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Manovra: per i professionisti della sanità la medicina è amara


"Una mannaia sui medici”, afferma l’Anaao Assomed, che insieme alla Fp Cgil dichiara di essere pronta allo sciopero. Farmindustria lancia l’allarme: “Rischiamo di consegnare mercato farmaci a Cina e India”, mentre per la Fofi esistono preoccupazioni, ma "non è tempo di politiche di contrapposizione inadeguate" . Le reazioni dei professionisti della sanità sono state accese fin dalle prime indiscrezioni sui contenuti della manovra di bilancio, che per contenere la spesa sanitaria prevede interventi sulla farmaceutica e sui contratti dei dipendenti pubblici.

28 MAG - Ecco una rassegna dei commenti raccolti in questi giorni sul decreto legge.

Anaao: è una mannaia sui medici
“La parcella della cattiva gestione della politica viene messa in conto a chi è impegnato per servizi migliori e meno costosi”. La manovra “mette le mani nelle tasche” dei camici bianchi “fino a sfondarle”, un “accanimento” su cui “non faremo sconti” afferma l’Anaao Assomed, annunciando azioni di protesta contro “provvedimenti tanto vergognosi quanto iniqui”. “Se c'è l'esigenza di rimettere in ordine i conti pubblici non possono essere sempre i soliti noti, e con molteplici modalità, a pagare”, aggiunge l'Anaao osservando che "nei prossimi 4 anni acquisiranno il diritto al pensionamento circa 30.000 medici dipendenti, l'intera generazione di professionisti entrati in servizio con la costituzione del SSN. Il provvedimento del Governo ne prevede una sostituzione limitata al 20%. Le conseguenze sulla quantità e qualità dei servizi erogati si prospettano devastanti ed a pagare saranno le classi sociali più deboli. Come definire tutto ciò se non con il termine di “macelleria sociale”? Come si può sostenere che la Sanità non è stata toccata?".


Fp Cgil: Pronti a sciopero
Il rischio per il sindacato è che si crei “una miscela esplosiva che nei prossimi due anni potrà determinare nella sanità pubblica una carenza complessiva di 12.000 medici, e il taglio del 10% delle prestazioni mediche erogate ai cittadini. Ancora più grave la situazione sarà nelle Regioni soggette ai piani di rientro – Lazio, Campania, Molise, Calabria, Abruzzo e Sicilia – dove il blocco del turn over è spesso totale”.
Il segretario nazionale della Fp Cgil Medici, Massimo Cozza, critica fortemente la manovra osservando che “il dimezzamento dei precari nel pubblico impiego e la cancellazione dell’80% delle consulenze mette a rischio, nelle Regioni che la recepiranno, il funzionamento dei servizi per l’emergenza e i pronto soccorso dove lavorano gran parte dei 12.000 medici precari”. Critiche anche al ministro della P.A. Renato Brunetta. “I medici che rimarranno a lavorare vedranno congelati per tre anni i loro stipendi – specifica Cozza - ed avranno un carico maggiore di lavoro, a partire dalle guardie ospedaliere. La controriforma di Brunetta paradossalmente sembra rimanere intatta, ma per premiare la professionalità e la produttività rimane in più la sola indennità di vacanza contrattuale, cioè 24,21 euro mensili lordi”.


Farmindustria: rischiamo di consegnare mercato farmaci a Cina e India
La manovra “sostanzialmente non consentirebbe più di poter prescrivere una moltitudine di farmaci, perché si potrebbero prescrivere, per quelli fuori brevetto, i quattro meno costosi. E questo vuole dire consegnare le nostre imprese, il nostro sistema produttivo, il nostro 54% di export a indiani e cinesi”. Lo ha affermato Sergio Dompè, presidente di Farmindustria, secondo il quale “ci sono delle modifiche tecniche che non comportano costi e che vogliamo siano fatte perché altrimenti sarebbe una penalizzazione inutile”. “È un momento di grave difficoltà - ha rilevato - e non si può non essere solidali con il Governo. Il ministro delle Finanze, Giulio Tremonti, in particolare, non può permettersi di arretrare nemmeno di un millimetro. Per noi però è motivo di amarezza il fatto che si continua a insistere su un settore importante per il Paese, che da nove anni ininterrottamente viene sottoposto a tagli. Ma con grande senso di sacrificio e di appartenenza al Paese accettiamo quello che è stato fatto”.


Fofi: contro crisi settore promuovere e stabilizzare la farmacia dei servizi
 “Non è tempo di politiche di contrapposizione inadeguate”. Il presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti (Fofi), Andrea Mandelli, interviene sulla manovra affermando che le difficoltà che oggi “inevitabilmente” si profilano per il futuro della filiera del farmaco “discendono da una politica sindacale inadeguata, che non ha saputo cogliere il mutamento del settore e, in ultima analisi, di tutto il welfare, come invece aveva chiesto la Federazione”.
Secondo Mandelli gli effetti sul l settore farmaceutico giustificano le preoccupazioni per il futuro della filiera del farmaco, soprattutto per quanto riguarda i riflessi sull’occupazione. L’uscita da questa congiuntura, secondo Mandelli, “non può essere però cercata nella contrapposizione al Governo, che ha fatto propria la visione dell’evoluzione della farmacia come centro polifunzionale di servizi”. Per questo il presidente della Fofi auspica a collaborare perché “la stabilità del sistema del farmaco si può raggiungere soltanto promuovendo l’innovazione: più servizi nella farmacia retribuiti con un onorario professionale”.


AssoGenerici: I tagli? Sono pericolosi e inefficaci
“Non serve prevedere una diminuzione del prezzo dei farmaci generici del 12% quando questi rappresentano una quota minoritaria del mercato, che da sempre oscilla attorno al 10%”. Lo afferma Giorgio Foresti, presidente di Asso Generici, osservando come la manovra “toglie ossigeno a un settore che, invece, se adeguatamente sostenuto, potrebbe in sé contribuire significativamente al contenimento della spesa”. Se è vero che la manovra prevede la comparazione della spesa farmaceutica delle Regioni per individuare la quota ottimale della prescrizione di farmaci equivalenti, in modo da spingere le Regioni in cui la prescrizione è più bassa, tuttavia secondo Foresti si lega la misura “a uno strumento, la tessera sanitaria, la cui presenza è poco più che simbolica”. Quanto alle “gare Aifa” che dovrebbero stabilire il prezzo dei generici di ciascuna specialità, secondo Foresti si tratta di uno strumento dove “ovunque è stato applicato ha portato a un depauperamento del comparto farmaceutico e, alla fine, alla fuga dal mercato di una parte importante di aziende”.

 

28 maggio 2010
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