volontaria a titolo gratuito ed occasionale ”viola i diritti dei medici e rischia di mettere in seria difficoltà il sistema di raccolta di sangue ed emoderivati nazionale

01 DIC -

“Chiediamo un rapido dietrofront del Governo oltre a un incontro urgente con i Ministri del Mef, Salute e del Mur e annunciamo che siamo pronti a trasmettere agli Ordini professionali competenti ogni segnalazione di eventuali imposizioni o ‘soluzioni facili’ adottate dall’alto per continuare a garantire i servizi di emoraccolta in regime di volontariato”.

È quanto dichiara Michele Nicoletti, Presidente Nazionale FederSpecializzandi

Lo scorso 26 novembre è entrato in vigore il Decreto Interministeriale di Salute, Università e Ricerca ed Economia e Finanze in merito al possibile arruolamento di personale medico, in regime di volontariato, da parte di enti o di associazioni che effettuino raccolta di sangue ed emocomponenti senza scopo di lucro. Il decreto aggiorna l’art.12 del cosiddetto Dl Bollette che autorizzava, in via sperimentale fino al 2025, i Medici Specializzandi a percorrere questa opportunità lavorativa in deroga a quanto previsto dalla 368/99.

Un decreto, denuncia Federspecializzandi, che non solo “va nella direzione contraria alla volontà politica precedentemente espressa da questo stesso Governo, ma rischia altresì di mettere in serie difficoltà tutti quei centri che avevano trovato una soluzione alle carenze di personale nei Medici Specializzandi. Il nodo della questione è il passaggio da una “collaborazione volontaria e occasionale con contratto libero professionale” a “collaborazione volontaria a titolo gratuito ed occasionale”.

“Ci piace ricordare che l'Italia è una Repubblica fondata sul lavoro e che lo Stato deve promuovere le condizioni che rendano effettivo questo diritto. Nel caso specifico – sottolinea Nicoletti – l’intervento dei Ministeri risulta quindi anticostituzionale nel tentativo di far cassa sulle tasche degli ultimi avendo l’ardire di ipotizzare che questi continuino a prestare il proprio servizio poiché in loro assenza i turni non verrebbero coperti. Ricordiamo infatti che i Medici Specializzandi sono prima di tutto dei Medici, ovvero dei professionisti della salute, e che il loro arruolamento può consentire una reciproca valorizzazione aiutando tutti quegli enti che altrimenti sarebbero in difficoltà nell'espletare il proprio mandato per carenza di personale. Chiediamo inoltre un rapido intervento anche della FNOMCeO per valutare se questa evoluzione contrattuale si configuri come una violazione dell’art. 52 del Codice Deontologico nel momento in cui i Ministeri vietino il diritto ad un onorario professionale.

Precisiamo sin da subito che FederSpecializzandi è assolutamente favorevole a ogni forma di volontariato e che tali attività si configurano sempre e comunque come forme di arricchimento intellettuale, umano e sociale. Riteniamo però che l’accaduto sia una grave mancanza di rispetto nei riguardi di tutti quei Colleghi che fino ad ora si erano resi disponibili al di fuori dell’orario dedicato alla propria formazione specialistica e nel pieno rispetto dell’assolvimento degli obblighi formativi. Per questo motivo i Ministeri non hanno alcun elemento per pretendere che qualcuno possa sentirsi obbligato a lavorare in regime di volontariato oltre il dovuto. Condividiamo infine le dichiarazioni di diversi presidenti di AVIS, nazionali e regionali: questa norma rischia di mettere in seria difficoltà il sistema di raccolta di sangue ed emoderivati nazionale”.

Secondo Federspecializzandi il l numero di colleghi che deciderà di proseguire le collaborazioni in regime di volontariato è minimo: solamente l’1% accetterebbe il cambio contrattuale.

“Temiamo quindi che questa norma metterà nuovamente a rischio l'autosufficienza del sistema sangue italiano, facendo riemergere tutte le carenze di specialisti e la disomogeneità dei servizi regionali; obbligando i responsabili a ricorre ancora una volta ad esternalizzazioni, cooperative o all’acquisto di sacche dall’estero; depauperando così inutilmente il sistema.

Le dimensioni del fenomeno sono ancora poco chiare, ma, soprattutto nelle regioni del nord, il ricorso ai Medici Specializzandi per garantire i volumi di raccolta risulta essere una prassi. Per esempio, AVIS Piemonte riferisce che i Medici Specializzandi costituiscono circa il 50% della propria pianta organico ed è immaginabile che tali valori possano essere simili anche in Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna e altre regioni. Visto che anche le associazioni dedicate alla raccolta di sangue ed emocomponenti condividono la nostra posizione, chiediamo quindi un rapido dietrofront del Governo”.



01 dicembre 2023
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