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Stress da lavoro per 1 lavoratore su 4. Tra le donne tasso al 50%


Ne soffre un lavoratore su quattro, ma l’indice sale ad una su due per le donne in maternità. Causa mancate sostituzioni e difficili ricollocazioni sul lavoro dopo il parto e le possibili tensioni con i colleghi, a loro volta stressati dalle mancate sostituzioni. Questi i primi risultati del Laboratorio Fiaso sul “benessere organizzativo”.

08 APR - Per le donne che lavorano in sanità lo stato di gravidanza può diventare più che per altre lavoratrici un fattore di stress. E più precisamente di “stress da lavoro correlato”, che colpirebbe una gestante su due a causa delle difficoltà riscontrate nella ricollocazione lavorativa dopo la maternità e delle tensioni che a volte si creano con i colleghi che restano.  Anche loro stressati dal fatto che in  oltre il 60% dei casi le lavoratrici che vanno in maternità in Asl e ospedali pubblici non vengono sostituite  per via delle sempre più austere politiche di bilancio imposte dai tagli alla sanità pubblica regionale. Ad evidenziare il fenomeno sono le prime rilevazioni del Laboratorio FIASO (la Federazione italiana delle aziende sanitarie ed ospedaliere) sul “Benessere organizzativo”, nato grazie al contributo del colosso farmaceutico Boeringher Ingelheim, che non a caso ha a suo tempo attuato,con buoni risultati, un progetto di ricollocazione delle donne in maternità basato proprio sull’aggiornamento e sul coinvolgimento delle dipendenti nelle attività aziendali durante il periodo di assenza.
Al di là del “fattore maternità” il Laboratorio avviato da FIASO  sarà seguito anche fuori dal perimetro della sanità visto che le Asl e gli Ospedali coinvolti stanno facendo da apripista nella Pubblica amministrazione nel rilevare lo “stress da lavoro correlato” e individuare le relative misure per migliorare ambiente e clima lavorativo, così come prevede la normativa europea entrata in vigore il 1° gennaio di quest’anno.
Del resto le statistiche parlano chiaro: lo stress interessa quasi un lavoratore europeo su quattro ed è il secondo problema di salute legato all’attività lavorativa. Per non parlare delle giornate di lavoro perse dai lavoratori “stressati”: oltre la metà delle assenze per malattia per un costo stimato nell’ordine dei 20 miliardi di euro nei 15 Paesi UE.
Problemi che in sanità si moltiplicano.
“In ospedale o in ambulatorio –spiega il Giancarlo Sassoli, coordinatore del laboratorio FIASO e Direttore Generale della ASL  12 di Viareggio - è comprovato che i sanitari sottoposti a maggior stress da lavoro correlato commettono anche più errori clinici”. E proprio la sanità, grazie alla FIASO, ha avviato in anticipo con i tempi previsti dalla normativa la sperimentazione del decreto,  alla quale partecipano 16 aziende sanitarie e ospedaliere, che  con oltre 60mila dipendenti sono un campione rappresentativo del territorio nazionale (le Aziende coinvolte  sono: Ausl 12 Versilia, Asl Cn2 Alba-Bra, Ulss 3 Bassano del Grappa, Apss Trento, Asl Milano, Azienda ospedaliera  ICP Milano, Asl Bergamo, Asf Firenze, Asl Andria-Barletta-Trani,  Policlinico S.Martino di Genova, Ausl Bologna, Ausl Rimini, Policlinico di Modena, Asl Roma E, Asl Matera, Policlinico di Messina. Il Laboratorio di ricerca, che si chiuderà a inizio 2012, prende le mosse dalle esperienze già maturate sul campo per definire delle linee guida che consentano al vasto universo della sanità pubblica non solo di rilevare entità e cause dello stress da lavoro, ma soprattutto di attuare quanto necessario per rimuoverle.

La check list degli eventi sentinella
Intanto si è partiti, nelle Aziende partecipanti al Laboratorio, con la valutazione dei fattori oggettivi (come l’organizzazione del lavoro o la valorizzazione dell’attività svolta).
Infatti, attraverso un meccanismo di rilevazione messo a punto seguendo  le linee guida ad hoc messe a punto recentemente dalla Commissione Consultiva permanente per la sicurezza e la salute sul lavoro e la letteratura sull’argomento, è stata stilata  una check list di possibili fattori di rischio “stress lavoro-correlato”, come assenze per malattia, lavoro notturno, reperibilità ma anche fattori legati  alle relazioni sociali nell’azienda, alla formazione o alla gestione del lavoro. Eventi sentinella che in alcuni casi, come le assenze per malattia, per essere rilevati e verificati stanno richiedendo una forte  collaborazione delle amministrazioni coinvolte nella sperimentazione.
Siccome, pur essendo indicatori importanti perché utili a conoscere la realtà organizzativa, resta comunque prioritario analizzare come il professionista effettivamente si sente nel contesto lavorativo, nei prossimi mesi verrà inviato  ai dipendenti delle aziende coinvolte un articolato questionario sul “Benessere organizzativo percepito” (BOP), che consentirà di valutare anche gli aspetti soggettivi  (ad esempio il senso di identità aziendale), che contribuiscono a migliorare o peggiorare il clima lavorativo. Il questionario è stato elaborato e validato dal Laboratorio FIASO, in collaborazione con le Università di Bologna e Palermo, proprio per capire meglio le opinioni dei lavoratori stessi sul proprio benessere (o malessere) al lavoro.
Tutto questo richiede per le Aziende e le loro amministrazioni un lavoro piuttosto complesso.
Ma che il gioco valga la candela lo dicono i numeri degli studi nazionali e internazionali in materia. Secondo l’indagine della International Personal Management, pubblicata dal Financial Times, la “riorganizzazione del benessere aziendale” genera un miglioramento del 30% delle prestazioni individuali e l’allineamento del personale al 100% degli obiettivi. Il Rapporto Asfor  (l’Associazione Italiana per la Formazione manageriale) sulla formazione manageriale in Italia dice che il 27,5% delle aziende italiane forma il proprio management per migliorare il benessere lavorativo e la produttività dei dipendenti. E i risultati si vedono perché migliorando il “clima interno” la produttività cresce di oltre il 27% e, quel che forse più conta, la customer satisfaction, ossia l’indice di gradimento dei clienti, sale di ben 47 punti percentuali.
Dati che trovano puntuale riscontro nella Asl Cuneo2, all’avanguardia nella lotta allo stress lavorativo. “Qui migliorando le condizioni di lavoro di medici, infermieri, tecnici e amministrativi –dichiara Giovanni Monchiero, Presidente FIASO e Direttore generale dell’Asl cuneese - ci siamo piazzati al secondo posto nella classifica delle aziende con minor tasso di assenteismo”.
 

08 aprile 2011
© Riproduzione riservata

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