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Chirurghi Ospedalieri. Il neo presidente Marini: “Formazione, linee guida e assicurazioni sono le mie priorità”


Percorsi formativi, definizione delle linee guida, riorganizzazione del sistema assicurativo e standardizzazione delle cure sul territorio nazionale. Sono questi i punti cardine dai quali Pierluigi Marini, neo presidente Acoi, intende sviluppare il suo programma operativo. Per la tutela di medici e pazienti propone l’istituzione di un albo nazionale dei periti, certificato dalle Società Scientifiche. Ecco tutte le sue proposte.
 

26 GIU - “Restyling della formazione dei chirurghi, apertura di un Tavolo di discussione sull’Accreditamento, partecipazione attiva dell’Associazione Chirurghi Ospedalieri Italiani alla stesura delle Linee Guida”. Sono questi i temi di partenza da cui il neo presidente Acoi, Pierluigi Marini, Direttore Uoc Chirurgia 1 all’ospedale San Camillo di Roma, svilupperà il suo programma .
 
L’elezione, avvenuta all’unanimità, si è tenuta in occasione del 36° Congresso Nazionale organizzato dalla Società Scientifica a Montesilvano (Pescara), a cui hanno preso parte oltre 1.500 chirurghi, alla presenza di una folta platea di illustri personalità del mondo medico, politico, universitario e istituzionale.
 
Tra le priorità per i prossimi anni, per Marini c’è, senza dubbio, la Formazione del chirurgo che ha definito “uno dei punti cardine, con particolare riferimento a quella post-laurea. Acoi – ha spiegato il presidente - sarà impegnata, infatti, a garantire percorsi formativi ad hoc, tali da poter assicurare ai chirurghi know-how e skills indispensabili per dare risposte adeguate alle regole dell’accreditamento e delle reti ospedalieri. Bisogna rendere le Scuole più dinamiche”.
 
In tema di formazione post-laurea Istituzionale Marini ritiene che l’Italia sia “lontana anni luce dai modelli di Francia, Inghilterra o Germania”. Tanto che “tutte queste problematiche spingono i chirurghi italiani a migrare all’estero”.
 
Parlando della legge Gelli, invece, il presidente sottolinea come “per questa Acoi abbia profuso un enorme impegno. Con il collega e amico Diego Piazza abbiamo frequentato il Parlamento in maniera costante, costruendo un rapporto di fiducia e stima con l’Onorevole Federico Gelli intervenuto anche al nostro Congresso Nazionale, in occasione di una sessione particolarmente attesa sul contenzioso-medico legale. E’ stata fatta una Legge molto importante di cui però, attualmente, non conosciamo gli effetti veri e propri”.
 
“Avvocati e Magistrati – ha detto Marini - riscontrano alcune criticità. Intanto attendiamo i Decreti attuativi. Ma, nel frattempo, è necessario esaminare rapidamente alcuni capitoli. Il primo è quello relativo alla realizzazione e all’aggiornamento delle Linee Guida, senza le quali una parte della Legge Gelli non è attuabile. Di conseguenza – ha specificato il presidente - stiamo lavorando proprio per organizzare le apposite Commissioni”.
 
Le assicurazioni, sempre parlando della legge Gelli, per Marini sono “un altro punto fondamentale. È necessario istabilire un rapporto più corretto con le Assicurazioni, che dovrebbero tutelare i medici a costi più contenuti. Basti pensare che, un giovane chirurgo neo-specializzato, per lavorare a pochi euro ad ora in una Casa di Cura privata, è costretto a pagare un’Assicurazione di circa 5-6mila euro all’anno. Ed è altrettanto indispensabile che il sistema assicurativo tuteli gli Ospedali. Attualmente alcuni nosocomi risultano inassicurabili. Proprio per questo ho proposto all’Onorevole Federico Gelli di rendere l’Assicurazione come l’RC-Auto, ovvero: con l’obbligo di Assicurare”.
 
Il contenzioso medico-legale è per il neo presidente “business che sta creando enormi danni al sistema”. Marini ripone le sue speranze nella legge Gelli credendo che possa essere “un aiuto a mutare il rapporto tra professionisti e pazienti. Il 75-80% dei chirurghi - ha sottolineato - entra in sala operatoria preoccupato per questo fenomeno, quindi di fronte a situazioni difficili il professionista si ferma per evitare un possibile contenzioso medico-legale. E questo è un danno per i medici ma, in primis, per i pazienti a cui viene tolta un’opportunità di guarigione”.
 
“Un fenomeno grave e reale – ha aggiunto - che richiama, appunto, un altro preoccupante aspetto: il calo delle vocazioni. Sempre più spesso i giovani medici, per paura di eventuali ripercussioni legali, scelgono altri percorsi professionali e, di questo passo, tra 4 o 5 anni, saremo costretti ad importare i chirurghi dall’Estero”.
 
Per poter essere giudicati in maniera adeguata da professionisti che conoscono perfettamente la materia, Marini propone “un Albo Nazionale dei Periti, certificato dalle Società Scientifiche. Un Albo Nazionale dei Periti tranquillizzerebbe tutti: giudici, chirurghi e pazienti”
 
Sul rapporto con le Istituzioni il neo presidente appare tranquillo: “spero - ha detto - vogliano dialogare con noi. La più grande Società Scientifica Chirurgica Italiana deve essere un punto di riferimento quando si parla di Formazione, Accreditamento, regole per gli acquisti dei dispositivi medici e reti ospedaliere. Ho proposto al Ministro della Sanità di fare in modo che ci siano delle certificazioni di qualità su alcuni argomenti rilevanti. Stabiliamo, pertanto, requisiti di accreditamento per le Società Scientifiche”.
 
L’orario di lavoro è per Marini “una questione legata alla polemica delle liste di attesa sollevata da alcuni governatori di Regione. E’ vero, c’è una Normativa europea che impone dei paletti e che deve essere rispettata. Le ore lavorative sono quelle stabilite, ma le esigenze sono altre. Dunque: o chiediamo di ritirare queste Legge o assumiamo personale. Veniamo da 10 anni di blocco del turn-over, di riduzione dei posti letto, di chiusura dei servizi, di tagli orizzontali privi di un criterio logico. La popolazione medica e chirurgica è invecchiata. Eppure si chiede ai Primari di osservare, giustamente, una Normativa ma, nello stesso tempo, si polemizza sostenendo che la lungaggine della liste di attesa dipenda dell’intramoenia. Una polemica populista priva di fondamenta. Se viene tagliato il 10% dei posti letto, altri servizi sanitari vengono chiusi per mancanza di personale, forse sono questi i veri motivi per cui si creano interminabili liste di attesa, non certo perché il professionista esegue una visita in intramoenia”.
 
Sul titolo V il parere del neo Presidente Acoi è durissimo: “ha distrutto – ha commentato - il Sistema Sanitario. La politica deve fare qualcosa per standardizzare l’accesso alle cure in ogni latitudine del Paese. Basta con le disuguaglianze e con il turismo sanitario. E questo, oggi, è ancora un’utopia”.
 
“Acoi - ha aggiunto - è attualmente impegnata nella realizzazione di un progetto relativo alla chirurgia colon-rettale laparoscopica: un gruppo composto da 14 opinion-leader, di cui faccio parte, stanno producendo un Protocollo con l’Università Bicocca che, mi auguro, possa raggiungere in breve tempo il Tavolo della Conferenza Stato-Ragioni per garantire, in tutta Italia, un approccio corretto e standardizzato almeno per questo tipo di patologia. Noi insegniamo da sempre chirurgia mini-invasiva, ed eseguiamo circa il 30% di questi interventi in chirurgia Laparoscopica, il Regno Unito è al 60%. Ma se verifichiamo Regione per Regione, scopriamo territori che hanno una percentuale inferiore al 10% e questo non è un dato accettabile per i pazienti. Quindi servono proposte e progetti per standardizzare le cure su tutto il territorio nazionale. Acoi si impegna in questa e in tutte le altre grandi questioni – ha concluso Marini - guardando al futuro della professione chirurgica con dedizione e lungimiranza”.

26 giugno 2017
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