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Fimmg: il punto sulla certificazione on line


Una lettera a tutti gli iscritti per fermare le polemiche intorno alle nuove norme previste dalla Riforma Brunetta, corretta da una circolare che riaffida alla “buona pratica clinica” dei medici, e non solo ai “dati obiettivi”, i fondamenti della diagnosi per la certificazione di malattia dei dipendenti pubblici.

04 MAG - In una lettera inviata a tutti gli iscritti e pubblicata sul numero in uscita di Avvenire Medico, il responsabile nazionale Comunicazione della Fimmg Fiorenzo Corti fa il punto sul tema della certificazione on line, oggetto di molte polemiche e proteste soprattutto sulle liste mediche di discussione via internet.
Corti sottolinea in apertura come la nuova normativa sulla certificazione di malattia non sia stata introdotta dall’Acn ma dalla cosiddetta Riforma Brunetta, sulla quale proprio l’azione della Fimmg congiuntamente a quella della Fnomceo ha ottenuto un importante risultato. Una circolare del ministero del 28 aprile scorso, infatti, chiarisce che la responsabilità del medico nella diagnosi di malattia “deve tener conto delle regole proprie della pratica medica, che consentono di formulare diagnosi e prognosi anche per presunzione sulla base di dati riscontrati o semplicemente acquisiti durante la visita”, superando di fatto la lettera della norma che parlava invece di “dati obiettivi”.
Inoltre la lettera ricorda che l’invio dei certificati Inps nella forma cartacea sarà possibile per tutta la fase della sperimentazione e del collaudo (ovvero fino al prossimo 4 agosto) al termine della quale “verrà fatta congiuntamente una valutazione della situazione e verranno definite aree e situazioni di esenzione oltre che i correttivi evidenziati come necessari”.
Per rispondere alle polemiche, anche molto accese, di alcuni settori della medicina generale, la lettera si conclude ricordando la svolgimento della vicenda: “Se si ritorna con la mente a quanto immediatamente dichiarato da Giacomo Milillo all’inizio della vicenda, e cioè che ci saremmo mossi per riportare il tutto alla buona pratica clinica ed evitare interferenze negative su di essa e quindi sull’assistenza, occorre oggettivamente constatare che l’obiettivo non sembra lontano”.

04 maggio 2010
© Riproduzione riservata
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