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Milillo (Fimmg): “Noi abbiamo un progetto chiaro per la medicina generale. Proporlo e difenderlo non vuol dire essere arroganti”

di Giacomo Milillo

Altre aggregazioni professionali, lamentano oggi una mancata consultazione, dopo che, le medesime, hanno accompagnato il percorso poliennale del progetto della Fimmg, nel migliore dei casi, con una disattenzione ideologica e perciò preconcetta. Per definizione, in quanto sindacato, siamo aperti al confronto ed alla mediazione, ma esistono dei presupposti oltre i quali l’ostinazione nel negoziare può essere solo lesiva

16 MAG - È certamente vero: le alleanze si costruiscono sugli obiettivi e sulla reciproca fiducia ed aggiungerei sulla progettualità per raggiungerli, anche solo in parte. Però il fatto di avere, come Fimmg ha, un progetto, proporlo e difenderlo non significa imporlo arrogantemente, specie quando tutto questo viene fatto gradualmente nel tempo e con disponibilità all’ascolto ed alla modifica.
 
Certo chi propone lo fa sulla base di una propria identità, che ha costruito, come nel nostro caso, nei decenni, ovviamente fanno parte di questa identità alcune scelte di riferimento, non assoggettabili a compromesso. Chi come Fimmg è stato determinante nel passaggio dal sistema mutualistico al SSN ed è largamente maggioritario nella Categoria, circostanza che non è un dono divino, ma si basa sul consenso determinato dalle scelte fatte,  ha il dovere di essere propositivo, sentiamo tutta la responsabilità della nostra forza rappresentativa ed abbiamo sviluppato una capacità diffusa: dalle ASL al livello regionale e nazionale di progettare, precorrere, anticipare e realizzare. Per definizione, in quanto sindacato, siamo aperti al confronto ed alla mediazione, ma esistono dei presupposti oltre i quali l’ostinazione nel negoziare può essere solo lesiva, questo avviene vuoi all’interno della categoria vuoi con la controparte pubblica quando la pregiudiziale negoziale va contro i principi identitari di chi negozia.
 
Purtroppo questo è quello che accade con le Regioni ed anche con altre aggregazioni professionali, che lamentano oggi una mancata consultazione, dopo che, le medesime, hanno accompagnato il percorso poliennale del progetto della Fimmg, nel migliore dei casi, con una disattenzione ideologica e perciò preconcetta.
 
Cosa significa, in sintesi, essere Fimmg: significa innanzi tutto riconoscersi all’interno di quel servizio sanitario pubblico che si è contribuito a far nascere e che si è costantemente difeso, significa reclamare un ruolo nella governance del servizio di cui si fa parte e che si contribuisce in maniera sostanziale a rendere a misura di cittadino, significa rivendicare pari titolarità nel servizio rispetto alla dipendenza e perciò orgogliosamente sottolineare il proprio profilo giuridico libero professionale convenzionale come il più adatto al ruolo che svolgiamo: di prossimità e rispetto dell’individualità delle persone, di risposta immediata ai problemi, orientata sempre alla economicità dei processi, ma  salvaguardando le esigenze.
 
Significa consapevolezza della propria insostituibilità e quindi coraggio di reclamare una rendicontazione seria, significa conoscenza della evoluzione dei bisogni di salute e capacità di progettare per assecondarli, significa aprirsi anche alle realtà assistenziali non coperte dai LEA ed alle risposte organizzative emergenti, per contribuire, regolamentandole, ad evitare che diventino un’occasione di salute perduta. Significa non stupirsi di aver precorso troppo i tempi e sopportare che qualcuno oggi spieghi a noi, che l’abbiamo inventato venti e più anni fa, quanto sia prospettico e bello lavorare insieme, significa anche sopportare che non si capisca che il rapporto di fiducia trova la sua sublimazione nell’associazionismo solo se un  medico di scelta tutelato è messo nelle condizioni di guidare il paziente tra processi assistenziali più complessi, ma più rispondenti alle sue esigenze.
 
In assenza del medico di fiducia l’associazionismo si trasforma in struttura, presente per la sua fisicità, ma estranea e massificante nelle sue risposte, con le sue complessità ed assurdità burocratiche. Essere Fimmg significa lottare perché questo non avvenga e assumersi il compito di informare la gente del rischio che corre.
 
Questi sono alcuni dei segni identitari di Fimmg, confrontateli con le ondivaghe espressioni ed azioni delle aggregazioni sindacali oggi più che mai a noi avverse e dei loro araldi e datevi la risposta del perché condividere ed unire non è possibile. L’unico tipo di unità sindacale ipotizzabile per Fimmg è quella che si alimenta dal coraggio delle scelte e dalla coerenza delle azioni. Stateci vicini.
 
Giacomo Milillo
Segretario nazionale Fimmg

16 maggio 2015
© Riproduzione riservata

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