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Responsabilità sanitaria. Troppe falle sul fronte giuridico


Dal prossimo marzo 2011 con il Decreto legge n. 28 del 2010 che sancisce anche in sanità l’istituto della conciliazione obbligatoria, il contenzioso medico-paziente potrà seguire strade diverse da quella del tribunale. Ma sul fronte giuridico sono ancora molti i nodi da sciogliere. Sul tema della responsabilità sanitaria, esperti del settore si sono confrontati nel corso di un convegno organizzato  dalla Fondazione “Ettore Sansavini per la ricerca scientifica”. 

29 OTT - Sul tema della responsabilità sanitaria c’è molto da discutere. Sono, infatti, ancora tante le criticità giuridiche esistenti, che alla luce di nuovi profili di responsabilità sanitaria aprono le porte a scenari in continua evoluzione. Su questi argomenti si sono confrontati avvocati, medici e professionisti sanitari nel corso del convegno “Criticità giuridiche in sanità” promosso dalla Fondazione “Ettore Sansavini per la ricerca scientifica”. Una kermesse giunta alla sua terza edizione e organizzata a Forlì al Villa Maria Cecilia Hospital di Cotignola, con la collaborazione dell'avvocato Gabriella Di Pentima, Direttore della scuola forense dell’Ordine di Forlì.
“Un intervento chirurgico – ha ricordato Silvio Tronconi, Direttore Generale della Fondazione – non coinvolge più solamente il medico, il paziente e l’infermiere, ma c’è il coinvolgimento, quasi sempre anche di professionisti, quali ingegneri, fisici, chimici e quanti altri, dovessero partecipare anche indirettamente ad un intervento, eseguito per esempio, in laparoscopia”.
Quindi,  un quadro sempre più complesso che prefigura diversi profili della colpa, sempre più sottili e conseguenza dell’evoluzione della sanità, ha sottolineato Alessandro Mancini, sostituto Procuratore presso il Tribunale di Forlì, ma anche differenti responsabilità dell’attività svolta in equipe. Criticità non mancano anche sul fronte della certificazione in ambito sanitario, come ha spiegato l’avvocato Francesco Cardile, secondo il quale la responsabilità penale, civile, amministrativa, oltre che disciplinare, comporta una non puntuale indicazione sulla documentazione sanitaria (cartella clinica, scheda di dimissione ospedaliera, etc.).
Altra nota dolente, evidenziata da Fabio Buzzi, docente di Medicina legale dell’Università di Pavia è quella relativa all’attività del consulente tecnico e al suo ruolo chiave in ambito processuale. Ci sono, ha detto l’esperto, molte falle della burocrazia e del sistema normativo che disciplinano la figura del medico legale e che fanno sì che la sua nomina “ope iudicis” avvenga attraverso la scelta da un elenco non adeguatamente dettagliato, col paradosso che non c’è rispondenza tra la specializzazione del professionista e il caso trattato in tribunale.
Ma la vera novità sul tema della responsabilità sanitaria, e che profila nuove chance per la risoluzione del contenzioso medico-paziente, è quella sancita dal recentissimo decreto legge 28 del 2010 che stabilisce l’istituto della conciliazione obbligatoria. La conciliazione, infatti, ha spiegato l’avvocato Adriano Rizzello, responsabile del servizio legale della Camera di Commercio di Forlì–Cesena diventerà esperimento di componimento stragiudiziale, anche in materia di responsabilità medica, assurgendo ad autonoma dignità.
Insomma, sulla materia c’è ancora molto da discutere, per questo la Fondazione Ettore Sansavini, ha assicurato Livio Tronconi, promuoverà “eventi correlati a quanto trattato nel seminario, proponendo momenti formativi e di aggiornamento sui temi più delicati che riguardano la tutela della salute”.

E.M.

29 ottobre 2010
© Riproduzione riservata

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