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Cure palliative: esperti denunciano, “Trascurato il dolore dei bambini”


Ogni anno vengono operati oltre 100.000 bambini: solo il 30-40% dei casi riceve un adeguato trattamento antalgico. Questo anche a causa della mancanza di farmaci contro il dolore registrati per l’età pediatrica. La denuncia arriva dalla Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (Siarti), da ieri riunita a Parma per il 4° Congresso nazionale.

14 OTT - Gli anestesisti sollecitano farmaci studiati per l’età pediatrica e l’attuazione della rete Cure Palliative e terapia del dolore pediatriche. Perché se la lotta al dolore in Italia ha fatto importanti passi avanti, anche grazie a una nuova legge approvata nei mesi scorsi per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, il dolore dei bambini viene ancora troppo trascurato rispetto a quanto accade per gli adulti. L’allarme arriva dalla Società Italiana di Anestesia, Analgesia, Rianimazione e Terapia Intensiva (Siarti), da ieri riunita a Parma per il 4° Congresso nazionale.
Molte delle procedure dolorose eseguite in ospedale - dalla rachicentesi al prelievo arterioso, dalla incisione di ascessi alla riduzione delle fratture - vengono eseguite senza un adeguato trattamento antalgico, affermano gli anestesisti. Particolarmente critico è il trattamento del dolore postoperatorio. In Italia ogni anno vengono operati oltre 100.000 bambini a cui si dovrebbero somministrare  farmaci analgesici, più o meno potenti a secondo dell’intervento. “Ma solo il 30/40% di bambini riceve un trattamento adeguato”, denuncia Fabio Borrometi, presidente Società di Anestesia Pediatrica SARNePI. “E questa è probabilmente una stima prudente”, aggiunge l’esperto sottolineando che “i bambini sono “orfani terapeutici: solo una piccola percentuale dei farmaci per la cura del dolore è, infatti, registrata per l’età pediatrica ed il loro uso “off label” è complesso e indaginoso e resta, pertanto, poco praticato in molti ospedali”.
Nel trattare il dolore dei bambini, ricordano però gli esperti, un ulteriore ostacolo è rappresentato dalla difficoltà di arrivare a determinare il grado di sofferenza attraverso la misurazione del dolore perché, a differenza dell’adulto il bambino non è in grado di riportare, nella maggior parte dei casi, le caratteristiche del dolore o anche semplicemente l’intensità.
Attenzione, inoltre, nella scelta delle vie di somministrazione dei farmaci analgesici  nei bambini. “Il bambino – ha affermato Ida Salvo, direttore dell’Uo Anestesia e Rianimazione dell’Ospedale dei Bambini V. Buzzi di Milano - può arrivare a dissimulare o negare il dolore se assumere il farmaco rappresenta una esperienza sgradita”.
 
 

14 ottobre 2010
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