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L'allarme delle Società scientifiche: "L'accreditamento 'facile' mette a rischio la qualità delle cure"


Con un documento molto serrato la Fism chiede al ministro della Salute e alle Regioni di rivedere profondamene il sistema di accreditamento nelle strutture sanitarie pubbliche e private. "Il mantenimento di realtà inefficienti mette a repentaglio la vita dei pazienti" e rende "inquisibile l’attività del medico costretto a lavorare senza regole certe”.

27 SET - Un documento indirizzato al ministro della Salute, a tutti i presidenti delle Regioni e a tutti gli assessori regionali alla sanità per chiedere di rivedere al più presto i criteri di accreditamento professionale e organizzativo del sistema sanitario nazionale e dei sistemi sanitari regionali. A firmarla è la presidenza della Federazione delle Società Medico Scientifiche Italiane (FISM), sottolineando come “anche in tempo di riduzione della spesa sanitaria vi è l’assoluta necessità di conoscere e applicare correttamente i requisiti di accreditamento strutturale e organizzativo, previsti dalle normative vigenti nazionali e locali, che sono il punto di partenza indispensabile per garantire la presa in carico e la cura più appropriata al cittadino/paziente, attraverso la migliore espressione della professionalità dei medici specialisti e, in generale, delle figure sanitarie accreditate in base alle loro rispettive competenze”.

La FISM mette in evidenza come l’aggiornamento dei criteri d’accreditamento sia necessario per “garantire la necessaria professionalità da parte del medico specialista e dell’intera equipe sanitaria”, ma anche per “evitare che meccanismi di risparmio da perseguire a tutti i costi o, peggio, il mantenimento in essere di realtà sanitarie inefficienti, mettano a repentaglio la vita stessa dei pazienti e rendano inquisibile l’attività del medico specialista costretto a lavorare senza regole certe”. Di questi aspetti, sottolineano nella lettera le Società Medico Scientifiche, “si deve tener conto anche in occasione di procedure di sostituzione del personale in quiescenza o in dimissione. Tali concetti devono valere per tutte le strutture pubbliche, private - convenzionate e private, qualora la presenza di determinati requisiti sia richiesta dalla procedura di concessione dell’autorizzazione all’inizio dell’attività”.

Perché la tutela del paziente e del personale sanitario dipende dai diversi fattori, secondo il FISM. E cioè: “il livello delle conoscenze del singolo medico specialista; il livello delle conoscenze accumulate dalla comunità scientifica che devono essere rese esplicite in linee guida specifiche per il contesto italiano; il tipo di tecnologie utilizzate o utilizzabili; le condizioni organizzative oggettive in cui opera il medico specialista, che, ad esempio, può essere condizionato da vari fattori (carenze di personale, vetustà delle attrezzature o loro manutenzione scadente, etc..)”.
 

27 settembre 2013
© Riproduzione riservata

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